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CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * PRIMA COMMISSIONE: « SULLA MANOVRA FINANZIARIA CONTINUA LO SCONTRO SINDACATO-GIUNTA, POSITIVA LA VALUTAZIONE DEGLI IMPRENDITORI »

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15.54 - lunedì 15 novembre 2021

Prima commissione, sulla manovra finanziaria continua lo scontro sindacato – Giunta. Positiva la valutazione degli imprenditori.

In Prima commissione, presieduta oggi dal vicepresidente Alex Marini, è iniziata, con le audizioni dei sindacati e il Coordinamento imprenditori e l’Ance, l’associazione dei costruttori, la “maratona” consigliare per la manovra di bilancio 2022. I rappresentanti sindacali hanno ribadito il loro no alla manovra finanziaria e hanno attaccato la Giunta per il mancato rinnovo contrattuale della Pa del triennio 2019 – 21 confermando lo stato di agitazione dei dipendenti pubblici. Diverso il tenore del mondo imprenditoriale che ha apprezzato i tagli fiscali, anche se preoccupazioni sono state espresse per la crescita del Pil del Trentino che è prevista inferiore a quella nazionale e per l’aumento della spesa corrente della Pat.

 

Il sindacato: il rinnovo contrattuale non c’è. La mobilitazione continua.

Ha aperto la seduta sul tema delle tre leggi, la legge collegata, la legge di stabilità e la legge del bilancio di previsione 2022-2024 che compongono la manovra finanziaria, Andrea Grosselli segretario della Cgil. Il sindacalista ha lamentato che non c’è stato alcun coinvolgimento delle parti sociali nella manovra finanziaria e che la Giunta sta cercando di intercettare le risorse europee e statali in perfetta solitudine. Esempi ne sono il bypass di Trento e le case di comunità e gli ospedali di valle. Grosselli ha poi affrontato il tema dell’emergenza climatica particolarmente acuta per un territorio come il nostro che avrebbe bisogno di un piano straordinario di messa in sicurezza.

Mentre il governo provinciale non ha accettato la proposta di investire il 60% dei 180 milioni per la sostenibilità. Sul piano del mercato del lavoro, il segretario Cgil ha evidenziato che in questi mesi è aumentata la precarietà, problema al quale va dato risposta con il potenziamento dell’Agenzia del lavoro con le politiche di sostegno al reddito. Una strategia che non si vede nella manovra di bilancio che è tutta sbilanciata sulle opere pubbliche progettate nella scorsa legislatura. La transizione ecologica e digitale, ha aggiunto, avrebbe bisogno di investimenti in ricerca orientando il sistema degli incentivi verso aziende con alti standard ambientali e di qualità del lavoro. Mancano, inoltre, scelte di finanziamento della sanità locale. Infine, sul capitolo da tempo “caldo” del contratto dei lavoratori pubblici, il segretario della Cgil ha detto che, contrariamente alle altre amministrazioni pubbliche italiane, non c’è alcun rinnovo contrattuale.

Waler Alotti, segretario Uil, ha detto che in questa manovra il 99% dei contribui e degli sgravi sono andati alle aziende. Scelta ormai tradizionale di questa Giunta che pensa all’impresa ma non ai cittadini. Un anomalia, l’ha definita il sindacalista, basi pesare che tra agevolazioni fiscali e fondi speciali alle ditte vanno 430 milioni, contro i 5 milioni per i cittadini. Poco più dell’1%. La dimostrazione che Fugatti, ha continuato Alotti, pensa più all’offerta che alla domanda. Assenti i provvedimenti sulla casa, poco o nulla c’è per l’affitto e non c’è il rinnovo del fondo sociale scaduto nel 2018. Il Fondo alberghi, ha detto ancora, non dovrà essere l’ennesimo finanziamento per imprenditori senza ricambio generazionale o che vogliono investire in altri settori. Non dovrà diventare, insomma, l’ennesima elargizione alle imprese.

Sul contratto della Pa, Alotti ha detto che andrebbe concesso il rinnovo 2019 – 21 con risorse della Pat.
Giuseppe Pallanch della Cisl si è concentrato sul protocollo 2020 per il rinnovo del contratti che è stato disatteso anche sul versante del riconoscimento del capitale umano. Più in generale per il sindacalista, va fatto un ragionamento sui fondi per i rinnovi contrattuali perché non è accettabile che Apran non abbia mai finanziamenti sufficienti. C’è poi l’aspetto del fondo sanitario del quale non si conosce la consistenza. Il rinnovo contrattuale, ha ricordato Pallanch, è un obbligo civilistico ed è impensabile che proprio la Pat non lo rispetti. Quindi, il rappresentante della Cgil ha auspicato il varo di una legge per recepire questo principio e per legare i rinnovi a quelli del settore pubblico nazionale. Anche perché non è pensabile legare il rinnovo ai 120 milioni ottenuti da Roma perché con questo principio i rinnovi contrattuali non si farebbero più. La logica per Pallanch è chiara: si pensa agli stipendi dei sindaci, agli adeguamenti dei consiglieri ma non ai lavoratori.

