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CONSIGLIO PROVINCIALE PAT * LAVORI AULA: « RESPINTE DUE MOZIONI DELLA MINORANZA SU CINFORMI E CORSI EDUCAZIONE DI GENERE »

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16.31 - mercoledì 23 gennaio 2019

In mattinata l’aula ha respinto, dopo un’ampia discussione, due mozioni della minoranza: quella di Luca Zeni (Pd) su Cinformi e quello di Sara Ferrari sui corsi sull’educazione di genere.

Paolo Ghezzi: capirete che è più bello integrare che disintegrare.

La mattinata è ripresa con la discussione della mozione di Zeni sull’accoglienza degli emigrati bocciata con 20 no e 11 sì. Il primo ad intervenire è stato Paolo Ghezzi (Futura) dicendo che non si tratta di essere filostranieri ma di mettere in guardia la Giunta dal fatto che la destrutturazione di un sistema che garantiva una gestione delle presenze rischia di portare ai risultati opposti a quelli prefissi. La chiusura degli appartamenti periferici con la concentrazione dei richiedenti asilo in aree più vaste, ha continuato, è una mossa che andrebbe pensata con più attenzione perché, anche in questo caso, si rischia di andare in direzione contraria a quella esigenza di sicurezza tanto cara alla Lega.

L’invito alla Giunta di Futura è quello di valutare, come ha fatto in altri settori, in modo più riflessivo senza travolgere un modello fatto di inclusività e rispetto dei diritti di tutti. In dichiarazione di voto Ghezzi ha ricordato che il Trentino già oggi non è puro etnicamente. Lo zelo posto dal governo provinciale nel combattere la pluralità delle presenze è esagerato e controproducente. In un Trentino così, ha affermato il capogruppo di Futura, la vita non sarà migliore. Ce lo insegna la storia dell’America. Infine, Ghezzi, ha ricordato la foto di Salvini con la felpa della Polizia ritratto mentre premiava un gruppo di atleti tra i quali Yeman Crippa nero trentino che viene dall’Etiopia, figlio di genitori lombardi che hanno portato dall’Africa 8 ragazzi di colore che si sono inseriti benissimo e hanno ripopolato una valletta spopolata del Trentino. La pluralità, insomma, per Ghezzi va considerata come una ricchezza. Quando sento una ragazza marocchina, ha concluso, che parla italiano meglio di una ragazza nonesa sono contento sia per la marocchina che per la nonesa. Scoprirete, ha detto rivolgendosi ai banchi della Giunta, che è più bello integrare che disintegrare.

 

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Alessia Ambrosi (Lega): Cinformi si è trasformata in una speculazione.

Alessia Ambrosi (Lega) ha ribattuto affermando che le intenzioni che hanno dato vita a Cinformi erano sincera, ma negli anni questo organismo è diventato una speculazione. La consigliera si è detta sbalordita dalla crescita del bugdet. Dal tipo di corsi che sono stati proposti agli stranieri: come quelli per gestire i conti, nei quali hanno imparando esclusivamentea spedire i soldi a casa loro. Conoscenze che nulla c’entrano con l’integrazione. Al Cinformi, ha continuato Alessia Ambrosi, insegnavano ai ragazzi a giocare a calcio, come in piazza Santa Maria, per esempio, dove il portone della chiesa del Concilio è diventato una porta da calcio. Inoltre, ha continuato, di fronte alla diminuzione dei migranti, la crescita dei costi, arrivata fino a 17,7 milioni di euro, non è assolutamente giustificabile. Di fronte a tutto questo, ha concluso, l’operato del Presidente è da appoggiare fino in fondo. Certo, ha aggiunto, si deve agire con intelligenza e tenendo conto il buono fatto dalle giunte precedenti, ma tenendo conto prima di tutto che si tratta di soldi dei trentini e che gli sprechi non possono essere tollerati.

 

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Rossi: si è persa l’occasione per avviare un confronto sui fatti.

