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COORDINAMENTO LAVORO PORFIDO * CONFERENZA STAMPA 21/2: « CON L’AVVOCATO BONIFACIO GIUDICEANDREA – WALTER FERRARI – VIGILIO VALENTINI »

Scritto da
14.06 - martedì 21 febbraio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Oggi è stata organizzata una conferenza stampa per illustrare le tematiche collegate all’inchiesta “Perfido”, di cui si sta occupando da tempo il Coordinamento Lavoro Porfido. L’incontro con i giornalisti è avvenuto stamani alle 11.00, presso il Café de la Paix a Trento.

La conferenza stampa è stata tenuta dall’avv. Bonifacio Giudiceandrea e dal portavoce del Clp Walter Ferrari. Hanno assistito numerosi giornalisti di varie testate, dalla carta stampata alle tv, e tra il pubblico si è registrata la presenza del direttore di QT Ettore Paris, del consigliere provinciale Filippo Degasperi e del presidente Anpi Mario Cossali.

Oltre alle domande dei giornalisti ci sono stati anche due appassionati interventi da parte dello stesso Paris e di Vigilio Valentini, ex sindaco di Lona-Lases e membro del Clp. Avevano fatto pervenire la loro vicinanza agli organizzatori la parlamentare europea Sabrina Pignedoli (giornalista che si era occupata dell’inchiesta Aemilia), la deputata Stefania Ascari (già membro della Commissione giustizia e della Commissione parlamentare antimafia) e il presidente uscente della Commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra che all’inizio di marzo sarà in regione per illustrare la relazione della commissione”.

 

 

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IN ALLEGATO IL COMUNICATO STAMPA DEL 20. FEBBRAIO 2023 E L’APPELLO D.D. 15.2.2023

Nell’immediatezza dell’udienza del processo “Perfido” in Corte d’Assise a Trento del 9 febbraio scorso abbiamo diffuso un primo comunicato stampa, dando per scontato che quanto avvenuto in aula trovasse adeguata illustrazione sulla stampa locale.
Purtroppo però così non fu e quindi ci troviamo nella necessità di illustrare sommariamente lo svolgimento quasi surreale di quella udienza, aperta dal presidente della Corte in maniera del tutto inconsueta. Egli, infatti, ha fatto presente che la Procura intendeva effettuare nuove contestazioni e ciò riapriva la possibilità per gli imputati di scegliere il rito abbreviato, scelta poi più volte caldeggiata dallo stesso presidente nel corso dell’udienza.

Una procedura che risulta del tutto “irrituale” al pari della “interlocuzione tra avvocati, Procura e Corte” di cui ha parlato la stampa, avvenuta a totale insaputa di alcune delle parti civili, in particolare i tre operai cinesi che il C.L.P. sta supportando.

Che fossero maturati accordi al di fuori delle aule di giustizia è testimoniato dalla notizia comparsa l’8 febbraio (giorno precedente l’udienza) sul Corriere della Calabria che, dando l’annuncio della ripresa delle udienze a Trento, concludeva con queste testuali parole: “Domani dunque gli imputati potranno presentarsi in aula dove verranno discusse le richieste di rito alternativo che potrebbero essere depositate”.
In realtà il verbale dell’udienza precedente, tenutasi il 24.11.2022, stabiliva tutt’altro, convocando “i periti per chiarimenti sulle trascrizioni effettuate”.

Va allora precisato che è dubbio che le nuove norme introdotte dalla riforma del ministro Cartabia consentano la riapertura dei termini per la scelta di un rito alternativo, del resto consentita solo in presenza di “nuove contestazioni” e sempre a patto che di queste contestazioni “non ve ne sia menzione nel decreto che dispone il giudizio” (ed in effetti non sarebbero “nuove” in questo caso!). Ed allora è il caso di chiedersi per quale motivo la Procura abbia ritenuto di preannunciare l’effettuazione di “nuove contestazioni” perché, a quanto risulta, esse si riferiscono a reati già indicati nel decreto che disponeva il giudizio e per i quali esistono già altrettanti procedimenti autonomi aperti, due dei quali giunti alla fase di avviso di conclusione delle indagini ed il terzo con addirittura già fissata l’udienza preliminare.

Purtroppo l’anomalia della conduzione processuale non appare nuova se si considera che già in precedenza si erano verificate delle scelte processuali “inusuali”, tanto che con sentenza di data 16.12.2022 la Corte di Cassazione aveva annullato la sentenza di patteggiamento ad una pena irrisoria emessa dal Gip di Trento in data 11 febbraio 2022.

Di fronte a queste scelte processuali non possiamo sottrarci dall’avanzare il dubbio che esse siano volte ad evitare il pubblico dibattimento con l’audizione di testimoni.

Forse perché potrebbe recare qualche imbarazzo a personaggi in vista della politica e dell’economia trentina?

