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CONSIGLIO PROVINCIALE PAT: RIPRESO STAMANI IN AULA ESAME ODG PARITA’ DI GENERE

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12.06 - mercoledì 5 aprile 2017

(Fonte: Ufficio stampa Consiglio Pat) – Sì del Consiglio provinciale alla Risoluzione sull’Europa e alla mozione di Borgonovo Re per assicurare sostegno alle funzioni istituzionali delle minoranze nei consigli comunali. Ripartita stamane la discussione sulla riforma della legge elettorale per introdurre la parità di genere.

 

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Conclusa la discussione iniziata ieri pomeriggio, stamane il Consiglio provinciale ha approvato con 2 contrari, 5 astenuti e la non partecipazione al voto di Degasperi (M5s), la Risoluzione proposta da Lucia Maestri (Pd) e da altri componenti della Quinta Commissione da lei presieduta che prevede l’esame del programma di lavoro della Commissione europea per il 2017. L’iniziativa risponde al processo di “partecipazione ascendente” dei territori nazionali e regionali alla formazione delle scelte adottate dall’Unione europea. A seguire, Borga (CT) ha ritirato perché già attuata la mozione da lui proposta per chiedere di garantire il coinvolgimento delle famiglie nelle azioni di contrasto promosse dalle scuole alle discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale.

Il Consiglio ha dato poi il via libera all’unanimità alla mozione proposta da Borgonovo Re (Pd) per assicurare sostegno alle funzioni istituzionali dei consiglieri comunali di minoranza. A seguire è quindi ripartita la discussione del disegno di legge che propone di introdurre la parità di genere nella legge elettorale, discussione sospesa il mese scorso mentre si discutevano gli ordini del giorno collegati al provvedimento.

All’inizio dei lavori, su richiesta di Marino Simoni (Progetto Trentino) condivisa dal presidente Dorigatti, l’assemblea legislativa ha osservato un momento di silenzio dedicato alle tante vittime della terribile esplosione avvenuta ieri in Siria utilizzando il gas. Pur condividendo la proposta, Borga ha preso le distanze dalla disinformazione sui responsabili dell’eccidio. “Sappiamo bene chi fa uso di gas in Siria”, ha osservato. Dorigatti ha esortato ad evitare contrapposizioni di fronte alle vittime dell’attentato.

 

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Le dichiarazioni di voto sulla Risoluzione europea.

Sulla Risoluzione, nella sua dichiarazioni di voto, Maurizio Fugatti (Lega), contrario, ha sottolineato che oggi l’Italia appartiene ai Paesi relegati come la Grecia nella seconda delle due velocità con cui viaggia l’Europa. Fugatti ha concluso affermando che “non possiamo pensare, come fa questa Risoluzione, che l’Europa sia ancora quella immaginata quando si credeva che avrebbe prodotto benessere per tutti”.

Segnalando la propria differenza di vedute su questo argomento con il collega Simoni, Walter Viola (Progetto Trentino) ha motivato la scelta di astenersi. “Sono persuaso che l’Europa sia necessaria, ma anche che oggi o l’Ue si autocorregge e si riforma, oppure rischia l’implosione. Questo – ha aggiunto – è il sentimento avvertito in decine di paesi europei”. Tanto che il 25° anniversario del Trattato di Maastricht che nel 1992 è stato il più importante atto giuridico nella storia dell’Ue, non è stato celebrato da nessuno. Piuttosto che impegnarci sul processo ascendente delle decisioni europee – ha concluso – investiamo sul quello discendente, per tentare con la nostra autonomia di adattare le scelte europee alle esigenze del nostro territorio”

Walter Kaswalder (Gruppo misto) ha evidenziato che anziché un’Europa delle piccole patrie è stata costruita un’Europa dei potentati economici e delle banche. “Mi è difficile quindi votare una Risoluzione come questa, sulla quale mi asterrò – ha spiegato – anche pensando a quanto male viene gestito a livello europeo l’afflusso dei migranti nei nostri territori”. Questo problema si riflette, a suo avviso, negativamente sulla sicurezza, favorendo lo spaccio di droga da parte degli extracomunitari. La verità per il consigliere è che l’Europa ha abbandonato l’Italia, lasciata sola ad affrontare l’immigrazione.