Ugo Rossi (Patt) ha ricordato che la politica della sua Giunta, tra gli obiettivi principali, aveva quello di attenuare l’urto dell’emigrazione sulla nostra società. Anche perché, da ragazzo ha vissuto sulla sua pelle l’impatto dell’immigrazione. L’ex Presidente ha ricordato di essere nato a Milano da genitori emigrati dalla Val di Sole. Di essere vissuto alla Bovisa, quartiere nella zona industriale milanese, interessato, anche negli anni ‘70 da un’ondata migratoria proveniente dal sud. Gente, ha affermato, spesso analfabeta che arrivava con le valige di cartone, molto diversa da quella del nord. Differenza, ha ricordato Rossi, che veniva vissuta, anche nella sua famiglia, con disagio. Ma poi, ha continuato, queste persone si sono integrate e oggi la distinzione non è più con loro, ma con chi arriva da altri paesi, spesso in maniera indebita. Nel suo intervento Rossi ha ricordato che a Milano le parrocchie organizzavano corsi di lingua per siciliani, pugliesi e che il Cinformi è nato in seguito e per dare una risposta all’ondata di immigrazione albanese.

primo problema dell’immigrazione sta nella gestione. E per prima cosa si devono investire risorse per sapere se chi viene da noi ha diritto o no di rimanere. E una volta fatto questo mettere in campo servizi per abbassare l’impatto con la società. Quindi, ha detto l’ex Presidente, che senso ha fermare i corsi di lingua. Si potranno limitare gli sprechi, ma perché sospenderli? Solo per accontentare qualcuno, magari il trentino povero al quale l’abbiamo promesso ma che non sarà meno povero perché allo straniero non si si insegna più l’italiano? Insomma, ha aggiunto, su questo problema si deve abbandonare la faccia truce. Il Patt, ha ricordato, è disposto al confronto, ma nella mozione ci sono cose indispensabili, non a caso previste dall’accordo di governo in Alto Adige. Altrimenti, ha detto ancora, si torna indietro, ai tempi di Giovanni Corrà che, ha ricordato, in val di Non, 25 anni fa, organizzò i corsi di lingua per gli albanesi. In dichiarazione di voto Rossi ha detto che con questa mozione è stata persa un’occasione per trovare un punto comune, anche rispondendo alle sollecitazioni che vengono dalla Chiesa, per avviare riflessioni laiche. Su alcuni punti si sarebbe potuto arrivare a delle aperture, anche su eventuali tagli da fare, ma di fronte alla chiusure della maggioranza il Patt non ha avuto scelta: ha votato la mozione Zeni.

 

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Degasperi: l’ex maggioranza dovrebbe fare autocritica.

Filippo Degasperi (5 Stelle), che ha annunciato il no alla mozione, ha invece auspicato, da parte dell’ex maggioranza, un minimo di autocritica su Cinformi, invece di parlare di “esemplare risposta”, come si fa nella mozione. Non si deve buttare tutto, ha aggiunto, approfondendo la situazione di Cinformi, come ha fatto 5 Stelle, risulta evidente che molte associazioni hanno incassato molto soldi e che la progressione degli investimenti è stata stupefacente, da un milione e mezzo di euro a più di 17 in pochi anni. Inoltre, ci sono state storture e sprechi evidenti, come, ad esempio, i 60 mila euro per cibi esotici, o i soldi per mettere a disposizione il fotografo. Le associazioni non possono essere messe all’indice, ha detto ancora Degasperi, ma qualcuna ha indubbiamente lucrato. 5 Stelle, insomma, ha sempre chiesto trasparenza e anche sull’integrazione il consigliere ha espresso qualche dubbio. Infine ha ricordato che si sono evidenziate diversità di trattamento tra stranieri e trentini in difficoltà: Cinformi, ad esempio, ha più volte tempestato di richieste le aziende per trovare lavoro agli stranieri, ma nessuno ha fatto e fa la stessa cosa per i disoccupati locali, vedi ad esempio quelli della Marangoni.