Michele Bezzi, della Cisl, ha anche lui sottolineato che per le aziende ci sono agevolazioni mentre per i pensionati e i lavoratori non c’è nulla. Mentre a Bolzano l’addizionale Irpef è stata di molto abbassata e ha affermato che fino a 15 mila euro servirebbe una no tax area per rilanciare i consumi. Inoltre, sul piano sociale Bezzi, ha chiesto un potenziamento di Spazio Argento per ritardare l’ingresso nelle case di riposo e per dare fiato al Terzo settore. Nella manovra, ha continuato, non si fa cenno ai lavoratori stranieri indispensabili per il mercato del lavoro.

Maurizio Valentinotti della Felnalt si è concentrato sul contratto della Pa affermando che a parole si riconosce l’efficienza di tutta l’ amministrazione e poi in bilancio si inseriscono solo i finanziamenti per il 2022 . Dal 1990 al 2020 gli stipendi in Europa sono aumentati del 30% in Italia è invece sono diminuiti del 3% e in Trentino abbiamo perso il 7% del potere d’acquisto. Il paradosso di fronte al quale ci troviamo è quello di avere la Pa migliore d’Italia e quella meno pagata. Anche Valentinotti ha definito ingiusta di concedere aumenti ai sindaci del 20% mentre gli operai comunali non avranno nulla. Impoverire le 35 mila famiglie trentine che dipendono dal pubblico, ha concluso, non gioca a favore dell’economia trentina e ha ricordato che la legge 7 prevede già che alla scadenza il contratto va rinnovato. Il sindacato chiede, quindi, anche per dignità, l’introduzione in bilancio delle risorse per il contratto dal 2019.

 

Sanità, con questi stipendi non si possono attirare professionisti.

Cesare Hoffer di Nursing Up ha affermato che ciò che sta accadendo nella sanità è grave. Duecento infermieri andranno in pensione prossimamente, l’età media è alta a fronte di un bisogno di assistenza in grande crescita. In Trentino abbiamo 7,5 infermieri ogni 1000 abitanti contro i 9 della media europea e in l’Italia, con la Grecia, è il fanalino di coda europeo per gli stipendi. A Bolzano, ha ricordato, mediamente gli infermieri guadagnano 500 euro in più e il problema è quindi quello di attirare i professionisti della salute senza i quali la case della salute e gli ospedali periferici rimarranno cattedrali nel deserto. La via maestra è quella del contratto e lo 0,7% di aumento previsto significa mettere il Trentino fuori mercato non solo rispetto a Bolzano ma anche rispetto ai Paesi europei. Il rischio evidente è quello di formare professionisti per l’estero.

Senza contratto non c’è rilancio per la scuola.

Anche Ennio Montefusco di Satos ha chiesto un rinnovo contrattuale dalla sua scadenza tenendo conto degli aumenti che sono stati concessi dallo Stato anche agli insegnanti. Ci sono precari, ha ricordato, da 15 anni che continuano ad avere stipendi al gradone più basso e non potranno avere speranza di avere un miglioramento. Anche per questo il contratto non potrà essere saltato con un una tantum. Altra richiesta la possibilità, prevista dallo Stato, di poter chiedere aspettativa per poter svolgere un altro impiego. Sull’allungamento della scuola dell’infanzia Montefusco ha affermato che non è possibile allungare di un mese perché c’è bisogno di un servizio conciliativo. Servizio che non può essere posta al centro di un’istituzione scolastica. L’esponente del Satos ha detto che c’è bisogno di una nuova legge sulla scuola anche per cancellare la norma (non applicata dallo Stato) secondo la quale si può chiedere trasferimento solo dopo tre anni.

 

Non mancano i soldi, quella della Giunta è una scelta politica.

