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CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * QUINTA COMMISSIONE: « SVILUPPO SOSTENIBILE, PRESENTATE LE LINEE DELLA STRATEGIA PAT »

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15.05 - mercoledì 3 novembre 2021

Quinta commissione, presentate le linee della Strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile. Ascoltati i rappresentanti dei piccoli musei: serve una rete museale territoriale. E si fa strada l’idea di una nuova legge sulla cultura.

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In Quinta commissione oggi si è parlato del documento che contiene la strategia della Pat per lo sviluppo sostenibile; della situazione dei piccoli musei e, infine, è stato approvato all’unanimità il ddl di Lucia Coppola che prevede il potenziamento dell’educazione alla sostenibilità ambientale nelle scuole. L’assessore all’ambiente Mario Tonina ha spiegato la filosofia del documento che contiene la Strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile. Sul versante della cultura sono stati ascoltati i rappresentanti dei piccoli musei trentini. Nel corso del dibattito è emersa la volontà di andare verso una revisione della legge della cultura.

 

La seduta della Quinta commissione si è aperta con la relazione dell’assessore all’ambiente Tonina sulla Strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile. Linee di indirizzo, ha ricordato Sara Ferrari (Pd), che sono il frutto di un amplio e lungo confronto sociale. Un lavoro di anni, ha detto Mario Tonina in apertura del suo intervento, che ha permesso di condividere temi cari a tutto il Trentino. Una strategia in armonia con l’agenzia 2030 dell’Onu e con quella nazionale per promuovere una politica integrata sulla sostenibilità. Un documento che è stato approvato in Giunta il 15 ottobre al termine di un percorso fatto assieme alle categorie economiche, sindacati, ordini professionali, comuni e Apt, in tutto 40 organizzazioni. Contributi importanti, ha detto ancora, raccolti in un documento preliminare che testimoniano la presa di coscienza di una sensibilità diffusa e la testimonianza che il Trentino non parte dall’anno zero. Anzi, ha aggiunto Tonina, questa sensibilità è il frutto di un lungo lavoro. L’assessore all’ambiente ha evidenziato anche il contributo dei giovani in particolare sul tema dei cambiamenti climatici. Tema, quest’ultimo, che va affrontato, come chiedono le nuove generazioni, con tempestività. Importante anche il ruolo delle autonomie locali, in vista della creazione di un’ agenda 2030 delle amministrazioni territoriali che si dovrà tradurre in azioni concrete anche in collegamento con i piani giovani. Nella formazione della strategia sono stati coinvolti inoltre istituti di ricerca, università e organi del Consiglio.

Il documento, a maggio, è stato messo a disposizione di tutta la struttura Pat e approvato dalla Giunta il 15 ottobre. Le azioni previste, passando dalle parole ai fatti, ha detto Tonina, devono diventare ora patrimonio di tutti i dipartimenti Pat. Per questo è stato costituito un gruppo interdipartimentale per raggiungere i 20 obiettivi di sostenibilità provinciale, che rappresentano l’ossatura della visione strategica. Strategia che riguarda l’aspetto finanziario e l’accesso ai fondi Ue 2021 – 2027.

Per un Trentino più intelligente, più verde, connesso, sociale e vicino ai cittadini.

Le aree strategiche sono cinque: per un Trentino più intelligente, più verde, più connesso, più sociale e più vicino ai cittadini. Credere in questa strategia, ha aggiunto l’assessore, significa aumentare come territorio di montagna, l’attrattività. E la sostenibilità dovrà essere il filo rosso che attraversa tutte le politiche economiche e sociali di tutti i settori e gli enti collegati alla Pat. Verrà anche predisposta, come chiesto in un odg approvato dal Consiglio, una procedura preventiva dei ddl della Giunta per collegarla alla strategia sulla sostenibilità. Ci saranno inoltre, ha affermato ancora Tonina, confronti periodici anche per lavorare sul fronte fondamentale della comunicazione che dovrà rivolgersi in primo luogo alle scuole. Anche perché i giovani, con la loro sensibilità e consapevolezza, potranno portare idee e proposte importanti.

Al percorso di elaborazione della strategia hanno partecipato 84 sindaci e molte aziende.

