News immediate,
non mediate!
Categoria news:
OPINIONEWS

CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * QUARTA COMMISSIONE: « DDL SU RIDUZIONE TEMPI D’ATTESA VISITE, PER I SINDACATI DEI MEDICI È SBAGLIATO PENALIZZARE LA LIBERA PROFESSIONE »

Scritto da
15.51 - mercoledì 29 settembre 2021

Ddl sulla riduzione dei tempi d’attesa delle visite specialistiche, i sindacati dei medici: sbagliato penalizzare la libera professione. Infermieri e sindacati: aumentare il personale. L’Ordine dei medici: troppe le visite specialistiche inutili.

In Quarta commissione quest’oggi, affrontando il ddl di FdI, si è parlato di sanità, di riduzione delle liste d’attesa per le viste specialistiche e dell’allargamento delle funzioni del Difensore civico al ruolo di garante per il diritto alla salute. Un disegno di legge, ha detto in apertura il proponente, non blindato ma, al contrario aperto al confronto, sul quale si è tenuta una lunga serie di audizioni dei rappresentanti dei mondo dalla sanità e il Difensore civico. Da parte dei sindacati è stata sottolineata la necessità di affrontare il cuore del problema, cioè la cronica carenza di personale nelle strutture sanitarie; mentre i medici hanno respinto con forza l’idea che l’allungamento dei tempi delle visite specialistiche sia causato da eccessi nell’attività libero professionale e hanno invece chiesto, oltre all’adeguamento degli organici, interventi per ridurre la domanda di interventi specialistici che vengono spesso prescritti dai medici di base in modo inappropriato.

 

L’Apss: troppe richieste di visite specialistiche non necessarie.

Prima audizione, quella dell’Azienda sanitaria. Il direttore generale Antonio Ferro ha fatto un panorama sulle liste d’attesa: una situazione obiettivamente pesante a causa del Covid (basti pensare che in Italia sono 400 mila interventi ritardati). In Trentino, ha aggiunto, nella prima ondata c’è stato un forte calo di visite specialistiche che però è andato crescendo negli ultimi mesi. Quest’anno in luglio agosto non c’è stato il consueto calo, anzi c’è stato un aumento della domanda; aumento che sta continuando. Una crescita aggravata dalla seconda e terza ondata che, seppur non così alta della prima, è stata più lunga e pesantissima. L’assessorato ha autorizzato l’Apss ad aumentare le capacità di risposta e si è riusciti a far crescere l’offerta. Ma la massa di richieste è stata tale da mettere in difficoltà anche il sistema di prenotazione. Comunque, ha continuato Ferro, ai Rao A, B e C si è riusciti a dare risposte adeguate. Sulla libera professione ha ricordato che questa ha rappresentato il 5% delle prestazioni nel 2019; nel 2020 il 4,2%. Cifre infinitamente inferiori rispetto alle percentuali nazionali. La più alta è cardiologia di Rovereto ma rimane comunque ben al di sotto della soglia prevista dalle norme nazionali al 50%.

Il dottor Giuliano Mariotti nel suo intervento ha detto che nel ddl di FdI ci sono aspetti interessanti che vanno però approfonditi e ha spiegato che ci si trova di fonte ad un rimbalzo, dopo le ondate Covid, di domanda a fronte di una crisi di professionisti che sono scarsi ovunque. Quindi, anche se si bloccasse la libera professione, ha aggiunto, non si riuscirebbe a dare una risposta adeguata. C’è poi il tema del rapporto medico di base – specialisti: spesso vengono prescritte urgenze che non o visite non necessarie. Quindi, si dovrebbe lavorare sulla domanda, ma ciò richiede tempo perché si devono mettere a confronto medici di famiglia e specialisti. Il tema dell’appropriatezza delle richieste specialistiche, ha aggiunto Ferro, è fondamentale e su questo sarà decisiva la riorganizzazione dell’Azienda e quindi anche della medicina di famiglia ferma da 10 anni. Con la costituzione della rete della medicina di famiglia fondamentale anche per ciò che riguarda i tempi d’attesa. In questo momento di calo dell’emergenza pandemica sono aumentate le pressioni sui medici di base (che sono sempre di meno) da parte dei pazienti per ottenere visite specialistiche che sono state rinviate durante la pandemia.

Per Mariotti c’è anche da giocare la carta del teleconsulto che, come ha dimostrato uno studio di una cardiologa di Rovereto, ha permesso di diminuire del 50% le visite specialistiche.
Per un consigliere Pd sarebbe interessante conoscere, sui tempi d’attesa, i dati comparativi con le regioni vicine e la media nazionale. Mariotti ha detto che c’è purtroppo un deficit statistico nel confronto tra regioni che applicano differenti sistemi di rilevamento.
Per il consigliere di Futura si deve puntare sulla formazione dei medici di base per evitare la richieste inappropriate delle visite specialistiche. E appropriato dovrebbe essere anche l’impiego delle risorse e tenere aperto un Centro nascite a Cavalese con un parto ogni tre giorni non va certo in questa direzione.

 

La Consulta per la salute, la chiave sta nel rapporto medico – paziente.