Rispondendo a Ugo Rossi (Azione) (come ha motivato la Giunta il rinnovo solo dal 2022) e Lucia Coppola di Europa Verde (i finanziamenti per il contratto vanno assolutamente recuperati perché non è possibile perdere tre anni di rinnovo e ha condiviso il no all’allungamento a luglio della scuola d’infanzia) Luigi Diaspro della Fp Cgil ha detto che non si dovrebbe arrivare a questo rinnovo perché il settore pubblico ha dimostrato la sua importanza nell’epidemia. Nonostante ciò, ha affermato, Fugatti non parla da tempo con il sindacato. L’impegno del 2020 non è stato mantenuto e l’alibi della crisi economica è caduto di fronte al miglioramento, con 120 milioni all’anno, del bilancio Pat.

Quindi, ha continuato, la scelta di non rinnovare il contratto dal 2019 al 2021 è politica: si è deciso di destinare risorse in altri bacini di consenso mortificando chi sta tenendo in piedi il Trentino. Anche legare i rinnovi a risorse estemporanee non fa onore alla Giunta. Quindi, non c’è stata alcuna interlocuzione istituzionale, nonostante le leggi che stabiliscono i rinnovi contrattuali. Anche sul piano delle risorse umane non c’è nulla mentre il ministro Brunetta ha riconosciuto l’adeguamento della formazione stanziando 200 milioni. Insomma, ha aggiunto Diaspro, se non ci saranno i soldi del contratto si traccerà una cesura insanabile. Per questo lo stato di agitazione continua.

Walter Alotti ha detto che il 2 novembre Fugatti ha convocato i segretari di Cgil, Cisl e Uil per comunicare che la sua decisione era quella di saltare 2029 – 21, sostituendolo con un una tantum, limitando il rinnovo per il 2022 e 24. Comunicazione alla quale il sindacato ha risposto che si metteva in mora smart working e allungamento a luglio dell’anno scolastico delle scuole d’infanzia. Valentinotti, ha detto che i funzionari hanno riferito ai sindacalisti che il problema non sono i soldi ma che si tratta di una scelta politica. Cinzia Mazzacca della Flc Cgil ha ricordato che Fugatti ha detto che non ci sono soldi per il pubblico perché si deve stimolare l’industria e il commercio. La sindacalista ha affermato inoltre che centrale è il potenziamento e il consolidamento del personale nella scuola e il riconoscimento delle graduatorie per gli insegnanti di sostegno per ovviare al sovraffollamento delle classi. Inoltre, dal primo settembre i supplenti annuali vanno assunti, come è accaduto nello Stato, ma non in Trentino dove sono entrati in classe a scuola già iniziata. Infine, il controllo mensa va riconsegnato agli insegnanti e ha ribadito il no all’apertura a luglio della scuola dell’infanzia che non può supplire ai bisogni di conciliazione delle famiglie.

Stefania Galli della Cisl scuola ha ricordato che la Dad è stata inserita senza regole e non è stato certo un favore agli insegnanti. Inoltre, di fronte alla carenza di insegnanti si deve fare qualcosa con l’Università. Mentre sul rinnovo del contratto ci si trova di fronte alla Pat che dice ai suoi dipendenti: avete lavorato bene ma il rinnovo non ve lo concedo. Con la Giunta non c’è comunicazione, perché non vuole riconoscere nulla e ritiene il sindacato pregiudizialmente contro.
Giuseppe Varagone della Uil Sanità ha sottolineato che dopo due anni di Covid la Giunta ringrazia i lavoratori della sanità non rinnovando il contratto. Quando a livello nazionale si stanno pensando aumenti e indennità. Se continua così, se viene confermato il no al confronto con i lavoratori, all’orizzonte si profila lo sciopero generale.
Giorgio Tonini (Pd) ha detto che il governo sa saldando rinnovi contrattuali e riforme e qui non si vede né l’uno né l’altro.

 

 

Gli imprenditori: bene i tagli fiscali, ma attenzione alla spesa corrente.

Andrea Basso dell’Anci ha espresso preoccupazione per la riduzione delle risorse del bilancio e per delle lentezze della crescita del Pil previsto al 5,6% rispetto al 6% nazionale. Va ridotta, inoltre, la spesa corrente della Pat per puntare su quella produttiva e va fatto un incisivo intervento sulla sburocratizzazione. Altro problema, l’aggiornamento del prezzario per le opere pubbliche, che andrebbe adeguato alla crescita impetuosa delle materie prime. Un tema che preoccupa anche perché rischia di causare ritardi degli appalti e l’abbandono delle aziende delle gare.

