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CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * LAVORI AULA POMERIGGIO: « PALAZZO TRENTINI, VIA LIBERA AL BILANCIO DI PREVISIONE PER IL 2022 (18 SÌ / 2 NO / 10 VOTI DI ASTENSIONE) »

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18.10 - martedì 30 novembre 2021

Sì dell’aula anche al bilancio di previsione del Consiglio provinciale per il 2022. Nel pomeriggio in aula l’assemblea legislativa ha approvato con 15 voti a favore e 13 di astensione la delibera proposta dalla Giunta con il bilancio consolidato della Provincia per il 2020 dopo averne completato la discussione iniziata stamane. A seguire l’assemblea legislativa ha dato anche il via libera, con 18 sì, 2 no (Marini del Misto e Zanella di Futura) e 10 voti di astensione, alla delibera relativa al bilancio preventivo 2022 del Consiglio provinciale. Rinviato l’esame del disegno di legge della Giunta sugli impianti di telecomunicazione.

Alex Marini (Misto-5 Stelle), ancora sul bilancio consolidato 2020 proposto dalla Giunta, ha segnalato che la Provincia dovrà adeguarsi alla riforma fiscale che il governo sta per definire a livello nazionale. Sarebbe quindi il caso, a suo avviso, di approfondire la questione dell’autonomia fiscale sul tema delle imposte e delle aliquote da applicare nel nostro territorio. Per Marini anche su questo tema servirebbe una discussione organica e il bilancio consolidato potrebbe offrire l’occasione per parlarne, dal momento che i quattro quinti delle risorse della Provincia deriva da tributi locali. Questo per legare i gettiti in entrata con le politiche di spesa e promuovere, tra l’altro, interventi a tutela dell’ambiente e non energivori. Dei ragionamenti si potrebbero anche sviluppare – ha concluso – in merito alle politiche sociali e in particolare ai giochi d’azzardo.

 

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Via libera al bilancio di previsione del Consiglio provinciale.

A seguire l’aula ha poi approvato con 18 voti a favore, 10 di astensione e due contrari – Alex Marini e Paolo Zanella (Futra) – la la delibera sul bilancio di previsione del Consiglio provinciale proposto dall’ufficio di presidenza.

 

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Marini ha citato le molte questioni relative al Consiglio contenute nelle interrogazioni rivolte al presidente Kaswalder.

Dopo la lettura della relazione illustrativa del presidente Kaswalder (vedi sotto la scheda di sintesi), Alex Marini (Misto-5 stelle) ha evidenziato i problemi relativi al personale del Consiglio. Su un totale di 78 dipendenti – ha segnalato – 10 risultano in comando, quindi circa il 13%. Non è chiaro se questa percentuale sia nella norma o meno. Ma il Consiglio provinciale dovrebbe essere un ente autonomo sotto il profilo delle professionalità che dovrebbe, semmai, avere in esubero. Senza dipendere da altre istituzioni per poter svolgere la propria attività. Sarebbe interessante discutere su come selezionare e impiegare adeguatamente le professionalità nel miglior modo dal punto di vista qualitativo. Ci sono state 20 cessazioni nel 2020 e oggi rimangono da impiegare 2 unità di personale. Era emersa qualche mese fa dal presidente l’esigenza di rafforzare l’ufficio legislativo, ma non si capisce a che punto sia l’assunzione di questo personale che dovrebbe sostenere anche l’attività dei consiglieri. Marini ha poi ricordato la quarantina di interrogazioni rivolte al presidente del Consiglio provinciale nel corso del 2021.

