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CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * TERZA COMMISSIONE: « AUDIZIONI INIZIALI DDL 114 SU IMPIANTI TELECOMUNICAZIONI, PER L’APSS I CELLULARI PIÙ INSIDIOSI DELLE ANTENNE »

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18.58 - mercoledì 29 settembre 2021

Prime audizioni della III Commissione sul ddl della Giunta che semplifica i procedimenti autorizzatori per installare impianti di telecomunicazione. Si è discusso in particolare del delicato tema dell’esposizione ai campi elettromagnetici. L’Apss: cellulari più insidiosi delle antenne.

Il disegno di legge 114 firmato dal presidente della Giunta provinciale per semplificare le procedure di autorizzazione degli impianti di telecomunicazione, radiodiffusione e le infrastrutture di comunicazione elettronica, è stato oggi al centro delle consultazioni organizzate dalla Terza Commissione. Il provvedimento, già illustrato all’organo consiliare, vuole favorire il raggiungimento degli obiettivi di copertura di rete, di digitalizzazione e di miglioramento della connettività del territorio, considerati irrinunciabili per lo sviluppo economico e sociale del Trentino. E ciò senza trascurare i problemi dell’esposizione delle persone a campi elettromagnetici, tema che oltre a quello della tutela del paesaggio e dell’ambiente, è stato particolarmente discusso nell’incontro di oggi. Nel merito, per semplificare le procedure il ddl prevede di introdurre un’autorizzazione unica per gli impianti fissi (comprensiva di tutti i titoli abilitativi e atti di assenso che la realizzazione degli impianti richiede), mentre istituisce un Tavolo di coordinamento tra Provincia, Comuni, gestori di reti e altri portatori di interesse per sciogliere eventuali nodi relativi alla localizzazione degli impianti e alla tutela del paesaggio.

Ad esprimersi sulla normativa proposta sono stati i rappresentanti dell’Appa, dell’Apss (secondo cui per esposizione a campi elettromagnetici i cellulari incidono più delle antenne), dell’Università di Trento e dei gestori degli impianti (Talecom, Vodafone, Wind, Iliad, Brennercom, Linkem) che con AssTel hanno giudicato ancora eccessivamente complicata la procedura autorizzatoria prevista. Non si sono invece presentate le cinque organizzazioni ambientaliste invitate dalla Commissione (Fai, Italia Nostra, Legambiente, Mountain Wilderness, e Wwf). Le audizioni proseguiranno e si concluderanno domattina con gli interventi del Coordinamento provinciale imprenditori e in particolare dell’Ance (edili),del Comitato interprofessionale ordini e collegi tecnici del Trentino, delle tre maggiori sigle sindacali (Cgil, Cisl e Uil) e del Consiglio delle autonomie locali-Consorzio dei Comuni. Da segnalare un emendamento già presentato da due consiglieri del Pd, per prevedere la possibilità che la Provincia incentivi l’accorpamento degli impianti, con l’obiettivo di ridurne l’impatto.

 

 

Importanti le responsabilità affidate all’Appa.

Per l’Appa (Agenzia provinciale protezione ambiente) il dirigente generale Enrico Menapace ha giudicato positivamente il ddl in rapporto al tema della tutela ambientale e alla necessità di sottoporre ad un controllo preventivo e successivo gli impianti dal punto di vista dei campi elettromagnetici che generano. Utile per l’Appa anche il Tavolo di coordinamento previsto dal testo anche come strumento di partecipazione, perché consente il coinvolgimento anche di associazioni e comitati di cittadini che possono rappresentare istanze utili ai fini della localizzazione degli impianti di telecomunicazione. Positiva anche l’introduzione dell’autorizzazione unica e la scelta di subordinare la Scia al parere dell’Appa, che collabora con l’Apss sulla questione dei campi elettromagnetici. Da rilevare anche la positiva dell’articolo che riguarda i controlli, di vigilanza e di diffida in capo all’Appa. Sempre per l’Appa, il direttore dell’unità organizzativa tutela dell’aria e agenti fisici, Stefano Berlanda è entrato nel merito del ruolo di controllo preventivo e successivo dell’Appa sui nuovi impianti, spiegando come si svolge la valutazione tecnica in rapporto al territorio in modo da accertare il rispetto o meno dei limiti fissati dalla legge. L’Appa garantisce una verifica puntuale di ogni domanda pervenuta per l’installazione o la modifica degli impianti.

