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CONSIGLIO PAT * PRIMA COMMISSIONE: « CONCLUSA LA DISCUSSIONE SULLA MANOVRA DI BILANCIO, VOTATI 10 ARTICOLI DELLA COLLEGATA »

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15.10 - giovedì 25 novembre 2021

Prima commissione, conclusa la discussione generale sulla manovra di bilancio. Votati 10 articoli della collegata. Contratto del settore pubblico, appello di Fugatti alla responsabilità.

In Prima commissione, presieduta da Vanessa Masè (La Civica), si è chiusa in mattinata la discussione generale sulla manovra finanziaria 2022. Il presidente Fugatti, in apertura di seduta, ha presentato alcuni degli 11 emendamenti che ha depositato oggi in commissione. I più importanti riguardano la sospensione dell’Imis per i proprietari di alloggi nel caso della procedura di sfratto degli inquilini e la riduzione dell’ Irap per le onlus nel caso di un calo di fatturato superiore al 10%.
Poi Fugatti è intervenuto sul Fondo riserva del presidente, precisando che aumenta ad una cifra complessiva di 190 milioni; 34 milioni vengono destinati al rinnovo del contratto del pubblico impiego 2022 – 2024; 37 milioni per la quota una tantum sul 2019 – 2021; 59 milioni sono destinati al protocollo di finanza locale in base all’accorso con Cal. Queste tre macro voci vengono quindi a “gonfiare” il fondo di riserva.

La Giunta non ha una strategia per il rinnovo del contratto della Pa

Ugo Rossi (Azione), che aveva sollevato la questione del fondo nelle sedute di commissione, ha apprezzato la trasparenza del presidente, ma ha aggiunto che per il rinnovo dei contratti si devono destinare risorse sui capitoli indicando la strategia che si è scelta e il limite di spesa. Il metodo scelto da Fugatti, ha aggiunto, è di impronta monarchica: quello del re che trae i soldi per il contratto dalla propria cassaforte. E’ invece sbagliato, per l’esponente di Azione, non avere una strategia, non incontrare i sindacati e non andare alla conciliazione davanti al Commissario del Governo limitandosi a mandare all’incontro i dirigenti. Secondo Rossi è legittimo non voler aumentare la spesa, ma il metodo adottato dalla Giunta è sbagliato e unico in Italia. Tutti i presidenti hanno avuto i sindacati sotto la finestra, ha ricordato, ma si deve aprire al dialogo per arrivare alla sintesi tra aumenti salariali e aumenti di produttività. Incomprensibile per l’ex presidente della Pat, anche il fatto che si voglia scambiare lo smart – working con il contratto. Inoltre, ha continuato, sul bilancio della Pat, in seguito alla pandemia, non ci sono mai stati tanti soldi. Ora le responsabilità della Giunta sono enormi, soprattutto perché nella sanità si rischia di arrivare allo sciopero e, in un momento nel quale si richiede il massimo di coesione sociale, c’è si rischio di dividere il Trentino tra dipendenti pubblici e no.

Da Fugatti appello alla responsabilità: abbiamo bisogno di un sistema sanitario al massimo dell’efficienza

Fugatti ha precisato che quella del Fondo è una novità contabile ma non sostanziale. In questa manovra, ha aggiunto, per il contratto della Pa la Giunta mette 190 milioni per il rinnovo 2022 – 2024 e 37 per il 2019 – 2021 più i 30 di vacanza contrattuale, in tutto 257 milioni. Poi se il sindacato li ritiene insufficienti si discuterà. I 37 milioni, ha spiegato, fanno parte dei gettiti arretrati che il Governo ha concesso alla Pat con il recente accordo Pat – Roma e sono posti su un fondo specifico per il rinnovo contrattuale.
Paolo Zanella (Futura) ha detto che non c’è nulla di nuovo perché gli aumenti tabellari per il 2019 – 2021 non ci sono. Ciò significa che i lavoratori hanno perso uno scatto contrattuale.
Rossi ha ribattuto che il tema è politico perché c’è il rischio di andare in contro ad una situazione difficile con uno sciopero in piena pandemia.
Il presidente Fugatti ha risposto affermando che in prospettiva mancheranno nel bilancio Pat mancheranno 150 – 180 milioni e ogni anno un rinnovo contrattuale costa circa 65 milioni all’anno. Inoltre, ha aggiunto , c’è ancora incertezza sul futuro. Perché in Trentino, ma va detto con prudenza, la situazione è sotto controllo ma nessuno sa cosa può accadere nel prossimo futuro. Quindi, c’è bisogno di un sistema sanitario in piena efficienza e quindi serve senso di responsabilità da parte di tutti a partire dai consiglieri, anche di quelli di maggioranza, perché saremo chiamati a chiedere ai sanitari ulteriori sforzi. Ci sono problemi obiettivi, non ci sono medici e infermieri e si deve puntare su una campagna vaccinale che dovrà essere ancor più robusta.