O forse perché potrebbe portare a conoscenza dei cittadini trentini gravi sottovalutazioni o addirittura connivenze inconfessabili da parte di alti funzionari delle istituzioni?

O forse, ancora, perché potrebbe emergere la trama di cointeressenze intessuta nel corso degli anni da alcuni degli imputati con settori importanti dell’economia trentina?
Sta di fatto che evitare il pubblico dibattimento raggiunge senz’altro l’obiettivo di limitare la circolazione delle informazioni legate al processo e a quanto al suo interno emerge, privando i cittadini trentini di quegli elementi di conoscenza fondamentali per comprendere a pieno le vicende legate alla supposta presenza ‘ndranghetista nella zona del porfido e nella nostra regione al fine di rendere vigile la cittadinanza nei confronti del fenomeno mafioso.

La funzione punitiva, a nostro avviso, passa in secondo piano rispetto a quella che dovrebbe essere la funzione principale di un pubblico dibattimento processuale, vale a dire la formazione di una robusta coscienza civile che consenta il peno esercizio dei diritti di cittadinanza.

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Per Coordinamento Lavoro Porfido

Walter Ferrari

 

 

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APPELLO

Rivolgiamo questo appello a tutti i cittadini che non vogliono essere ridotti a sudditi, a tutti i comitati e le associazioni che in Trentino si stanno battendo contro scelte nefaste per il nostro territorio, la nostra vita e le vite di domani, a tutte le forze politiche sinceramente democratiche.

Le recenti vicende giudiziarie relative all’indagine “Perfido” sulla ‘ndrangheta in Trentino dovrebbero preoccuparci tutti in quanto costituiscono un palese vulnus giurisprudenziale volto ad impedire la formazione di una verità giudiziaria mediante un pubblico dibattimento.

Questo col fine evidente di evitare che vengano alla luce vicende e personaggio che si muovono sullo sfondo dell’inchiesta condotta dai Carabinieri del ROS. Vicende, personaggi e soprattutto interessi che sono ricollegabili a gran parte delle scelte fatte e soprattutto da farsi, da parte dei decisori politici, che determineranno il futuro della nostra provincia e dei cittadini che vi risiedono.

Innanzitutto per questo motivo riteniamo necessario mobilitarsi affinché l’operato della Magistratura venga posto sotto i riflettori.

Riteniamo sia importante che, attraverso l’indagine e il processo “Perfido”, i cittadini trentini possano conoscere uno spaccato della geografia dei poteri forti che si muovono tra lecito e illecito dietro le quinte. Questo al di là delle condanne o delle assoluzioni, consapevoli che quella giudiziaria costituisce solo una parte e non certo poco importante della “verità”.

Quanto fin qui venuto alla luce deve preoccuparci anche sotto il profilo della partecipazione democratica in quanto i meccanismi di condizionamento e controllo del voto, così come il fenomeno del voto di scambio politico-mafioso possono portare alla completa distorsione nell’espressione del consenso democratico e alla coercizione della reale possibilità di partecipazione dei cittadini.

Ci pare evidente non si possa prescindere da tali questioni al fine di mettere in campo un contrasto efficace di scelte, spesso caratterizzate da forte opacità, che impongono un modello di sviluppo predatorio delle risorse e distruttivo per l’ambiente.

Riteniamo doveroso evidenziare anche l’aspetto relativo alle condizioni di lavoro e in questo senso rivolgerci anche al sindacalismo di base. Nel settore del porfido sono emerse per la prima volta in Trentino condizioni di riduzione in schiavitù che dovrebbero allarmare ogni coscienza democratica. Conoscere e far luce sulle cointeressenze tra settori delle lobby economiche e consorterie criminali costituiscono passaggi fondamentali per contrastare il degrado delle condizioni di lavoro.

Per questi motivi ci rivolgiamo ad ogni cittadino sinceramente democratico e antifascista, ai gruppi, comitati e associazioni oggi impegnati a contrastare scelte potenzialmente disastrose per il futuro dei cittadini trentini e del loro ambiente di vita.

Per ricostruire dal basso una presenza sociale antagonista che sappia rappresentare gli ampi strati della popolazione ai quali oggi vengono sistematicamente sottratti i servizi pubblici di base quali sanità e scuola, invocando una sussidiarietà che nasconde solo la voracità di profitto dei potentati economici.

Per contrastare l’involuzione democratica in atto e il pericolo di una nuova catastrofica guerra mondiale, alimentato attraverso lo stravolgimento dei principi fondamentali della Costituzione repubblicana.

Costituzione che deve tornare ad essere, come affermava Piero Calamandrei, uno dei suoi più autorevoli estensori, “una polemica contro il presente” facendo osservare che all’art. 3  “dà un giudizio la Costituzione! Un giudizio polemico, un giudizio negativo contro l’ordinamento sociale attuale, che bisogna modificare”.

 

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Coordinamento Lavoro Porfido

Montagne del porfido

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