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CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * QUARTA COMMISSIONE – LAVORI POMERIGGIO: « I TEMI, AUTISMO / ITEA / ANAGRAFE GENETICA CANINA / BONUS BEBÈ »

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18.02 - lunedì 13 settembre 2021

Ecco una sintesi dei lavori di oggi pomeriggio nella IV Commissione permanente del Consiglio provinciale.

Autismo, il ddl 17 emendato, sviluppato e ampliato
Interessante è lo sviluppo che ha avuto il ddl 17/XVI di marca Pd, grazie alla piena collaborazione e interazione garantita dalla Giunta provinciale e dalle strutture Pat competenti. La proponente ha appunto ringraziato l’esecutivo, perché dal marzo 2019 a oggi il tempo non è passato invano. Si è potuto evolvere l’articolato, originariamente focalizzato sul tema dell’inserimento lavorativo delle persone con disturbo dello spettro autistico. Proprio oggi sono stati concordati con l’assessore alle attività economiche degli emendamenti che di fatto trasformano il ddl 17/XVI quasi in un testo unico delle norme provinciali sull’autismo. Si prevedono appositi incentivi per favorire la presa in carico e la piena realizzazione a tutti i livelli dei soggetti autistici. Il ddl oggi ha ottenuto parere positivo con voto unanime, dopo una rivisitazione attraverso emendamenti che quasi sempre sono interamente sostitutivi della scrittura originaria.
La consigliera autonomista, il consigliere di Futura, il presidente della Commissione e la consigliera di Lega Salvini hanno elogiato il percorso condiviso di affinamento del testo. La consigliera pd proponente ha detto di auspicare per l’aula una larga intesa anche sugli ultimi aspetti controversi e sulla necessaria dotazione finanziaria, per ora non prevista nel disegno di legge.

10 anni per l’Itea: norma da rimuovere
La IV Commissione consiliare ha espresso parere positivo sulla proposta di delibera con cui la Giunta provinciale modificherà il regolamento in tema di edilizia abitativa pubblica. Il dirigente Gianfranco Ruscitti ha spiegato che si recepisce la seconda sentenza sui 10 anni di residenza in Trentino come requisito per accedere all’alloggio Itea. I commissari di opposizione hanno espresso rammarico, perché è occorsa una pronuncia dei giudici per affermare che una norma di legge provinciale discrimina le persone in base alla loro provenienza. Al contrario, una consigliera della maggioranza ha ribadito che 10 anni di residenza sono un tempo corretto e necessario per giustificare l’accesso a benefici sociali come l’alloggio, altrimenti sperequati a danno dei trentini che pagano le tasse. Un consigliere del Pd si è astenuto ed ha auspicato che l’esecutivo si adegui alla sentenza senza coltivare oltre il contenzioso giudiziario.

Anagrafe genetica canina, non passa la norma
Il ddl 42/XVI sugli animali d’affezione – testo di marca Pd, risalente a inizio 2020 – viene considerato dall’assessorato non applicabile in questo momento. Il proponente dell’anagrafe genetica dei cani – innovazione verso cui si sta già muovendo Bolzano – ha detto che con 100/150 mila euro di investimento, l’obiettivo si sarebbe potuto perseguire, tra l’altro con il favore dei Comuni. Il disegno di legge ha ricevuto parere negativo, ma verrà ugualmente sottoposto all’aula consiliare dal proponente, dispiaciuto perché non è servita nemmeno la disponibilità a darsi tempi più lunghi per l’implementazione della novità. Il parere: 3 sì, 3 no, 1 astenuto (prevale il voto negativo del presidente di Commissione).

Un taglio alle attese per le visite: via alle audizioni
E’ stato “aperto” – con la pianificazione delle audizioni – il ddl 7/XVI dello stesso presidente della IV Commissione. Il testo propone di sospendere il lavoro intra moenia dei medici quando e laddove i tempi d’attesa per le prestazioni sanitarie pubbliche superino i livelli di guardia. Il proponente ha illustrato questa soluzione per ovviare alla plateale, inaccettabile differenza di tempi per ottenere una visita “con la mutua” rispetto all’identica prestazione erogata in libera professione. Altra idea del ddl: espandere gli orari di attività degli ambulatori e dei laboratori quando sia necessario, anche di sabato.

Il dottor Ruscitti – parlando a nome dell’esecutivo – ha riconosciuto che le liste d’attesa sono un problema da quando esiste il sistema sanitario nazionale. La sanità trentina l’anno scorso ha approvato un piano per l’abbattimento di queste attese dopo la prima fase Covid, sollecitato dal Governo. E’ servito per recuperare parte dell’arretrato accumulato in pandemia.
Il consigliere di Futura ha citato la riforma Bindi per dire che il lavoro privato dei medici nelle strutture pubbliche ha certamente creato una stortura, pur evitando la totale spaccatura tra sanità pubblica e sanità privata. Si dovrebbe però migliorare – ha detto – la valutazione dell’urgenza delle prestazioni. Quanto alla più estesa apertura degli ambulatori: manca personale.
Il commissario del Pd ha chiesto di avere un quadro delle reali liste di attesa attuali e storiche in Trentino.
La consigliera autonomista ha ricordato che il giudizio sulla buona sanità non va legato principalmente al dato dell’attesa.

Audizioni in vista per il ddl sulla celiachia
Una serie di audizioni sono state messe in cantiere anche per il ddl 83/XVI, che si occupa di celiachia ed è stato illustrato oggi dal proponente. Il consigliere di Futura dice che dopo 10 anni si deve fare di più e meglio per garantire ai celiaci l’accesso a una alimentazione sicura. Ruscitti ha riconosciuto che nei locali pubblici non c’è tutta l’attenzione necessaria alle regole da seguire per escludere la presenza di glutine nel prodotto finale.

Al via anche il ddl sul bonus bebè per tutti
Infine il ddl 104/XVI, ancora di marca Pd. L’istanza è di riportare da 10 a 2 anni – come a livello nazionale – il periodo di residenza in Trentino richiesto per ottenere l’assegno di natalità e l’assegno unico provinciale. Il governo provinciale non adotta questa proposta e fa sapere – è stato detto oggi dai dirigenti – che si sta lavorando a una revisione generale di tutte le provvidenze alle famiglie. Essa toccherà anche l’assegno di natalità, che il ddl 104 vorrebbe trasformare in una quota dell’assegno unico provinciale. L’assessore alle attività economiche ha ribadito la scelta tutta politica che ha portato l’asticella ai 10 anni di residenza per ottenere provvidenze sociali. Per il consigliere di Futura, la scelta – sì, politica – è di discriminare chi nasce sotto Borghetto e disapplicare i diritti universali del bambino. La proposta legislativa, risalente al giugno scorso, sarà oggetto di una serie di audizioni di soggetti della società civile.

 

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