Le domande dei consiglieri su controlli e sforamenti dei campi elettromagnetici.
A proposito dell’installazione di nuovi impianti e della verifica dei campi elettromagnetici, la consigliera di Europa Verde ha chiesto se il controllo avviene sempre, anche a prescindere da domande esplicite dei cittadini in rapporto a vicini luoghi sensibili. Berlanda ha risposto che quest’anno in un paio di casi i cittadini hanno fatto delle segnalazioni e l’Appa ha dedicato alcuni giorni ad uno screening che ha permesso di capire i livelli di campo elettromagnetico. Vi sono stati anche interventi effettuati direttamente per iniziativa dell’Appa. Nei casi controllati i campi si sono rivelati abbondantemente al di sotto della soglia del rischio (2 volt/metro). Se si riscontra il superamento dei limiti previsti, allora si provvede a una segnalazione per un’eventuale ipotesi di reato. Si apre inoltre un procedimento amministrativo ripristinatorio di diffida previsto dalla legge statale. I responsabili sono tenuti a procedere con un piano di riduzione della potenza per tornare entro i limiti previsti. Menapace ha precisato che il controllo preventivo viene effettuato con l’impianto portato alla massima potenza, per assicurare ancor più la tutela della salute.

Un consigliere del Pd ha chiesto come possa accadere che un impianto autorizzato vada oltre i limiti dei campi elettromagnetici fissati dalle norme. E come sia possibile, nel caso di un impianto nel quale coabitano più operatori che supera i limiti dei campi elettromagnetici, distinguere quale degli operatori concorre maggiormente al problema. Berlanda ha risposto che se un impianto supera i limiti è perché il gestore aumenta la potenza oppure modifica l’orientamento dell’antenna. E ha ricordato che gli sforamenti di potenza registrati fino ad oggi riguardano quasi sempre gli impianti radiofonici. L’Appa dispone di uno spettrometro che permette di misurare i singoli contributi al campo elettromagnetico derivanti dalle frequenze. Sull’emendamento presentato dal Pd, Berlanda ha osservato che dal punto di vista ambientale, il fatto di accorpare i gestori su un’unica struttura non è detto che migliori la situazione, perché la concentrazione rischia di aumentare anziché ridurre l’esposizione ai campi elettromagnetici. Anche dal punto di vista paesaggistico l’impatto di una concentrazione degli impianti potrebbe risultare molto maggiore rispetto a una maggiore distribuzione dei tralicci. Il consigliere del Pd ha aggiunto che l’ente pubblico dovrebbe comunque guardarsi dal soddisfare le richieste di tutti gli operatori delle telecomunicazioni. Secondo Paolo Simonetti, del Dipartimento territorio, energia e ambiente, il Tavolo di coordinamento può permettere di trovare una sintesi tra istanze di tutela diverse.

 

 

L’Apss: sui campi elettromagnetici, i cellulari sono più rischiosi delle antenne.