Il Presidente della Giunta, Maurizio Fugatti, ha detto che ci si trova di fronte a dati obiettivi: il Governo ha tagliato le risorse dai 35 ai 23 euro e la Giunta avrebbe dovuto quindi mantenere la situazione, dai corsi di lingue agli psicologi, con risorse della Pat. Un altro dato è lo stop agli sbarchi e il fatto che l’85% dei richiedenti asilo che non ottengono il riconoscimento nel 2020 non avranno più il diritto agli aiuti. Quindi, di fronte a questi dati di fatto la Giunta ha preferito agire subito, senza attendere il 2020. Le ricadute sul mondo delle coop c’è, ha ammesso Fugatti, e pr questo i servizi non sono stati interrotti il 31 dicembre, ma ci si è dati alcuni mesi di tempo per aprire un tavolo con coop e sindacati e si è deciso di mettere in campo tutti gli strumenti per le persone si trovano senza lavoro, come si fa per altri settori. Pronti anche a valutare, ha aggiunto, altri eventuali progetti recuperando le professionalità per aiutare i trentini i difficoltà.
Riferendosi a Rossi, il Presidente ha detto che il confronto tra siciliani e pugliesi degli anni ‘70 e l’immigrazione attuale non è condivisibile. Fugatti, riguardo la mozione, ha dato la disponibilità a votare disponibile a votare uno dei punti della mozione se si fosse accettato di indirizzarlo nel senso di favorire l’apertura di un tavolo per gli ammortizzatori sociali.

 

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Zeni: più facile gestire l’immigrazione se si forniscono servizi.

Luca Zeni (Pd) ha replicato affermando che proprio il calo degli arrivi permetterebbe di affrontare il problema dell’immigrazione con strumenti più efficaci e su Cinformi ha ricordato che i 17 milioni, includono le risorse trasferite dallo Stato alla Pat, soldi che comunque servivano a pagare merci e stipendi che avevano una ricaduta sul territorio . Il Cinformi, ha aggiunto l’ex assessore alle politiche sociali, si rivolge soprattutto ai lavoratori, in particolare dell’Est, come le badanti. Una struttura che, certo, si può rivedere, del resto anche la Giunta procedente ha fatto valutazioni; se ci sono, si deve intervenire sugli sprechi si intervenga, ma, ha detto ancora, come ha fatto Bolzano, si deve rimanere nel merito, sui fatti obiettivi. Il modello Ciformi, ha detto inoltre rivolgendosi a Degasperi, è stato definito esemplare dall’Anci.

E ha poi ribadito che la mozione ha l’obiettivo di ribadire la consapevolezza che la gestione delle persone è più facile se offriamo alcuni servizi. Servizi come i corsi di lingua italiana, che, tra l’altro, vanno nella direzione, chiesta dalla Lega, di non lasciare gente in ozio. Sull’assistenza psicologia Zeni ha ricordato che c’è gente che è stata stuprata e dar loro questo tipo di assistenza è un fatto addirittura minimo. Il Cinformi, inoltre, ha realizzato decine di percorsi di formazione che sono serviti a tener lontano molti giovani stranieri dalle strade. Riguardo al tavolo di confronto sul futuro degli operatori, ha detto ancora, questa non è materia della mozione. E ha posto in evidenza che era chiaro fin dall’inizio che si trattava di lavori a tempo determinano, influenzati dal livello degli arrivi e ha ribadito, che l’obiettivo di Cinformi, non è mai stato quello di creare o mantenere il lavoro, anche se ora è logico far intervenire gli ammortizzatori sociali. Zeni ha chiuso ricordando che tagliare sul rapporto di Cinformi sulla presenza degli stranieri significa privarsi di uno strumento per capire il fenomeno.

 

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Tonini: non inoculate veleni nella società trentina.