Renzo Dori della Consulta provinciale per la salute ha detto che il ddl è una sollecitazione per un problema molto pesante aggravato dal Covid. Su tutto c’è una carenza endemica di personale. I provvedimenti, come il documento Apps del settembre 2019 sui d’attesa sui tempi d’attesa, in parte attuato, vanno adeguato all’era post pandemica. Il presidente della Consulta ha ricordato che il governo ha messo in campo finanziamenti ad hoc (478 milioni per le regioni) per potenziare l’offerta di servizi specialistici. Nel merito del ddl ha aggiunto che sarebbe utile per trovare soluzioni ad una situazione che era già in difficoltà e si è aggravata anche a causa delle complicanze causate a molti pazienti dal Covid. Fondamentale anche per Dori il potenziamento della telemedicina e il rapporto medico – paziente, evitando con cura di arrivare ad una contrazione dei tempi di visita. Buona l’idea contenuta nel ddl di aumentare orari e giornate, ma, ha affermato, cozza contro la mancanza di medici e personale. Bene la verifica trimestrale della situazione, anche questa nel testo del ddl, ma Dori ha raccomandato che venga prevista negli organismi che devono fare le scelte la partecipazione dei rappresentanti della Consulta. Mentre, ci si deve muovere con attenzione sul tema visite private che sono regolate da accordi tra medici e Azienda. Importante è inoltre la trasparenza dei dati e la loro diffusione anche per rendere più consapevoli i cittadini. Sul capitolo del ddl che riguarda il Difensore civico, Dori ha ricordato che quest’ultimo ha già competenze in materia sanitaria e quindi si deve stare attenti al rischio di attriti con l’Urp dell’Apss o col Tribunale del malato. Il ddl, ha concluso, contiene elementi interessanti ma vanno evitate sovrapposizioni e la proliferazione di organismi, anche perché il cuore del problema rimane il rapporto medico – paziente decisivo per la prevenzione e per evitare il ricorso eccessivo agli specialisti.

 

L’Ordine dei medici: sbagliato penalizzare la libera professione.

Il presidente dell’Ordine dei Medici, il dottor Marco Ioppi ha detto che si deve puntare sul un rinnovato rapporto medico – paziente. Il punto è questo, perché si deve agire sulla domanda come raccomanda, del resto, lo stesso piano del Governo. Non serve quindi, anche perché è impossibile, aumentare l’orario degli ambulatori, come previsto dal ddl, anche di sabato e domenica. Si deve invece farli lavorare meglio, basti pensare che nei pomeriggi manca personale amministrativo. Così come sbagliato e controproducente sarebbe penalizzare la libera professione che viene svolta extra orario ed è volontaria. Libera professione che comunque andrebbe ripensata e sostenuta economicamente dalle Aziende sanitarie lasciando al paziente solo l’onore delle spese. Quindi, per Ioppi il ddl ha una finalità giusta, ma tende a dare risposte difficilmente attuabili e, limitando la libera professione, renderebbe meno attraente la sanità trentina. Perché non è vero ha concluso, che i medici lavorano poco e guadagnano tanto. Per il presidente dell’Ordine va, invece, creato un patto tra professionisti, pazienti e istituzioni,

 

Infermieri e ostetriche: sbagliato aumentare l’offerta di prestazioni specialistiche.

Gli Ordine delle professioni infermieristiche è stato rappresentato dalla vicepresidente Nicoletta Degiuli la quale ha detto che è imprescindibile affrontare il tema dell’appropriatezza delle richieste e quindi centrale è il rapporto tra le figure sanitarie e i pazienti. Non va incrementata troppo l’offerta proprio per non far crescere le richieste inutile e va cercato un riequilibrio tra l’attività privata e quella istituzionale che andrebbe maggiormente premiata dal punto di vista economico.
Anche per Francesca Beber dell’Ordine della professione ostetrica la risposta non sta nell’aumento dell’offerta o nella contrazione della libera professione, ma nell’appropriatezza della domanda di prestazioni specialistiche. Inoltre, ha sottolineato il rischio, per far fronte ai tempi d’attesa, di arrivare a una riduzione dei tempi di visita. Detto ciò, serve più personale che oggi si trova al limite delle forze. Il consigliere di Futura ha insistito che, in questa carenza di medici e infermieri, la presenza del Centro nascite di Cavalese rappresenta un uso improprio delle risorse.

 

Il sindacato: i ritardi avvantaggiano il settore privato.

Gianna Colle della Cgil ha chiesto un impegno della Giunta per l’integrazione socio – sanitaria per creare un sistema di cura che punti sul paziente e non sulla malattia. Ma l’ampliamento dell’offerta deve passare dall’aumento del personale e il miglioramento dei trattamenti economici. Anche per evitare la fuga dei professionisti verso il privato. Il monitoraggio delle prestazioni, previsto dal ddl, non andrebbe fatto solo su prime visite e le prestazioni diagnostiche perché ci sono ritardi anche sulle quelle di controllo. Sì, invece all’estensione delle competenze del Difensore civico in materia sanitaria.
Per Giuseppe Varagone della Uil per dare una risposta alle liste andrebbero allargati gli orari degli ambulatori. La prova di questa necessità, ha aggiunto, è il Cup che non riesce più a rimanere nei tempi stabiliti dai Rao. Nelle strutture private nelle quali si spostano i medici in pensione non a caso riescono a dare risposte adeguate. Quindi, o si allargano gli orari nella sanità pubblica o si avvantaggia il privato e su questo c’è il no del sindacato.