Filippo Degasperi (M5s) ha preannunciato la propria non partecipazione al voto perché “una Risoluzione come questa, riguardanti un ‘Europa ‘che protegge, da forza e difende’ maschera la realtà di un’Europa che non ha protetto, difeso e rafforzato nessuno se non le banche. L’Europa va – per Degasperi – smontata e ricostruita su altre basi, perché sono stati completamente dimenticati i principi umani, sociali e culturali fondanti, privilegiando solo quelli economici”. Secondo il consigliere, ad esempio, l’Europa ha demolito il mercato del lavoro, esautorando il governo italiano al quale ha dettato l’agenda politica. “L’Europa è disinteressata agli argomenti da noi inseriti oggi in questa Risoluzione”.

Gianpiero Passamani (UpT), favorevole, ha ricordato di aver sollecitato la Quinta Commissione a presentare al Consiglio questa Risoluzione, ma ha anche chiesto alla Giunta di rafforzare l’ufficio trentino a Bruxelles. La domanda da porsi per Passamani è: “cosa sarebbero oggi l’Italia e il Trentino se non fossimo agganciati all’Unione europea? Dobbiamo pensare all’Europa soprattutto per i nostri giovani”, ha concluso.

Massimo Fasanelli (Misto) ha preannunciato un voto di astensione “perché bisognerebbe puntare tutti, anche come Provincia, con le nostre scelte, ad un’Europa dei territori”. La questione per Fasanelli è che concretamente facciamo poco o nulla in questa direzione, quando in realtà dovremmo sapere che “l’Europa siamo noi” e agire di conseguenza. “Chi decide in Europa? I parlamentari o altri”, ha chiesto. “Vi sono grandi cambiamenti da apportare all’Unione europea anche a partire da quest’aula consiliare”.

 

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Ritirata la mozione di Borga per coinvolgere le famiglie nelle azioni di contrasto alle discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale promosse nelle scuole.

Sulla mozione 517 proposta da Rodolfo Borga per attuare l’ordine del giorno 517 riguardante il coinvolgimento delle famiglie nelle azioni di contrasto alle discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale, il capogruppo di Civica Trentina ha riconosciuto al presidente Rossi e alla Giunta di aver già dato attuazione a quest’atto politico. Essendo quindi risolto il problema, Borga ha ritirato la mozione. Dal canto suo il presidente Ugo Rossi ha aggiunto che l’esecutivo esercita “con entusiasmo” le proprie responsabilità nel dare attuazione agli impegni ad esso affidati dal Consiglio.

 

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Sì la mozione di Borgonovo Re a sostegno delle minoranze nei consigli comunali.

Approvata poi all’unanimità la mozione 524 proposta da Borgonovo Re (Pd) che prevede interventi per valorizzare le funzioni istitutionali delle minoranze consiliari nei Comuni trentini”. La consigliera ha illustrato il testo, nato, ha detto, dal confronto con le minoranze di diverso colore politico di molti consigli comunali. La necessità delle minoranze cui la mozione dà voce, ha aggiunto, è di avere strumenti adeguati per svolgere con efficacia il loro ruolo nell’amministrazione dei Comuni. Tre gli impegni richiesti dalla mozione alla Giunta, emendata nel dispositivo d’intesa con l’assessore Daldoss: individuare forme e luoghi di supporto alla funzione dei consiglieri comunali, sia di maggioranza sia di minoranza, presso il Servizio autonomie locali della Provincia ed eventualmente in collaborazione con il Servizio regionale competente; l’intensificazione e il rafforzamento dei percorsi di formazione e aggiornamento per i consiglieri comunali, in collaborazione con il Consorzio dei Comuni; infine l’esecutivo dovrà riferire entro 6 mesi alla commissione consiliare competente in merito alle iniziative avviate e alle loro ricadute rispetto al funzionamento dei consigli comunali, come pure riguardo alla qualità dei rapporti tra maggioranze e minoranze consiliari.

“La democrazia e un futuro migliore per tutti nel Trentino – ha concluso Borgonovo Re – passano anche attraverso il buon funzionamento dei consigli comunali e da un equilibrato rapporto tra chi ha responsabilità esecutive e gli altri amministratori che rappresentano le diverse forze politiche anche di minoranza”.