Il 5 novembre ci sarà un forum per fare il punto sul percorso fatto fin qui che si concluderà con un patto con le organizzazioni che vorranno condividere, mettendolo in pratica, questo documento che si basa sui valori della sostenibilità, della biodiversità e della tutela del patrimonio ambientale. Infine, Tonina ha affermato che questo piano ha preso impulso anche dagli Stati generali della montagna della primavera 2019, dove i temi della sostenibilità, anche sotto l’influsso dello shock della tempesta Vaia, sono emersi con forza dimostrando la sensibilità raggiunta dalla comunità trentina su questi temi.
Enrico Menapace, direttore di Appa, ha ricordato che al processo che ha portato al piano strategico, composto da 300 pagine di azioni concrete e dettagliate, hanno partecipato con entusiasmo numerose aziende e ben 84 sindaci. Un programma, ha concluso il dirigente, di ampiezza tale che potrebbe rappresentare un programma politico di legislatura.

Un piano condiviso anche dall’opposizione.

Lucia Coppola (Misto – Europa Verde) ha affermato che strumenti di pianificazione influenzano giustamente i decisori politici che hanno la responsabilità di attuarli nelle azioni legislative. Quindi, ha continuato, si auspica che le proposte anche dei consiglieri di minoranza o di opposizione trovino risposte adeguate da parte della Giunta. Positivo il lavoro per il documento bello e interessante, ma se poi si fanno raduni di Jeep o di camion in montagna o lo scarso interesse per la fauna selvatica si finisce per vanificare tutto.

Alex Marini (Misto – 5 Stelle) si è complimentato con l’assessore che, ha aggiunto, non sembrerebbe un assessore di destra anche per la passione che ha manifestato nell’illustrazione. Marini ha chiesto inoltre cosa si è fatto del odg 166 del maggio 2020 che affrontava il tema della costituzione dell’ assemblea dei cittadini estratti a sorte sia per la gestione Covid che per l’Agenda 2030. A Bolzano, ha ricordato, c’è il consiglio dei cittadini, c’è in Scozia, Francia, Polonia e Germania, Paesi che hanno già percorso questa strada partecipativa. L’odg, ha ricordato, prevedeva una valutazione entro sei mesi e quindi ha chiesto quindi cosa sia stato fatto dalla Giunta. Marini ha chiesto poi della risoluzione 40 che prevede la valutazione di impatto ambientale delle leggi e come verrà applicata.

Paola Demagri (Patt) si è espressa positivamente sul lavoro svolto e stupore per il metodo della partecipazione scelto dalla Giunta. Anche Gianluca Cavada (Lega) ha ringraziato per il lavoro e ha sottolineato l’importanza della tutela ambientale.
Sara Ferrari ha ricordato che il piano parla anche di sostenibilità economico e sociale ed è un documento di posizionamento nella scena internazionale. La redazione finale avrà delle curvature politiche, ha detto ancora, come è ovvio, ma il documento potrebbe essere effettivamente importante per elaborare strategie politiche. Comunque sarà anche il metro sul rapporto tra Giunta e opposizione in Consiglio. Un piano che per Sara Ferrari andrà diffuso il possibile per questo ha chiesto di distribuire a ogni scuola questo documento.

Tonina ha chiuso affermando che questo lavoro non è solo frutto del suo assessorato ma di una partecipazione larga e trasversale che dovrà continuare in particolare nelle scuole. Rispondendo a Marini ha detto che la realizzazione della risoluzione 40 si dovrà studiare, anche con l’esponente 5 Stelle, ma l’obiettivo rimane quello contenuto nel dispositivo, così come ha manifestato apertura sul consiglio dei cittadini. Infine, ha ricordato che il lavoro vero inizia ora e continuerà nella prossima legislatura, perché le strategie vanno declinate in azioni. Solo lavorando tutti assieme, nella quotidianità, si metterà il Trentino all’avanguardia in tema ambientale e sociale.

Piccoli musei, l’obiettivo è di metterli in rete.

Dopo l’ambiente si è parlato di musei con l’incontro con le rappresentanze delle realtà dei piccoli musei e ecomuseali del Trentino. Un’audizione chiesta alla Quinta commissione a luglio da nove istituzioni museali, ha ricordato la vicepresidente della Commissione Sara Ferrari, sul futuro del museo di S.Michele e della rete etnografica dopo il cambio del direttore.