Giorgio Tonini, capogruppo Pd, ha affermato che la discussione sulla mozione ha due livelli: il primo, quello dell’etica politica. E qui, ha aggiunto, Fugatti si è messo nei guai perché nell’intervento programmatico ha ricordato il presepio e il crocefisso. Simboli che fanno riferimento al vangelo il quale (Tonini ha citato il capitolo 25 di quello di Matteo) sottolinea, anzi sancisce, che c’è i cristiani hanno il dovere morale di accogliere lo straniero. Stabilito questo come base comune, ha aggiunto, si può aprire la discussione su come si deva fare questa accoglienza. In modo laico perché la laicità in politica significa la distanza tra gli ideali e la difficoltà poste dalla realtà.
Tonini ha definito giusto il richiamo all’autocritica. Perché, ha aggiunto, se non avessimo sbagliato qualcosa non avremmo perso le elezioni e ha ammesso che c’è stata una lunga fase nella quale la questione dell’emigrazione non è stata gestita. Però, nonostante questo, una delle esperienze migliori, pur con limiti e difetti, è stata fino ad oggi quella trentina. Voi, ha detto rivolgendosi alla Giunta, avete il diritto di guardare dentro a Cinformi e di cambiare. L’importante è che non vengano inoculato nella società trentina tossine cattive. Quindi, serve unità di fondo su una cultura dell’accoglienza, poi si discuta senza tabù su come farla al meglio.

 

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Paccher: tagliamo questi costi per destinare più risorse ai trentini.

Roberto Paccher (Lega) ha affermato che la mozione è ideologica e ha ricordato che c’è stato un consenso popolare sulla necessità di un cambio di rotta sul tema dell’emigrazione e quindi il nuovo governo provinciale tiene fede agli impegni elettorali. Gli italiani, ha ricordato, hanno problemi ad arrivare a fine mese; problemi con gli alloggi e con l’occupazione che vanno garantiti. A Rossi ha ricordato che il Patt, anni fa, in campagna elettorale parla di “prima i trentini” riferendosi ai meridionali. Ora il centro destra dice: tagliamo questi costi per destinare più risorse ai trentini.

 

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Cia: Cinformi ha fatto forzature che hanno incattivito i trentini.

Claudio Cia (Agire) ha detto di non riconoscersi in questa mozione perché il problema non è l’accoglienza e l’integrazione, ma le modalità con le quali si sono fatti gli interventi per gli stranieri. Interventi, inoltre, che non sono serviti ad integrare, visto il gran numero di persone che, uno volta negato lo status di profugo, si sono ritrovate per strada e, come dimostrano le 120 persone senza dimora, abbandonati al loro destino. Sono state poi fatte forzature che hanno incattivito i trentini: basti pensare al Cinformi che andava sul territorio per assistere gli stranieri, un servizio che i nostri anziani non hanno. A Tonini Cia ha detto che presepi e crocefissi sono stati allontanati dalle scuole dal centro sinistra.

 

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Sara Ferrari (Pd)
Continuare i corsi sull’educazione alle pari opportunità. Mozione respinta.

La mozione, bocciata 19 no, 5 sì, 5 astenuti, aveva l’obiettivo di impegnare la Giunta a sostenere nelle scuole percorsi di educazione alle pari opportunità e a utilizzare le prerogative di coordinamento della Pat per il monitoraggio necessario. Oltre al fatto, afferma la consigliera Pd, che i corsi vengono organizzati da anni e sono apprezzati, c’è la necessità di una formazione alla pari opportunità di fronte al numero dei maltrattamenti e delle violenze che anche in Trentino hanno assunto una dimensione preoccupante: nel 2017, dati forniti dalla Giunta, sono state registrate 638 denunce da parte di donne residenti nella nostra provincia. Episodi di violenza di genere che riguardano donne dai 16 ai 64 anni, cioè una media di 50 al mese; 1,6 al giorno. Nell’83% dei casi le donne conoscono il loro aggressore e nel 61% si tratta di partner o ex. Una piaga che interessa anche i bambini; 524 sono i minori che hanno assistito a episodi di violenza.