La prima riguardava la seduta congiunta tra l’assemblea legislativa provinciale e il Consiglio delle autonomie locali, che dovrebbe essere convocata per legge ogni anno mentre da quattro anni non è stata mai effettuata. Dovrebbe essere fondamentale potersi incontrare e confrontare almeno una volta all’anno con il sindaci. Marini ha quindi sollecitato il presidente del Consiglio affinché convochi questa seduta congiunta anche per approfondire i problemi reali da affrontare in rapporto alle autonomie locali. Secondo tema delle interrogazioni presentate dal consigliere: le conferenze di informazione. Ne sono state organizzare alcune in via telematica, il che è stato positivo anche per i vantaggi legati ai risparmi ad esempio sui buffet e per la registrazione sui canali online del Consiglio che ne rendono accessibile a tutti la visione. Terzo tema delle interrogazioni di Marini: le sessione straordinaria dell’assemblea legislativa sulla tutela dei diritti delle minoranze linguistiche. Ancora: il contenzioso legale davanti al giudice del lavoro per il finanziamento illegittimo del segretario del presidente del Consiglio. La prima questione riguarda il costo per indennizzare il segretario, sostenuto dal Consiglio con inizialmente 21.000 euro e poi fino all’agosto del 2021 con 111.000 euro. Fino a fine legislatura il Consiglio continuerà a pagare per quest’atto illegittimo. Tema del segretario generale del Consiglio: Marini aveva sollecitato la sostituzione per rimpiazzare la figura uscente, con procedure adeguate. Invece oggi abbiamo un segretario generale pro tempore e non si sa come questo dirigente sarà poi rilevato da un’altra persona. E’ stato poi emanato il bando per la selezione del dirigente del servizio legislativo prima anche che la relativa delibera venisse approvata dall’ufficio di presidenza.

Se si fosse agito correttamente si poteva introdurre qualche elemento innovativo sulla selezione di questa figura. Sviluppo sostenibile: Marini aveva proposto l’introduzione di strumenti per valutare l’impatto ambientale delle disposizioni legislative. Marini si era occupato nelle sue interrogazioni anche della rappresentanza dei Comuni e degli enti delle zone di montagna nell’assemblea dei presidenti dei Consigli regionali. Se il Comune di Trento ha tutti gli strumenti per accedere alle scelte sull’utilizzo delle risorse messe a disposizione del Pnrr, non così accade per i piccoli enti locali del nostro territorio. Forum Trentino per la pace e i diritti umani: nel bilancio di previsione si mantengono le stesse risorse dell’anno passato (22.000) e sarebbe un peccato che non bastassero per la realizzazione dei progetti di questo organismo incardinato nel Consiglio. Misure di contrasto alla criminalità organizzata: Marini ha detto di aver chiesto se il Consiglio si fosse interessato di questo argomento come richiesto a livello nazionale. E che il presidente aveva risposto che l’autonomia permetteva di non recepire necessariamente queste indicazioni dall’esterno. Per Marini servirebbe poi una figura che seguisse a Roma le richieste della Provincia di Trento, con una delega specifica a qualche assessore. Libretto informativo sugli istituti di partecipazione popolare: all’interrogazione del consigliere il presidente aveva risposto che il Covid ha fermato tutto a questo livello. Si potrebbe pensare di rafforzare la dotazione organica del Consiglio provinciale che ha solo 4 giornalisti per rappresentare tutti i consiglieri, mentre la Giunta dispone di 10 giornalisti più uno staff costituito da una decina di persone che si occupano di vari settori. Per un corretto bilanciamento delle due istituzioni potenziando le risorse del Consiglio potenziando anche i canali informativi sul web.

Anche perché tra poco potrebbe venir meno la diretta televisiva dei lavori in aula per la transizione tecnologica. Relazioni di maggioranza e di minoranza a disegni di legge. Se non vengono lette in aula, Marini ha chiesto che quando si danno per lette, vengano poi inserite nel resoconto integrale dei lavori. Risparmi di spesa: sul segretario questore che ha rinunciato all’indennità e sul vicepresidente, il cui compenso è stato destinato al fondo per le famiglie e i soggetti bisognosi. Varrebbe però la pena utilizzare questi risparmi di spesa di 12.000 euro nel 2022 per migliorare i servizi del Consiglio. Per i soggetti disagiati si dovrebbe invece intervenire attraverso le leggi. Sistema digitalizzato: il consigliere ne ha chiesto la digitalizzazione e la possibilità di scaricare i documenti in pdf. Ultima questione: diritto di accesso alle informazioni dei consiglieri provinciali, che devono poter accedere a tutta la documentazione dei disegni di legge, anche in merito al loro impatto finanziario e su altri settori.

 

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Masé: migliorare il trattamento economico dei dipendenti dei gruppi.