Per l’Azienda provinciale servizi sanitari Monica Marani ha ricordato che l’Apss interviene solo nelle situazioni più critiche e sul terreno della sensibilizzazione per far conoscere soprattutto agli studenti i rischi più o meno reali legati all’esposizione ai campi elettromagnetici e di sensibilizzazione rivolta agli studenti. Dal punto di vista sanitario, per l’Apss i problemi non sono legati tanto alle antenne e ai tralicci quanto piuttosto all’utilizzo dei cellulari, che espongono a rischi maggiori. Apprezzabile per l’Apss è il fatto che il ddl affidi al Tavolo di coordinamento il compito di informare preventivamente la popolazione con apposite comunicazioni. Tuttavia il Tavolo è chiamato ad esprimersi solo quando si ha a che fare con siti sensibili, per individuare possibili soluzioni alternative rispetto alle richieste di localizzazione avanzate dai gestori. Sarebbe quindi opportuno per l’Apss specificare chi deve effettuare la valutazione delle esposizioni. Un conto, infatti, è che a provvedere alla valutazione sia il gestore e un altro che sia l’Appa con dati attendibili. Per l’Apss sono molto più importanti i “valori di attenzione” rispetto ai “limiti di attenzione” quando si tratta di esposizione a campi elettromagnetici. In secondo luogo Marani ha rilevato inoltre che nel ddl si prevede che l’autorizzazione unica sia rilasciata sulla base delle posizioni prevalenti. Con il rischio di subordinare a queste posizioni prevalenti le osservazioni dell’Appa e dell’Apss in merito ai limiti e ai valori di attenzione.
Francesco Pizzo del Dipartimento di prevenzione dell’Apss, ha confermato le valutazioni e le osservazioni di Marani. Quest’ultima ha risposto a una domanda della consigliera di Europa Verde circa la sensibilizzazione nelle scuole sul tema dell’esposizione ai campi elettromagnetici, ricordando che a genitori e studenti è stato distribuito un depliant informativo sui rischi legati ai telefonini. Sul problema riguardante invece il legame tra campi elettromagnetici e altezza delle antenne, sollevato da un consigliere della Lega, Marani ha precisato che la valutazione non riguarda l’altezza dell’antenna ma il campo elettrico che si crea vicino alle persone. Un’antenna alta tre metri può creare un campo elevato come un impianto alto 50 metri.

 

 

L’Università: subordinare il rilascio delle autorizzazioni al calcolo dell’esposizione.

Il professor Paolo Rocca, associato del dipartimento di ingegneria e scienza dell’informazione all’Università di Trento, ha confermato che il problema dell’esposizione ai campi elettromagnetici non riguarda tanto le antenne ma l’uso dei cellulari. E che lo studio dell’impatto dei campi elettromagnetici sulla salute umana con le relative sperimentazioni permetteranno di adottare nuove tecnologie in questo settore. Renzo Azaro, docente dello stesso dipartimento, ha evidenziato l’importanza che questo ddl non rimuova alcune norme esistenti che subordinano il rilascio dell’autorizzazione di un impianto al giudizio dell’Appa. Occorre a suo avviso che la progettazione di un impianto comprenda il calcolo dell’esposizione ai campi elettromagnetici. La consigliera di Europa Verde ha condiviso questa richiesta.

 

 

Il dipartimento territorio, ambiente ed energia: il ddl non abbassa la guardia.

Sul presunto stralcio di alcune norme segnalato da Azaro, Paolo Simonetti del dipartimento territorio, ambiente ed energia della Provincia, ha precisato che il ddl non riduce ma accresce ancor più la valutazione tecnica degli impianti affidata all’Agenzia di protezione dell’ambiente. Questo perché lo sportello unico collegato all’autorizzazione unica permette di effettuare istruttorie ancor più approfondite sulle antenne. Anche al Tavolo di coordinamento previsto dal ddl, il parere dell’Appa rimarrà sovrano per l’autorizzazione o meno di un impianto. Quanto riguarda alla questione dell’interesse prevalente, Simonetti ha sottolineato che non si potrà comunque prescindere dai limiti fissati dalla legge. Infine Simonetti ha sottolineato l’importanza della comunicazione preventiva alla popolazione prevista dal ddl sugli impianti. E ha ha spiegato come la tecnologia 5G, la cui installazione è ancora un obiettivo molto lontano per il Trentino, consentirebbe un notevole risparmio energetico e ambientale rispetto alla 4G. Quanto alla fibra ottica, ha segnalato infine che questa tecnologia non presenta controindicazioni dal punto di vista ambientale e sanitario.

 

 

I gestori degli impianti: alcune norme rischiano di vanificare le semplificazioni.