La consigliera in aula ha parlato di gigantesco fraintendimento sull’educazione di genere. I timori contenuti nelle motivazione della sospensioni sono stati fugati dall’analisi dai fatti, quindi si auspica che questo percorso scolastico, previsto da due leggi della Pat, una sulla violenza di genere e le pari opportunità, vada avanti. Percorsi, ha detto ancora, che da 5 anni godono di massima soddisfazione ma da parte della maggioranza, c’è stato il timore che contenessero un’educazione alla “famigerata” teoria di gender che nulla ha a che fare con questi percorsi formativi. La cultura, ha ricordato inoltre Sara Ferrari, è fondamentale per agire contro una piaga, la violenza di genere, presente anche sul nostro territorio. Una vera emergenza sicurezza se si pensa che nel 2018 in Italia sono morte 87 donne, come detto più di 600 le denunce in Trentino per violenza perlopiù domestica. I corsi avviati nelle scuole e ora sospesi, ha continuato, parlano di differenze, di ruoli e di discriminazioni e servono anche ad indirizzare ragazzi e ragazze a realizzare i veri talenti indipendentemente dal loro sesso. “Ci si deve chiedere – ha detto – quanti Roberto Bolle stiamo perdendo e quante Samantha Cristoforetti”. Persino il Vescovo, ha ricordato, ha accettato con entusiasmo di realizzare corsi contro la violenza di genere per i sacerdoti. Magari, ha auspicato l’ex assessora, cambiamo il nome dei corsi, se dà fastidio il relazione di genere, ma andiamo avanti perché ce lo chiedono le donne che hanno subito violenza e i bambini che vi hanno assistito.

 

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Coppola: educare al rispetto è indispensabile.

Lucia Coppola (Futura) ha detto che Sara Ferrari ha chiarito fino in fondo i termini della questione e ha espresso l’auspicio che l’assessora Segnana approfondisca in tempi rapidi questo tema e prenda le decisioni migliori. Questa attività, ha aggiunto, è indispensabile, perché la situazione è grave. Al punto che l’Italia è l’unico Paese al mondo che ha coniato il termine “femminicidio” e c’è quindi la necessità di intervenire sulle nuove generazioni per lavorare contro queste forme di violenza e di altre come bullismo e cyberbullismo. Un’ educazione all’eguaglianza, alla reciprocità, alla gestione dei sentimenti che spesso sta alla base degli episodi di violenza. Le polemiche nei confronti di una scrittrice come Bianca Pizzorno, ha detto infine la consigliera di Futura, è stata assolutamente fuori luogo e di basso livello e ha concluso appellandosi all’assessore Segnana affinché permetta la continuazione di questi corsi.

 

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Cia: una cultura del non rispetto diffusa dalla sinistra.

Claudio Cia (Agire) ha ricordato che il modello culturale proposto dalla sinistra ha fatto sì che si sia passati dai maestri che bacchettavano gli alunni agli studenti che tirano le sedie ai professori. Cia ha detto che non voterà la mozione perché la Giunta si è semplicemente una pausa per approfondire la questione. Cia ha ricordato, inoltre, gli attacchi da bulli nei confronti della consigliera Rossato, che non sono stati condannati.

 

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Rossi: valutino e poi decidano in tempi brevi.

Ugo Rossi (Patt), annunciando l’astensione, ha affermato che Segnana o Bisesti hanno avviato inevitabilmente, dopo la campagna elettorale, riflessioni su un tema come questo. Il problema sono i tempi che devono essere brevi. Insomma, Rossi ha affermato che è giusto che verifichino e poi laicamente dicano se le cose vanno bene o no. L’ex Presidente ha detto di aver voluto apportare qualche limatura a questi corsi e ha comunque concesso la buona fede alla Giunta che però farebbe bene definire un termine entro quale questa valutazione verrà fatta.

 

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Segnana: il problema non sono i progetti ma gli atteggiamenti di certi operatori.