Vanessa Masè (La Civica) ha sottoposto all’aula e alla conferenza dei capigruppo il tema del trattamento economico dei dipendenti dei gruppi consiliari. Si tratta di poco meno di 30 persone per i quali sono annualmente 45.000 euro lordi per ogni unità di questo personale con delibera dell’ufficio di presidenza sentiti i presidenti dei gruppi. Masè ha proposto di stanziare una cifra superiore: a Bolzano si prevedono 58.000 euro annui per ogni unità. Questo personale è utile a tutti i consiglieri e quindi, di riflesso, a tutta la comunità trentina vista la complessità degli argomenti che il Consiglio affronta. Se si lavora bene è anche grazia al lavoro di questo personale. Certo si tratta di un incarico a chiamata e fiduciario perché con i consiglieri si deve instaurare una relazione di fiducia, non necessariamente politica ma sulla qualità del lavoro. L’incarico è di legislatura e non è detto che lo stesso gruppo continui nella legislatura successiva e il personale dei gruppi potrebbe non poter più continuare l’attività. Visto che non è previsto alcun automatismo nel rinnovo di questi contratti e i 13.000 euro in più per dipendenti previsto in provincia di Bolzano, secondo Masè servirebbe una riflessione attenta su questo punto visto che si sta discutendo di rinnovi contrattuali del pubblico impiego.

 

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Rossi: il presidente Kaswalder promuova il confronto con il Consiglio delle autonomie locali prima della riforma istituzionale.

Ugo Rossi (Misto-Trentino in Azione) ha preso atto di come questo bilancio dimostri che il Consiglio provinciale riesca a funzionare nonostante l’assenza di un vicepresidente. Non si tratta di riflettere solo sulle cifre di questo bilancio ma di considerare il ruolo del Consiglio nella particolare situazione in cui si trova oggi la società trentina e quindi anche la nostra autonomia. La presidenza del Consiglio – ha ricordato Rossi – ha sempre esercitato un ruolo di verifica e soprattutto di garanzia di un ordinato dibattito politico, ma anche di stimolo ad alcune questioni istituzionali fondanti dell’autonomia speciale.

Il riferimento è alle questioni riguardanti il rapporto fra la Provincia e le altre istituzioni che sono le autonomie locali. Rossi ha osservato di aver colto un certo fastidio rispetto alle continue sollecitazioni di Marini di una seduta congiunta tra il Cal e il consiglio provinciale. Nella nostra provincia in questi anni vi sonos tate modifiche importanti all’assetto istituzionale delle autonomie locali che richiederebbero un momento di dibattito come questo. Rossi ha ricordato che nel 2014 si è tenuta in aula una seduta congiunta con il Consiglio delle autonomie locali nel corso della quale sono emerse indicazioni che sono poi diventate linee guida che hanno indirizzato la legge di riforma istituzionale introdotta nella scorsa legislatura. Allora erano state votate risoluzioni che avevano dato indicazioni alla Giunta provinciale per confezionare un ddl. L’attuale governo provinciale – ha rammentato Rossi – aveva inserito nei propri programmi e sostenuto pubblicamente l’obiettivo dell’eliminazione delle Comunità di valle, ma mai in quest’aula consiliare se ne è potuto discutere. Ecco perché, secondo il consigliere, la proposta di Marini va tenuta in considerazione. Altrimenti in aula e in commissione ci si riempie la bocca di affermazioni a tutela dei piccoli comuni e poi si arriva a una riforma istituzionale che rischia di passare in commissione solo con un’audizione del presidente del Cal. Per Rossi serve invece un dibattito preliminare in aula su questo tema.

E ha quindi lanciato un appello al presidente del Consiglio provinciale perché si assuma la responsabilità di promuovere un dibattito con le Autonomie locali sull’assetto che avranno le istituzioni nel nostro territorio. Con una seduta congiunta o quantomeno con un incontro tra l’esecutivo del Cal e i capigruppo. Anche la Giunta dovrebbe avvertire l’interesse che questo dibattito avvenga prima della proposta di un disegno di legge di riforma istituzionale. Quando si approva un bilancio del Consiglio occorre anche parlare delle cose non. E la seduta congiunta con il Cal è una di queste cose. Il disegno di legge di riforma istituzionale potrebbe in tal modo riuscire più condiviso.

 

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Tonini: il Consiglio privo degli strumenti per analizzare il bilancio della Giunta.