Il presidente della Cooperazione e del coordinamento imprenditori Roberto Simoni ha detto che va preso atto del buon andamento della ripresa economica e va riconosciuto lo sforzo della Pat durante la fase acuta della pandemia, sia sul versante finanziario che dei ristori. Il turismo, ha detto ancora, ha dato segnali positivi, ma ci sono categorie ancora in crisi anche se molto è legato all’andamento epidemico. Gli sforzi della Pat devono continuare e anche le categorie sono disponibili per promuovere la campagna vaccinale che non può essere compromessa da una sparuta minoranza. Bene per Simoni il successo della trattativa finanziaria con lo Stato ma va preso atto che le risorse pubbliche vanno calando e vanno gestite con la massima attenzione. Sul Pnrr e sui fondi europei il presidente della Federazione dei consorzi cooperativi ha chiesto il massimo coinvolgimento dei settori imprenditoriali. Apprezzamento da parte di Simoni sugli sgravi fiscali e ha ricordato che nella finanziaria nazionale si prevede l’esenzione fiscale per i piccoli negozi nei comuni fino ai 500 abitanti, norma che andrebbe recepita anche dalla Pat. Per ciò che riguarda la Cooperazione ha ribadito che andrebbe affrontato il problema del lavaggio degli atomizzatori e, nella scuola, andrebbero finanziati gli interventi per i ragazzi Bes almeno per permettere alle iniziative già partite di giungere a conclusione così come servono nuove risorse per i nidi. Infine, vanno superati i vincoli burocratici per la concessione di spazi comunali ai piccoli negozi.

Gianni Battaiola, presidente dell’Associazione albergatori (Asat) ha affermato che vanno contenute le spese correnti del settore pubblico e pur in presenza delle risorse del Pnrr si deve guardare alle dinamiche del bilancio Pat. Per quanto riguarda il turismo molti target del Pnrr interessano il settore e quindi le categorie vanno coinvolte. Purtroppo, ha aggiunto, si vede un’autoreferenzialità del pubblico e la prevalenza del centralismo statale. Necessario, inoltre, il coinvolgimento nelle Olimpiadi 2026, con la nomina nel Comitato provinciale olimpico di un rappresentante del turismo. Anche sui fondi previsti gli albergatori chiedono di essere coinvolti. Preoccupazione rimangono anche per il futuro perché la stagione estiva non ha permesso di recuperare le perdite dell’inverno 2020 – 21. Per questo si chiedono interventi urgenti, come la possibilità di effettuare vaccini da parte dei turisti e il potenziamento dei centri per i tamponi. Sul tema della manodopera servono interventi per riconvertire gli immobili turistici dismessi per ospitare lavoratori. Sul piano fiscale, bene le esenzioni previste, anche se l’Asat ha rinnovato la richiesta del prolungamento esenzione Imis per le strutture ricettive. Sull’imposta di soggiorno va chiarita la questione dell’albergatore come responsabile d’imposta. Mentre, per quanto riguarda la mobilità sostenibile, bene la gratuità dell’A22 tra Trento e Rovereto ma tra le due città vanno studiate soluzioni più strutturata.

Giovanni Profumo direttore generale di Confcommercio ha affermato che su Imis e Irap c’è condivisione e ha anche lui auspicato il recepimento della norma nazionale sui piccoli negozi di vicinato e ha chiesto la proroga dell’esenzione parziale della tassa di posteggio degli ambulanti. Forte perplessità è stata espressa sul provvedimento della collegata che consente ai piccoli negozi alimentari di vicinato di far consumare ai clienti all’esterno degli esercizi alimenti e bevande. Questo perché, ha detto Profumo, bar e ristoranti hanno attraversato un momento drammatico e non si può estendere l’attività di consumo sul posto senza che vengano previste le medesime regole che valgono per i locali pubblici. Se si vuole liberalizzare lo si deve fare anche per i ristoratori concedendo loro di vendere i prodotti. Stesso ragionamento per i piccoli birrifici che potranno offrire anche piatti, e non solo freddi, sul modello delle cantine. Bene la promozione dei prodotti, ha aggiunto, ma non si può tollerare che dalla promozione si arrivi di fatto alla ristorazione. Scandaloso per Profumo l’articolo che prevede la possibilità nei locali di vendita dell’olio di promuovere il prodotto offrendo ai clienti piatti che, senza i controlli, diventano di fatto pranzi e cene.