Veronica Cicolini, rappresentante del Museo Molino Ruatti, museo del mulino a acqua in Val di Rabbi ha parlato a nome di piccoli musei trentini, soprattutto delle valli. Presentando un mondo che ha definito cruciale per il Trentino: una terra che ha un rapporto eccezionale con le strutture museali che danno immagine e rappresentano il linguaggio e la storia di un territorio. Questi musei, ha continuato, servono a comprendere la vicenda delle comunità e a tracciarne il futuro e rappresentano luoghi perno per i territori, per le associazioni, le scuole e le economie locali. Un mosaico eccezionale, ha continuato Veronica Cicolini, un’immagine della biodiversità e dell’autonomia delle nostre realtà di valle. Ma, ha aggiunto, questo mosaico è da costruire, perché non c’è alcuna rete dei musei. L’unico punto di riferimento è stato quella che ha definito la casa comune: il museo San Michele. La scelta di rimuovere Kezic dal Museo e di istituire dell’Unità di missione strategica con il dottor Marzatico, ha affermato, ha bisogno di chiarimenti su alcuni punti: quali sono le caratteristiche dell’Umst, gli obiettivi, le dotazioni finanziarie e di personale e quelle organizzative. Come si intendono coinvolgere i piccoli musei che sono diversi dagli Ecomusei che hanno già una rete., quindi come si pensa di tenere assieme queste due “famiglie”. Cicolini ha chiesto inoltre, a nome di tutte le realtà museali territoriali, una mappatura dei piccoli musei per capire chi sono e come funzionano e con quali finanziamenti. Fatto questo si potrà parlare di rete mettendo in campo progetti, finanziamenti e bandi.
Maurizia Manto, rappresentante del Museo della scuola di Pergine, ha ricordato che i piccoli musei sono poco conosciuti in Trentino mentre lo sono nel resto d’Italia. Una realtà sommersa che va riconosciuta e istituzionalizzata. Il primo passo quindi è quello del riconoscimento.

Marta Baldessari, giovane vicepresidente del Museo degli strumenti popolari di Roncegno, ha sottolineato l’importanza di questi piccoli musei per i giovani. Strutture che danno modo di recuperare tradizioni e storia delle comunità con un coinvolgimento personale, per far conoscere, con passione e rispetto, il territorio locale e il Trentino. Baldessari ha ricordato l’interesse per la realtà trentina della rete nazionale dei piccoli musei, rete che va creata anche tra le realtà trentine.
Salvatore Ferrari, presidente del comitato di gestione del Museo della Civiltà solandra, ha affermato che la legge vigente non disciplina l’intera realtà museale trentina ma solo quella provinciale o di interesse provinciale e la modifica della legge Cogo del 2017 non ha riempito questo vuoto normativo. Contrariamente a quanto prevede la legge regionale della Lombardia che promuove e coordina lo sviluppo dei musei del territorio o quella friulana che interviene anche sulle strutture private. A Bolzano poi, ha continuato Ferrari, vige la legge sulle collezioni e i musei che intercetta le realtà che sul territorio offrono proposte culturali e di lavoro. Quindi, uno dei nodi principali sta nel fatto che la legge attuale non è chiara per i piccoli musei. Infine, Salvatore Ferrari ha proposto alla Commissione di effettuare una serie di visite ai musei territoriali per toccare con mano questa realtà.
Giuseppe Gorfer, in rappresentanza della rete degli ecomusei, ha aggiunto che gli obiettivi con i musei sono comuni. Gli ecomusei, ha ricordato, esistono da 20 anni e hanno un’esperienza di rete che può essere messa a disposizione delle piccole realtà museali. Anche gli ecomusei, ha concluso, vogliono capire, vista la necessità di un interlocutore certo, come si articola la nuova organizzazione introdotta dall’assessore Bisesti, quindi cosa sarà la nuova Unità di missione strategica.

 

Importantissimi anche per le scuole.

Lucia Coppola, sottolineando l’importanza dell’incontro in commissione, ha auspicato che si costituisca la rete dei piccoli musei per l’importanza inestimabile che ricoprono anche sul piano scolastico. Mentre Sara Ferrari ha ricordato la preoccupazione per la rimozione di Kezich da S.Michele e ha chiesto all’assessore di avere elementi di chiarezza.

 

Si va verso una nuova legge sulla cultura.