Giorgio Tonini (Pd) ha preannunciato di non poter votare a favore di questo bilancio per una ragione politica. Il nodo da lui posto – ha ricordato – fin dall’inizio della legislatura senza che poi la linea mutasse, è che si tratta di un bilancio inerziale la cui unica preoccupazione è di provare a ridurre un po’ la spesa. Ma la revisione della spesa non può essere un taglio lineare ma cercare di fare meglio ogni anno anche con meno. Ma fare meglio. Invece la linea seguita in questi anni è stata di fare come l’anno prima possibilmetne spendendo di meno. Non è mai stato affrontato il nodo di fondo politico: qual è il ruolo dell’assemblea legislativa nella dialettica tra Consiglio e Giunta. Negli ultimi decenni l’esecutivo è stato rafforzato con un simmetrico e speculare indebolimento della struttura parlamentare anche in termini di patrimonio di conoscenze e di risorse sempre minore. Questa è una tendenza diffusa e non circoscritta alla Provincia di Trento.

Allora il ruolo dei parlamenti è di provare a rafforzare la propria capacità di essere potere di indirizzo e controllo sugli esecutivi. Tonini ha rammnetato una serie di obietti i da lui indicati, il principale dei quali è il rafforzamento della capacità del Consiglio di esercitare un controllo efficace sul bilancio della Provincia autonoma. Cosa oggi impossibile perché non c’è uno straccio di strumento che sia in grado di fornire ai consiglieri strumenti di analisi indipendenti rispetto a quelli della Giunta. Oggi il potere fondamentale che è di disporre di dati di conoscenza per fare le leggi è interamente nelle mani della Giunta. C’è una presenza debordante della presenza dell’apparato della Giunta che è diventato il vero interlocutore dei consiglieri, che chiedono ai funzionari dell’esecutivo di capire le norme. Dall’altra parte c’è invece un Consiglio muto. In Parlamento i rappresentanti del governo si presentano sempre da soli: chi ci mette la faccia è il potere politico e non la struttura tecnica, mentre il Parlamento dispone di strumenti importanti come nel caso del servizio bilancio di Camera e Senato, che è una struttura che legge i bilanci offrendo al potere legislativo strumenti di conoscenza e di vaglio critico competenti. Tutto questo in Consiglio provinciale non esiste. Anzi, il problema non è nemmeno avvertito.

Evidentemente – ha commentato Tonini – si è sempre fatto così e questa debolezza viene da lontano. Ma se è stato fatto qualcosa di sbagliato nel passato, oggi è responsabilità di chi c’è adesso continuare nella stessa direzione. Tutto questo non aiuta la qualità della legislazione. Il controllo delle istituzioni non è sol o un presidio di libertà ma anche un presidio di qualità. Se ciascuno si lascia esaminare da un altro è portato a produrre meglio e di più, altrimenti si va verso un peggioramento qualitativo della nostra legislazione.

 

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La replica del presidente Kaswalder. C’è allo studio un progetto di ufficio studi anche per rafforzare le capacità del legislativo rispetto al bilancio dell’esecutivo.

Il presidente del Consiglio provinciale ha riconosciuto che il problema della debolezza dell’organo legislativo sollevato da Tonini sulla questione del bilancio presentato dalla Giunta effettivamente esiste. E che proprio per questo uno degli obiettivi del nuovo dirigente del Consiglio è proprio quello della definizione di un progetto che soddisfi questa esigenza fodnamentale. La volontà di ovviare a questa debolezza, quindi, c’è – ha assicurato Kaswalder. Si tratta di dare ai consiglieri un supporto di un certo livello per poter valutare e discutere il bilancio della Giunta. Quanto alle osservazioni dei consiglieri Rossi e Marini, il presidente si è impegnato a studiare i tempi in cui inserire l’anno prossimo in calendario la seduta congiunta con il Consiglio delle autonomie locali.

A Masè sulla retribuzione dei collaboratori dei gruppi, il presidente ha ricordato una norma che fissa un parametro – categoria D – rispetto al quale sono ben pochi i margini di manovra per migliorare il loro trattamento. Infine, ancora rispodendo a Marini, Kaswalder ha riconosciuto che vi sono in Consiglio alcune figure persone in comando, ricordando però che negl i ultimi anni non è stato possibile fare concorsi. Per fortuna con l’istituto del comando il Consiglio provinciale ha potuto far fronte al proprio fabbisogno di personale. Kaswalder ha segnalato che oggi vi sono 75 idonei di un concorso pubblico e che il Consiglio vorrebbe inserire nel proprio organico 6 unità di questo personale per le attività di supporto d’aula e nel servizio legislativo. Quanto al segretario generale, Kaswalder ha detto che non è possibile bandire un concorso pubblico perché il regolamento non lo consente, affidando al presidente la ricerca tra i dirigenti generali della Pat la figura più adatta al Consiglio provinciale. Se ne parlerà quindi – ha concluso – nella prossima conferenza dei capigruppo. Sul tema del licenziamento del segretario sollevato da Marini, il presidente ha detto di aver sicuramente commesso qualche sbaglio ma ha anche rivendicato di aver sempre agito correttamente.