Marzia Minozzi di Assotelecomunicazioni (AssTel), che rappresenta la maggior parte degli operatori delle telecomunicazione presenti all’audizione, ha esordito con un plauso all’intento del ddl di costruire il miglior ambiente normativo possibile per lo sviluppo delle reti ad alta capacità, tema che sta molto a cuore alle imprese del settore. Positivo è lo sforzo del ddl di semplificare la normativa vigente. Tuttavia vi sono ulteriori esigenze di semplificazione e coerenza dell’intervento provinciale rispetto al quadro legislativo nazionale. Un punto centrale delle osservazioni di AssTel riguarda il rapporto con la normativa edilizia, con riferimento al permesso di costruire previsto dal ddl. Questo aspetto emerge dall’articolo 8, che riguarda il permesso di costruire, da cui oggi la normativa tende a svincolare l’autorizzazione alla realizzazione degli impianti. Subordinare l’autorizzazione al possesso del permesso di costruire vorrebbe dire per AssTel prolungare di altri 60 giorni la procedura oltre ai 90 già previsti dal ddl. Giusto, poi, per AsstTel, introdurre col ddl la disciplina dell’istanza unica prevista anche dalla normativa nazionale, ma sarebbe opportuno stabilire un termine per l’attivazione della conferenza dei servizi. E prevedere un silenzio-assenso nel caso in cui non sia espresso un motivato dissenso da parte della conferenza dei servizi. Sulla fase preliminare di valutazione dei progetti che dovrebbe essere sottoposta al Tavolo di coordinamento in merito ai siti sensibili e ai criteri di localizzazione, per AssTel si tratta di un passaggio aggiuntivo non previsto dalla normativa nazionale. Il fatto poi che il Tavolo di coordinamento preveda un’ampia possibilità di partecipazione, comprensiva anche dei vari portatori di interesse, suscita preoccupazione negli operatori sul versante della valutazione preliminare dei progetti, perché questo introdurrebbe un elemento di forte rallentamento nella realizzazione degli impianti. Per la conferenza dei servizi, secondo AssTel occorre fissare nel ddl un termine entro cui va convocata, perché stando alla normativa dovrebbe essere di 5 giorni. Infine sull’articolo 14, AssTel evidenzia che torri e tralicci sono sì infrastrutture per impianti di telecomunicazione ma si tratta di strutture spente, perché non necessariamente questi impianti ospitano immediatamente l’antenna. Infine, quanto alla dichiarazione di pubblica utilità, il ddl prevede che il proponente depositi il progetto e chieda la convocazione del Tavolo di coordinamento nel caso non si trovi un accordo bonario. Tutte queste fasi secondo AssTel complicano la procedura autorizzatoria e andrebbero quindi ridotte.

 

 

Iliad Italia con Federico Corti e Giorgia Bortolami ha condiviso le osservazioni di AssTel al ddl in merito alle limitate semplificazioni procedurali.

Per Brennercom Paolo Scoz ha ricordato che questo operatore non dispone di propri tralicci ma si appoggia a Trentino Digitale e ad altri privati. Per Scoz la volontà dell’amministrazione di accorpare torri e tralicci per ottenere standard più elevati di connettività, può comportare che parte degli investimenti già attuati dagli operatori vengano vanificati, perché questo a volte impedisce la copertura di parti di territorio e costringe l’operatore a rivedere la rete e quindi a dover procedere con ulteriori investimenti. Brennercom chiede quindi di essere avvisata preventivamente dell’eventuale scelta di accorpare gli impianti, in modo da fugare questo rischio.

Marco Dugherio di Wind Tre ha suggerito l’installazione in alcune zone del Trentino di impianti provvisori per esigenze anche solo stagionali, anche in zone a fallimento di mercato. Ad esempio da ottobre in poi, per evitare la neve, gestire le coperture di rete con queste soluzioni provvisorie sarebbe in alcuni casi molto utile per la collettività e per le imprese. Su questo punto la normativa nazionale permette di mantenere l’impianto per almeno 4 mesi, dopodiché viene smantellato. Ma intanto questo consente un regime accelerato e semplificato per quanto riguarda la procedura autorizzativa. Questo permette ad alcune aziende locali di continuare a lavorare. Rispondendo alla domanda di un consigliere del Patt, Dugherio ha precisato che questi impianti provvisori sono realizzati su supporti mobili (“carrati”) molto piccoli e possono avere le forme e le tipologie più disparate per agevolare la manutenzione.

Le audizioni proseguono e si concluderanno entro la mattinata di domani.

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