“Noi minoranze siamo le forze animatrici della democrazia”, è stato il commento di Borga (Civica Trentina) sull’intervento della consigliera e la mozione da lei proposta. Ha manifestato la volontà di sostenere la proposta di Borgonovo Re.

Anche Fasanelli (Misto) ha espresso condivisione per la mozione della consigliera.

L’assessore Daldoss ha dichiarato il parere favorevole della Giunta, perché già in passato sono stati organizzati dal Consiglio delle autonomie locali corsi di formazione per i consiglieri comunali. Inoltre la funzione di consulenza a sostegno i consiglieri comunali è esercitata a 360 gradi dal servizio enti locali della Provincia. “La minoranza – ha concluso – deve da un lato controllare l’attività della Giunta e dare un contributo costruttivo all’amministrazione, e dall’altro prepararsi a diventare maggioranza”.

Per Marino Simoni (Progetto Trentino), d’accordo con la mozione così come emendata, occorre guardare ai consigli comunali come una realtà operativa autonoma rispetto alla quale la Provincia deve dare supporto tecnico e giuridico ai diversi ruoli. “Non sta a noi – ha aggiunto – valutare e distinguere le diverse funzioni nei consigli comunali, ma solo fornire strumenti di sostegno alle attività”. Ultimamente a suo avviso la Regione sta indebolendo questo sostegno pur previsto dalla legge ordinamentale sui Comuni.

Nella sua replica Borgonovo Re ha ricordato che Calamadrei, uno dei massimi padri costituenti, “aveva un grande rispetto per le minoranze perché le immaginava come maggioranze del futuro. E per questo chiedeva alle minoranze di interpretare il loro ruolo avendo presente cosa vorrebbero se fossero maggioranza”. Si tratta di rafforzare il ruolo di tutti gli interlocutori che stanno all’interno dei consigli comunali.

Claudio Civettini (Civica Trentina), condividendo la mozione, ha auspicato che a questi impegni la Giunta dia effettivamente seguito. Servirebbe a suo anche un organigramma per sapere a chi le minoranze possono rivolgersi nel chiedere sostegno alla struttura provinciale. Organigramma, ha osservato, che ancora non c’è. “Le minoranza – ha concluso – servono se le maggioranze riconoscono che anche le opposizioni lavorano per il bene comune e non solo per dire no”. Ma questo, ha aggiunto Civettini, è ancora molto difficile, perché servirebbe più senso civico.

Giacomo Bezzi (FI), d’accordo con la mozione, ha ricordato come in questi ultimi vent’anni anni il livello qualitativo delle attività dei consigli comunali non sia cresciuto. Anzi, si è via via indebolito a causa della riforma che ha introdotto l’elezione diretta del Sindaco. Certo, ha osservato, così l’iter decisionale delle amministrazioni è stato snellito, ma oggi non troviamo più la formazione dei consiglieri che c’era un tempo ad esempio in materia urbanistica o di bilancio, e che permetteva una crescita della preparazione sulla cosa pubblica. “Per questo – ha detto – rimpiango la Prima Repubblica”. “Giusta quindi l’iniziativa di Borgonovo Re – ha concluso –, ma per riqualificare l’attività dei consigli comunali servirebbe una riforma degli enti locali”.

Massimo Fasanelli (Misto) ha segnalato che a tutela delle minoranze si sta lavorando ad una modifica del regolamento per favorire l’accesso agli atti cui che magari la maggioranza ha meno difficoltà ad avere.

Per Walter Viola (Progetto Trentino) il problema del ruolo delle minoranze rientra oggi nella più complessiva questione della rappresentanza, messa in discussione in tutti i settori, politici, sindacali e nelle associazioni di categoria. Certo, per Viola, la crescente richiesta di partecipazione diretta dei cittadini è importante, ma rischia di minare il concetto di rappresentanza. La maggioranza, ha osservato Viola, non ha diritto a governare da sola, perché governare dev’essere sempre frutto di un confronto. A suo avviso su questi temi servirebbe oggi un dibattito più approfondito.

 

 

 

 

Foto: archivio Consiglio provinciale Pat

 

 

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