Il bilancio della Provincia è e sarà in calo.

Alessandro Savoi (Lega) ha invitato Rossi a guardare i dati che segnano per il bilancio Pat un continuo meno. Quindi, non è vero che ci sono più soldi a disposizione. Rossi ha ribadito che la pandemia ha cambiato la traiettoria delle finanze pubbliche grazie a nuove risorse che non sono della Pat. E comunque una via d’intesa col sindacato in queste settimane va cercata; un confronto va fatto anche se non è certo indispensabile cedere alle richieste.

Il contratto della Pa deve essere la leva per le riforme

Giorgio Tonini (Pd), ricordando che nel contratto della pubblica amministrazione c’entra anche la sanità e la scuola, ha affermato che il problema non è solo quello delle risorse, ma di come implementare l’efficienza della macchina pubblica. Il ministro Brunetta, ha ricordato, sta cercando di fare questa “rivoluzione” ritenendola fondamentale per il successo del Pnrr. Nella manovra di piazza Dante, invece, non si vede nulla di questo. Eppure, ha aggiunto, si tratta di un’occasione ghiotta per uno scambio virtuoso: la concessione di risorse in cambio di obiettivi di miglioramento della macchina pubblica. Si rischia, insomma, di perdere una gran bella occasione perché ci si sta immiserendo nella logica del vi do poco in cambio di poco impegno. La stessa Nadefp, la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza provinciale, ha continuato l’esponente dem, mette in luce un contrasto tra la strategia del Governo che ha l’obiettivo della crescita della produttività con la riforma della Pa, del fisco, scuola e giustizia. Per questo, ha aggiunto Tonini, il Governo ha rinviato il consolidamento delle finanze pubbliche a dopo il 2024 proprio per permettere una crescita strutturale indispensabile per pagare il debito. Di questa strategia, tranne due paginette, nella Nadefp, non c’è traccia e nella manovra finanziaria, c’è solo la preoccupazione, certo giusta, di reperire risorse dai livelli più alti, cioè dallo Stato e dall’ Europa. Noi invece, ha detto ancora il consigliere Pd, ci dovremmo preoccupare di come aumentare l’efficienza della nostra economia anche attraverso un miglioramento di una pubblica amministrazione già efficiente, ma che ha ampi spazi di miglioramento.
Apprezzabile, per Giorgio Tonini, la volontà espressa dal presidente Fugatti di non esasperare il confronto con il sindacato, ma la trattativa va inserita in una logica di crescita strutturale. La manovra in discussione si limita invece all’ordinaria amministrazione con la giustificazione dell’emergenza ma, ha detto l’esponente dem, in tempo di crisi si deve avere lo sguardo perlomeno nel medio periodo per rendere il nostro sistema più competitivo per non accontentarsi di crescite dello 0 virgola. Lo stesso presidente degli industriali Manzana, ha ricordato il consigliere, ha affermato che scambierebbe due soldi con un in più di efficienza.

E’ l’occasione per cambiare l’amministrazione pubblica.

Vanessa Masè (La Civica) ha anche lei affermato che il Covid ha aperto la porta all’opportunità di cambiare le cose nella pubblica amministrazione. Ma la dicotomia tra lavoro pubblico e privato non fa bene al Trenino. Un pericolo, questo della divisione tra i lavoratori, sottolineato anche dal Consiglio delle autonomie locali che ha fatto un richiamo all’unità. Vero è, però, che la Giunta sta seguendo da tempo la strada delle riforme: basti pensare alla scelta della digitalizzazione delle domande che ha dato buoni risultati, alla riconferma contenuta nella manovra di bilancio della semplificazione per i plateatici. Ma si deve agire sulla mentalità del settore pubblico e il momento è quello buono perché, come è emerso nelle audizioni c’è una forte volontà di ripresa. Sul bilancio ha affermato che sul 2022 ci sono 150 milioni di meno, nonostante le risorse che vengono da Bruxelles e Roma e quindi bisogna tenerne conto. Comprensibile, anche davanti alla situazione epidemica in Alto Adige, la preoccupazione per la crescita anche se i dati dicono che le cose vanno meglio del previsto.