Michele Bezzi della Cisl il ddl ha un obiettivo condivisibile, ma preoccupa la previsione di un aumento degli orari vista la carenza di personale che è già da tempo sotto stress. Va poi capito come questa proposta si integra con la riforma dell’Azienda sanitaria e comunque non è possibile dare risposte ai tempi di attesa senza aumentare il personale.

 

I sindacati dei medici: limitare la libera professione è un autogol.

Sonia Brugnara, in rappresentanza del sindacato dei medici, ha affermato che gli ospedali non possono essere ridotti a “prestazionifici”. Nello specifico del ddl, sull’allargamento degli orari e dell’impiego dei macchinari, secondo la sindacalista, non tiene conto degli aspetti contrattuali, delle croniche carenze di personale e delle difficoltà del reclutamento del personale. La previsa sospensione della libera professioni in casi di attese eccessive contenuta nella proposta di legge non tiene conto delle difficoltà dei reparti. Inoltre, la libertà professionale è importante per la riduzione delle liste di attesa e ci sono già i limiti (massimo il 50% delle prestazioni) previste dalla legge nazionale. Così come molteplici sono i sistemi di controllo. Soprattutto, ha continuato la sindacalista, i numeri dicono che i ritardi non sono certo a causati dalla libera professione. Basti pensare che nel primo semestre 2018 la libera professione è stata il 2,06% del totale attività dell’Azienda; nel 2019 su 4 milioni di prestazioni quelle i libera professione sono 86 mila. Un dato irrisorio che forse contribuisce all’affanno delle liste. A radiologia su 18 mila le visite private sono state solo 202. Nel primo semestre 2019 in nessun reparto si è registrata una quota pari o superiore al 50%. In base all’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, in Trentino l’attività libero professionale dei medici è tra le più basse. Nel primo semestre 2021 è arrivata all’1,83% del totale. Quindi, per la sindacalista il ddl, limitando la libera professione, non dà risposte e in più introduce strutture di controllo oltre a quelle che ci sono già. La realtà dei fatti è invece quella di una sanità che lavora e che fa fatica ad affrontare una popolazione che invecchia anche grazie al lavoro dei medici e del sistema sanitario. Quindi, ha concluso, il disegno di legge rischia di diventare uno strumento di propaganda e quindi ne ha chiesto il ritiro. Va invece aumentato l’impegno per affrontare il tema contrattuale dei medici.

Anche per Luisa Manes della Federazione Fasid il ddl andrebbe ritirato e aperto invece il confronto sul contratto. Per quanto riguarda la radiologia la libera professione è irrisoria, invece pesa la carenza di personale medico e tecnico che rende difficile la copertura delle 24 ore. Anche per la dottoressa Manes la partita andrebbe giocata sull’appropriatezza delle specialistiche. Anche il dott. Marco Scilieri ha sottolineato che il problema sta nelle eccessive prescrizioni e non la libera professione. Rispondendo ad una domanda del consigliere di Futura, il dottor Luca Filetici, ha detto che i 46 posti di rianimazione in più non sono inappropriati, anzi sono necessari anche perché prima del Covid c’era carenza di letti soprattutto nelle stagioni turistiche: invece il problema vero è sempre quello del personale. Servono anestesisti e andrebbero riviste le strategie per farli venire in Trentino.

 

Il Difensore civico: per fare visite ispettive serve un sopporto tecnico.

Ultima audizione quella del Difensore civico, Gianna Morandi, la quale ha ricordato che, come prevede la legge, già oggi in materia di salute il Difensore civico si interfaccia con le strutture sanitarie pubbliche della provincia. La differenza contenuta nel ddl di FdI sta nella previsione che il difensore possa svolgere visite ispettive. Un’attività, ha detto, di dubbia attuabilità senza un supporto tecnico. Meglio sarebbe stato scrivere che può svolgere accertamenti altrimenti si va nel solco della Regione Toscana o Bolzano e allora si deve dotare l’Ufficio dare un supporto tecnico, esterno all’amministrazione provinciale, al Difensore. Quindi, l’avvocatessa Morandi ha espresso dubbi sulla possibilità che l’Ufficio possa svolgere interventi appropriati senza disporre dei mezzi necessari. Inoltre, andrebbero semplificati gli interventi in materia sanitaria del Difensore. Gianna Morandi, ha detto che le finalità del ddl sono condivisibili, ma vanno calibrate le competenze del Difensore e, in conclusione, ha ribadito che sulle visite ispettive ci sono criticità soprattutto se non si prevede un supporto tecnico.

Al termine della seduta, all’unanimità, e stata approvata la proposta del presidente di ascoltare la Giunta in Quarta commissione sui contenuti del regolamento della riforma dell’Azienda sanitaria.

Categoria news:
OPINIONEWS
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.