Nicola Berardi dell’Associazione artigiani ha espresso la preoccupazione per la prevista crescita, fino al 71% nel 2024, a fronte di un calo del 10% delle risorse, della spesa corrente. Sulla legge di stabilità condivisione per i contribui alle società sportive per i furgoni anche se sarebbe più interessante finanziare buoni per il noleggio i mezzi. E’ auspicabile anche che il finanziamento per rafforzamento patrimoniale venga esteso alle microimprese individuali abbassando la soglia di accesso al contributo ai 25 mila euro. Anche gli artigiani hanno auspicato una revisione dei prezzi negli appalti edili. Inoltre, Berardi ha sottolineato che va posto un limite alla concorrenza ai privati che viene fatta dalle società di sistema della Pat. Va innalzato, inoltre, il contributo per la ricerca per le piccole aziende. Sul tema del bostrico gli artigiani chiedono il coinvolgimento nella strategia di contenimento. Infine, Berardi ha ricordato che per la promozione dell’artigianato sono stati stanziati solo 200 mila euro. Netta difesa invece sulle norme che permettono ai birrifici artigianali di offrire spuntini ai visitatori.
Per Confesercenti il vicepresidente Massimiliano Peterlana ha condiviso la posizione di Profumo su piccoli negozi alimentari e birrifici, una scelta ha detto che rischia di pesare sulla qualità dell’offerta.

 

 

Il Trentino non può crescere meno del resto del Paese.

Il presidente di Confindustria Fausto Manzana ha detto che la categoria approva la manovra su Irap e Imis e il raggiungimento dell’accordo finanziario con lo Stato, ma ha sottolineato che la crescita del Pil alla fine del 2021 sarà inferiore al resto del Paese, secondo la Giunta per la perdita della stagione invernale. Ma, ha sottolineato che questo gap rispetto al resto d’Italia, viene previsto anche per il 2023 e 2024, un fatto che preoccupa. Per contrastare questa tendenza vanno investite risorse nell’Agenzia del lavoro e nella formazione. Dalla crisi, ha continuato Manzana, si esce in accelerazione e andrebbe creato un tavolo di coordinamento con le associazioni di categorie sul Pnrr. Sul tema delle discariche ha detto che la manovra cerca di guadagnare tempo quando si dovrebbe invece puntare sul termovalorizzatore e sul contenimento delle emissioni andrebbe fatto un intervento fiscale a favore del rinnovamento dei mezzi pesanti.

Rispondendo a Rossi (c’è un’emergenza forza lavoro che deriva dal peso della questione demografica e la Pat dovrebbe impostare politiche immigratorie) e a Tonini (giusta la preoccupazione degli imprenditori per la crescita del Trentino e per il progressivo degrado della spesa pubblica con la crescita della spesa corrente a fronte di una risposta della Pat di segno diverso a quello dello Stato che vede riforme a fronte di investimenti pubblici) e a Alex Marini (5 Stelle) (ha chiesto a Confesercenti e artigiani se sia possibile trovare una sintesi su birrifici, oleifici e piccoli negozi e se c’è la disponibilità di introdurre parametri ambientali anche su Irap e Imis) Profumo ha detto che sugli articoli contestati va fatto un confronto sulla base dell’eguaglianza delle regole. Perché non è possibile che la ristorazione sia soggetta a norme severe, mentre vignaioli, birrai e produttori di olio possono fare quello che vogliono senza controlli. Manzana, ha condiviso che la natalità è il problema dei problemi perché abbiamo costruito una società ostile alla famiglia e quindi si deve pensare alla gestione dell’immigrazione. Sulle riforme il presidente degli industriali ha detto che rinuncerebbe al Pnrr per la riforma fiscale e quella della giustizia.

 

 

La mancanza di manodopera è il problema dei problemi.

Il direttore della Cooperazione, Alessandro Ceschi, ha aggiunto che anche nei Fse è stato sottolineato il rischio denatalità e quindi ci si deve interrogare sui flussi migratori perché già oggi non ci sono le risorse lavorative necessarie. Sulle riforme Ceschi ha detto che da noi la riforma delle riforme dovrebbe riguardare il futuro della Regione. La questione della sostenibilità, ha ricordato, riguarda anche le banche che, su spinta europea, dovranno tenere conto di questo aspetto nella concessione dei crediti. Berardi ha dichiarato la disponibilità ad affrontare il tema degli articoli contestati da Confcommercio e ha ricordato che il tema della mancanza di manodopera,per quanto riguarda l’edilizia, si sta affrontando anche pensando all’importazione di lavoratori dall’estero. Ma vanno migliorati i centri dell’impiego e va tagliata la burocrazia.
Aldi Cekrezi direttore di Confesercenti ha affermato che le riforme non possono essere fatte contro qualcuno. Mentre il tema della manodopera, per Battaiola che ha chiuso la mattinata, è il tema dei temi e va risolto anche attraverso la promozione di un’etica del lavoro.

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