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CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * SECONDA COMMISSIONE: « TRE DDL IN DISCUSSIONE, ALBERGHI E OLIMPIADI / TURISMO INCLUSIVO / RELAZIONI INDUSTRIALI »

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12.08 - mercoledì 1 settembre 2021

Alberghi e Olimpiadi, turismo inclusivo e relazioni industriali: tre ddl in II Commissione.

Riprendendo l’attività dopo la pausa estiva, la II Commissione si è occupata oggi di tre disegni di legge. Rinviato l’esame del primo (UpT-Lega), che prevede contributi per riqualificare gli alberghi in vista delle Olimpiadi invernali del 2026, è stato invece illustrato il secondo, proposto da FdI per la promozione di un turismo accessibile e inclusivo. Decise infine le audizioni sul terzo ddl, firmato dal Pd, che punta a fissare alcune garanzie per consolidare un modello trentino di relazioni industriali.

DDL 62, ALBERGHI E OLIMPIADI.

Esame sospeso per permettere di arrivare ad un accordo con la Giunta.

Rinviato su richiesta del primo firmatario – l’esponente dell’UpT che ha condiviso il provvedimento con un consigliere della Lega – il ddl 62, con cui si vorrebbero introdurre “Contributi per la riqualificazione dell’offerta turistica alberghiera in vista delle olimpiadi invernali 2026”. Slittamento motivato dall’esigenza di arrivare ad un accordo con la Giunta, per la cui ricerca l’esame del testo era già stato sospeso alcuni mesi fa subito dopo la sua presentazione.

DDL 105, TURISMO INCLUSIVO.

Un disegno di legge per rendere accessibile e inclusivo il turismo del Trentino.

“Aperto”, invece il disegno di legge 105 proposto da una consigliera di Fratelli d’Italia, che prevede di inserire nella legge provinciale sul turismo del 2002 la promozione di una ricettività e di un’offerta accessibili. Nell’illustrare il testo l’esponente di Fdl ha sottolineato la volontà di valorizzare maggiormente il target turistico costituito dalle numerose persone portatrici di disabilità e dai loro familiari. Si tratta – ha spiegato – di rendere il Trentino un territorio all’avanguardia nel campo dell’inclusione, permettendo a questi soggetti di scegliere liberamente la destinazione delle loro vacanze, senza più essere costrette a limitarsi alle sole località turistiche accessibili. L’offerta turistica del Trentino diventerebbe ancor più competitiva se coinvolgesse per legge in questo progetto tutta la filiera dell’accoglienza e dell’ospitalità, d’intesa con le associazioni che si occupano dell’assistenza ai disabili. L’obiettivo del provvedimento – ha insistito la consigliera – non è solo lo sbarrieramento delle strutture ricettive ma la creazione di servizi aggiuntivi che rispondano alla domanda di vacanza anche dei familiari che accompagnano le persone disabili. Il ddl propone che il marchio del Trentino turistico certifichi anche questa offerta integrata e e inclusiva per tutti nel nostro territorio e prevede in tal senso appositi corsi di formazione professionale rivolti, ad esempio, alle guide e ai maestri di sci.

L’assessore. Le norme provinciali già esistono: puntiamo sui regolamenti.

L’assessore al turismo, pur condividendo in pieno le intenzioni del ddl, ha espresso la convinzione che già oggi la Provincia possiede tutte le condizioni legislative necessarie per poter attuare gli obiettivi del provvedimento. Inoltre sono già in corso dei progetti orientati al turismo inclusivo, come quello, esemplare, previsto per l’accessibilità totale del percorso al lago Nambino. Inoltre questo tipo di turismo è attualmente promozionato dalla Trentino Marketing (TM), per tener del grande mercato costituito dalle persone con disabilità. Secondo l’assessore più che di nuove leggi in questo campo la Provincia ha bisogno di regolamenti di attuazione per adeguare le imprese del turismo a questa esigenza di accessibilità, anche attraverso una specifica formazione degli operatori.
Il dirigente del dipartimento Sergio Bettotti ha confermato che dal punto di vista tecnico gli obiettivi di questo disegno di legge si possono attuare in sede regolamentare e amministrativa, perché le leggi provinciali già esistono. E ha citato per l’eliminazione delle barriere nel settore ricettivo, sia la legge provinciale 1 del 1991 che consente anche di preparare gli operatori a rispondere in termini qualitativamente adeguati alla domanda di accessibilità turistica, sia la legge provinciale 6 del ‘99 sulle attività economiche, che prevede incentivi alle imprese che investono nella stessa direzione.

l’UpT: giusto insistere per la certificazione e la pubblicizzazione di quest’offerta.