Il direttore Roberto Ceccato, dirigente generale del Dipartimento Cultura e Istruzione, ha ricordato che, per i musei, si è passati, già all’inizio degli anni ‘90, da un modello centrato sulla Pat a uno che vede protagoniste le autonomie locali, quindi se si vuole cambiare si dovrà rivedere l’intera architettura normativa. Per il dottor Franco Marzatico, dirigente generale dell’Umst per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali, ha detto che, nel quadro di un superamento della divisione tra tutela e promozione, i piccoli musei sono decisivi per la trasmissione delle tradizioni. Il faro è quello del paesaggio culturale, introdotto dalla normativa nazionale e europea, che prevede la costituzione delle comunità culturali. Anche per questo le realtà locali, ha aggiunto, vanno sostenute, superando la concorrenza tra il centro e la periferia e la logica di accentramento di risorse su alcuni musei. L’Umst ha questo obiettivo che, ha sottolineato, porterà ad una nuova legge sulla cultura, che verrà scritta anche guardando ad esperienze vicine come quella della rete museale del Veneto. Quindi, lo scenario è quello di una nuova legge.

L’Unità di Kezic, ha continuato Marzatico, è operativa e ha predisposto un questionario che verrà inviato ai 123 musei che sono stati identificati. E’ stato poi predisposto un numero monografico di Archeologia Viva e la produzione di una app. E’ stata inoltre prevista la figura di un collaboratore per mettere a fattor comune l’esperienza di San Michele e l’Unità guidata da Kezich. Marzatico ha concluso affermando che si vuole superare il modello dell’accentramento e proseguire su quello degli ecomusei che gestiscono già realtà come il Giardino dei Ciucioi o le palafitte d Fave.
Claudio Martinelli, dirigenti del Servizio attività culturali, ha ricordato che, nonostante la legge sulla finanza locale del ‘93 divida i musei di interesse provinciale da quelli locali, il rapporto con le autonomie locali esiste. Oggi i comuni possono proporre progetti sovra comunali e ben 400 soggetti culturali possono accedere ai finanziamenti Pat. Con i piccoli musei, inoltre, è stato aperto un confronto, prima di tutto con l’associazione nazionale e c’è una mappatura delle realtà che è quella dell’Istat che ha rilevato un centinaio di soggetti. Quindi gli strumenti per intervenire ci sono.
Alex Marini ha ricordato l’importanza delle carte di regola nel Museo di S.Michele per le quali è stato prevista una sala espositiva e che dovrebbero rappresentare un filo conduttore della storia trentina come esempio, con le Asuc, di partecipazione popolare. Infine, Marini ha chiesto se è stata fatta una valutazione sul bando per il nuovo direttore di S.Michele. Marzatico ha risposto affermando che il progetto per uno spazio espositivo delle carte di regola a museo di San Michele va avanti. Sul bando per il direttore l’assessore ha assicurato che verranno rispettati i tempi previsti.

 

A primavera (Covid permettendo) la Conferenza sulla cultura.

L’assessore Bisesti, in conclusione, si è soffermato sul valore delle realtà dei piccoli museali che rappresentano un tassello importante per l’offerta e l’immagine del Trentino. Realtà importantissime, che vanno valorizzate mantenendo le specificità locali, ma che necessitano un adeguato quadro normativo. Per quanto riguarda la Conferenza della cultura, ha detto l’assessore, l’obiettivo (Covid permettendo) è quello di convocarla in presenza la prossima primavera. Inoltre, ha rivendicato la scelta organizzativa dell’istituzione dell’Umst affidata al dottor Marzatico che ha l’obiettivo di coordinare le realtà museali esaltandone specificità e caratteristiche.

Sì al ddl Coppola sull’educazione alla sostenibilità ambientale.

Ultimo punto la votazione del ddl di Lucia Coppola n.95 che modifica la legge sulla scuola del 2006 introducendo il riconoscimento dell’educazione ambientale è stato approvato all’unanimità dopo un accordo con l’assessore Bisesti. Un tema, ha detto la consigliera di Europa Verde, che va nella direzione della strategia per lo sviluppo sostenibile presentata quest’oggi dall’assessore Tonina e che ha preso spunto dalla bella esperienza di educazione ambientale dell’Iti Fontana. Coppola ha ricordato che è stato trovato un accordo con un emendamento, che sostituisce l’articolo 3, firmato con Mirko Bisesti e che prevede, all’interno del fondo per i ragazzi con bisogni educativi speciali, le lingue straniere e l’inserimento degli studenti stranieri, risorse per le iniziative di educazione alla sostenibilità, anche attraverso la figura del docente referente ambientale. L’assessore, in conclusione, ha ricordato che la sensibilità sui temi ambientali tra i giovani è alta e la proposta di Lucia Coppola va incontro a questa esigenza.

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