E di aver permesso al Consiglio di risparmiare 3 milioni e 300 mila euro proprio grazie alle sue scelte relative alla segreteria della presidenza. Che dispone di una sola segretaria. Infine sul tema degli investimenti evidenziato da Tonini Kaswalder ha ricordato che il Consiglio investirà un milione e 140 mila euro sulle tecnologie. E che quando sarà pronto il citato progetto predisposto dal dirigente, si potrà creare un ufficio studi del Consiglio capace di analizzare il bilancio della Provincia dando supporto all’organo legislativo. Quanto infine al personale del Consiglio, Kaswalder ha sottolineato che i dipendenti non rappresentano un costo ma una ricchezza che permette all’assemblea legislativa di poter svolgere il proprio compito con tranquillità.

 

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Marini: tutelare i diritti dei dipendenti dei gruppi consiliari.

Nelle dichiarazioni di voto Marini ha preannunciato la propria contrarietà al bilancio. In merito al tema del trattamento dei dipendenti dei gruppi consiliari sollevato da Masè, ha segnalato che il Consiglio regionale della Lombardia considera a tutti gli effetti come proprio personale i dipendenti dei gruppi. Vi è quindi la massima tutela di queste persone, inquadrate come tutti gli altri con il contratto degli enti locali. Ciò alleggerisce il carico burocratico sui gruppi consiliare, assicura un’omogeneità di trattamento e garantisce soprattutto la tutela anche dei diritti di questi dipendenti. Oggi questa tutela non è invece possibile per il personale dei gruppi consiliari della Provincia. Marini ha chiesto valutazioni comparative sull’argomento per capire cosa avviene a questo riguardo nelle regioni limitrofe alla nostra. Uno scatto dei livelli retributivi potrebbea suo avviso avvenire trasferendo maggiori risorse ai gruppi consiliari chiamati a svolgere attività molto importanti su mandato e a servizio dei cittadini.

 

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Scheda. I numeri principali del bilancio dell’assemblea legislativa della Provincia.

Il bilancio preventivo pareggia a 13.466.780 euro, in linea con il preventivo 2021 (13,49 milioni). Con un lieve calo di circa 20.000 euro. Due le voci di spesa nuove rispetto alle scorse annate: la prima derivante dall’imminente trasferimento dalla Giunta al Consiglio della figura di consigliere di parità nel lavoro, la seconda dalle indennità dei membri dell’Autorità per le minoranze linguistiche (l’uscente operava a costo zero in quanto pensionato). Una serie di voci di spesa riguarda gli organismi incardinati presso il Consiglio: 17 mila euro per la Commissione dei 12, 164 mila per difensore civico e garanti dei detenuti e dei minori, 114 mila per il Corecom, 22 mila per il Forum pace, 71 mila per l’Autorità minoranze, 60 mila per la Cpo (pari opportunità), 61 mila per il consigliere di parità. In bilancio vengono stanziati 1,136 milioni di euro sul triennio (2022-2024) per l’introduzione di nuovi software o per l’aggiornamento di quelli in uso, oltre alla previsione di un’idonea manutenzione della sede consiliare (sbarrieramento delle sale mostra, installazione delle linee vita sulle coperture, sostituzione rete wifi, sviluppo del sistema informatico consiliare per consiglieri). Per quanto riguarda le sale commissioni si prevede di spendere:

– impianto conference + impianto condizionamento: euro 270.000,00, iva inclusa (di cui euro 180.000,00 già imputati nell’esercizio finanziario 2021; euro 90.000,00 stanziati nell’esercizio finanziario 2022);

– lavori per elettricista, falegname, edili, pittori, ecc.: euro 88.000,00 iva inclusa (stanziati nell’esercizio finanziario 2022);

– manutenzione: euro 27.000,00 (stanziati negli esercizi finanziari 2023/2024).
Gli oneri previsti per il personale ammontano a 5.467.000 e incidono in bilancio per il 47,50%.

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