Sul tema è intervenuto anche il rappresentante dell’Upt, che ha condiviso con la collega di FdI la considerazione che il mercato dei turisti diversamente abili è molto vasto, arrivando a 120 milioni di persone e, se si conteggiano anche i familiari da cui sono normalmente accompagnati, raggiunge i 260 milioni di individui. E ha ricordato che in vista sia delle Olimpiadi invernali del 2026 che delle Paralimpiadi, esiste un apposito disciplinare che garantisce l’accessibilità agli eventi delle persone disabili. Tuttavia anche a suo avviso occorre insistere su questo punto, perché questa offerta sia anche certificata e adeguatamente pubblicizzata. Il consigliere ha concluso dichiarandosi contrario all’introduzione di nuovi marchi che evidenzino quest’offerta, per la difficoltà legate alla promozione: meglio spingere tutti assieme su un unico marchio turistico .
La prima firmataria del ddl ha chiarito di non voler proporre nuovi marchi ma ha anche lamentato la scarsa comprensione del suo provvedimento. Non si tratta – ha obiettato – di demandare alla Giunta le decisioni su questo tema, ma di prevedere per legge quel che occorre realizzare. Serve, insomma, qualcosa di più rispetto ad un semplice atto amministrativo per concretizzare un intervento a 360 gradi come quello da lei prospettato. La consigliera si è comunque riservata la possibilità di valutare il ddl con la Giunta e di proporre più avanti i soggetti da coinvolgere nelle audizioni.

DDL 101: RELAZIONI INDUSTRIALI RISPETTOSE DEI LAVORATORI.
Creare le condizioni per garantire il consolidamento del modello trentino.

Si è quindi passati all’esame del disegno di legge 101 proposto dal Pd per la promozione e la certificazione della rappresentanza e la valorizzazione delle relazioni industriali. Il primo firmatario ha sottolineato che la semplicità della sua proposta, che mira a garantire un modello di relazioni tra datori di lavoro e lavoratori che si è affermato fino ad oggi nel Trentino, ispirato al principio della cooperazione. Oggi in Italia si è aperto un dibattito sul tema della rappresentanza, normalmente affidata agli strumenti negoziali della contrattazione tra le parti sociali. Il ddl vuole stimolare la Provincia a porsi come garante della correttezza delle relazioni industriali all’interno di un sistema certificato della rappresentanza. L’obiettivo è individuare nel contratto collettivo di lavoro la vera bussola da seguire per evitare che accadano episodi al limite della liceità come quelli recentemente avvenuti. Il consigliere ha evidenziato che questo ddl è frutto della collaborazione di esperti del mondo dell’università e che codifica un procedimento per arrivare a condividere quale dev’essere di volta in volta il contratto collettivo da applicare. Infine il testo vincola tutte le politiche pubbliche di incentivazione alle imprese al rispetto del contratto collettivo di lavoro applicabile a una determinata area. Determinante, per il primo firmatario, sarà la volontà politica della Giunta di fare un passo avanti positivo su questo terreno, a difesa del modello trentino delle relazioni industriali. Il consigliere ha però lamentato l’assenza in Commissione dell’assessore competente, che già non aveva raccolto il suo invito a discutere insieme, preventivamente, di questo ddl.

La dirigente: finalità semplici da indicare ma complesse da attuare.

Sandra Cainelli, dirigente del Servizio lavoro della Provincia, ha spiegato che un impegno improvviso ha impedito all’assessore di partecipare alla seduta di oggi. Ma ha assicurato che la Provincia vuole chiarire, sul piano normativo, il tema della certificazione della rappresentanza, anche se nel rispetto delle modalità definite dagli accordi nazionali. Occorre tener conto – ha aggiunto – che la comparazione tra contratti e delle condizioni economiche e normative, richiede una valutazione equitativa che di solito spetta a un giudice. Confrontare, infatti, clausole contrattuali diverse vuol dire dare un peso a tante variabili che i contratti possono declinare in modo differente. Se quindi è vero che questo ddl è semplice sul piano dei contenti, sul piano dell’attuazione presenta invece vari aspetti tecnici non facili da affrontare.

Previste audizioni con il Coordinamento imprenditori e le maggiori sigle sindacali.

Il presidente della Commissione ha suggerito di riprendere l’esame del ddl in un altro momento, quando sarà presente l’assessore, ma la proposta è stata respinta dal consigliere del Pd, che ha chiesto di prevedere fin d’ora le audizioni, in modo da acquisire il parere sia delle imprese sia dei lavoratori. Saranno quindi consultati il Coordinamento provinciale imprenditori e le principali sigle sindacali: Cgil, Cisl e Uil.

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