Stefania Segnana ha ricordato che già in passato ci sono state polemiche e ci sono state segnalazioni di genitori che non condividevano l’impostazione dei corsi. Corsi, ha affermato, che sono stati sospesi non cancellati. I problema, ha detto ancora, come ha segnalato l’Ufficio Pari Opportunià, non sta nei progetti, ma soprattutto da parte degli educatori. Per come si pongono e propongono i percorsi. L’assessore ha detto che la sensibilità sulla violenza sulle donne c’è, così come sull’importanza dell’educazione. Anche per questo si è posto un alt ai percorsi, per renderli migliori. Corsi che dovrebbero concentrarsi su questo e non toccare i temi del gender. Se i progetti fossero indirizzati al rispetto, nei confronti di tutti, o contro il bullismo tutto andrebbe bene. Su questi temi, ha inoltre ricordato, il centro destra ha ottenuto un mandato popolare.

 

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Ferrari: si chiede solo di andare avanti con i corsi, anche nei modi che vuole la Giunta.

Sara Ferrari, in replica, ha ricordato che la mozione si basa su due leggi che dicono che si deve fare prevenzione su una piaga sociale reale. I cittadini che hanno votato la destra chiedono protezione anche da questo. Il dispositivo della mozione chiede semplicemente di promuovere e di continuare a mettere i 90 mila euro per andare avanti nel rispetto di due leggi e delle convenzioni istituzionali e di farlo come vuole il nuovo governo, anche a sua immagine e somiglianza. Chi si astiene, ha detto ancora, sta dicendo che voi non dovete essere spronato a continuare e chi la boccia che non è interessato al problema. Infine, Sara Ferrari ha chiesto che questo approfondimento abbia un termine e che poi la Giunta continui nei modi e nei termini che crede.

 

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Bisesti: mettere sullo stesso piano violenza di genere e teoria gender è una mistificazione.

Mirko Bisesti (Lega) ha detto che mettere allo stesso piano la violenza con quello che s’è visto in tv (Vladimir Lussuria che dà lezione di sesso) è una mistificazione. Non si possono confondere le idee alle persone e quando i genitori ti chiamano per dire che ci sono cose che non vanno gli approfondimenti sono indispensabili. Valutazioni che saranno fatte in fretta e contro la violenza, a partire da quella di genere, l’impegno ci sarà sempre.

 

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Tonini: si chiede solo di continuare i corsi.

Giorgio Tonini (Pd) s’è detto sconcertato dall’intervento di Bisesti che, ha affermato, non c’entra nulla con le parole pacate di Sara Ferrari e col testo della mozione. Non si dice di continuare i corsi impostati dalla ex Giunta, ha ricordato, ma di continuare con percorsi sulle pari opportunità e di usare i poteri della Giunta per monitorare. Un no alla mozione è quindi incomprensibile. Ma tirare in mezzo la Rai, che voi governate, ha concluso, non c’entra nulla.

 

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Moranduzzo: Rossi voleva la legge antiomofobia.

Devid Moranduzzo (Lega) ha dato l’appoggio totale alla Giunta e ha affermato che non è vero che questi corsi sono sempre piaciuti a tutti. Bene i corsi contro la violenza e a favore del rispetto ma ha ricordato che Rossi voleva introdurre la legge sull’omofobia che non era condivisa dal vescovo.
Luca Gugliemi (Fassa) ha detto che la Giunta ha detto di non voler togliere i corsi sulla parità di genere quindi sarebbe opportuno che la proponente ritirasse la mozione.

 

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Degasperi: una questione che va risolta nelle scuole e non dal crociato di turno.

Filippo Degasperi (5 Stelle) ha detto che Bisesti ha fatto confusione e che del fantomatico gender si parla e si è parlato solo qui in quest’aula, non a scuola. Nel merito la logica vorrebbe che prima si facciano approfondimenti e poi si sospendano i corsi. C’è poi una questione di autonomia scolastica: perché i genitori, si è chiesto, non sono si sono rivolti alle scuole su questi problemi. Questa questione, ha concluso, va gestita dalle scuole e non dal crociato di turno.
Paolo Ghezzi (Futura), dichiarando un sì convinto alla mozione, ha sottolineato che la proposta di rinvio è ragionevole e, rivolto a Bisesti, ha detto di non capire il riferimento a Lussuria.

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