La riforma della Pa non basta, per la crescita servono gli investimenti.

Fugatti ha replicato che il tema del rinnovi Pa è collegato al tema delle riforme. Quindi non si tratta solo di reperire risorse, ma non si può dimenticare che il bilancio Pat è in calo. Oggi, ha detto ancora, avere a disposizione 100 milioni in più per investimenti è difficile; così come è difficile trovare soldi per la sanità. Quindi, dove si possono trovare risorse? I tagli sul sociale sono impossibili, così come è impraticabile l’aumento delle imposte. Impraticabile anche la strada di trovare risorse nella scuola o sul lavoro. Il tema vero, ha sottolineato il presidente della Giunta, è che il Trentino deve fare investimenti. L’Alto Adige ha trovato sbocchi nel mondo tedesco nella crisi del 2008, ma ora il 10% in più di Pil deriva dagli investimenti che in Provincia di Bolzano si vedono dal numero di cantieri aperti. Il Pnrr può aiutarci sugli investimenti, ma si è sul campo del medio periodo. Noi oggi, ha detto ancora Fugatti, dobbiamo coinvolgere i privati, senza criminalizzarli altrimenti vanno ad investire a Bolzano o in Veneto. Sui 930 milioni del bypass ferroviario di Trento Fugatti ha detto che questi soldi tutti dello Stato porteranno un moltiplicatore importantissimo per la nostra economia, così come i 2 miliardi previsti per la Valdastico. Quindi, rivolgendosi a Tonini, ha affermato che le nostre dimensioni sono troppo piccoli per far crescere il Pil con le sole riforme della pubblica amministrazione. La chiave è dunque quella degli investimenti di qualunque tipo: della Pat, dello Stato, europei e privati.

Investimenti sì ma per l’ambiente e l’equità sociale.

Paolo Zanella ha detto che servono investimenti sì, ma il problema è quali investimenti. Servono investimenti che non hanno un impatto negativo sull’ambiente ma devono essere sostenibili anche dal punto di vista sociale. Perché di fratture nella nostra società ce ne sono anche troppe e non serve crearne un’altra tra lavoratori pubblici e privati. La sfida della crescita equa e sostenibile richiede lungimiranza, ha aggiunto, e quindi i 200 milioni di debito autorizzato vanno investiti con oculatezza e intelligenza. Ad esempio per la protezione del territorio, per affrontare gli eventi climatici che tendono a diventare (la tempesta Vaia insegna) catastrofici. Si deve investire sulla ricerca e sulla sanità e c’è la sfida, ancora dai confronti confusi, del Pnrr che si rischia di affrontare frammentando i progetti. C’è poi la situazione sanitaria che certo va affrontata sul territorio, ma, ha detto l’esponente di Futura, si devono capire cosa saranno le 11 case della salute e gli ospedali di comunità. Intanto, va affrontata l’emergenza della carenza di medici e infermieri per garantire almeno l’assistenza ospedaliera. In emergenza ci si trova anche di fronte alla situazione demografica e al rischio di trovarsi con un popolo di pensionati senza lavoratori. Perciò, secondo Zanella, si deve pensare all’integrazione dei lavoratori stranieri che non si possono privare di casa, servizi e diritti creando conflitti che certo non possano portare risorse. Altro tema da affrontare quello delle diseguaglianze che stanno drammaticamente crescendo. Nella manovra ci sono poi scelte per Zanella sbagliate, come le scuole delle infanzia aperte a luglio e la questione delle questioni del rinnovo del contratto pubblico che sta portando i lavoratori della sanità al limite dello sciopero in piena quarta ondata pandemica.

Nella manovra non si parla di criminalità organizzata.

Alex Marini (5 Stelle) ha detto che nella manovra di bilancio non si dovrebbe ragionare solo dal punto di vista contabile, ma pensare anche ai bisogni psicologici e sociali della popolazione. Si dovrebbero quindi vincolare le riforme strutturali ai piani di sviluppo della Pat, compreso quello energetico. Per Marini c’è poco nella manovra sulla questione della delega fiscale e sui rapporti finanziari con lo Stato e la relazione tra gettito fiscale e l’impiego delle risorse per perseguire gli obiettivi ambientali. Sul Pnrr, ha aggiunto, la Pat svolge un ruolo di subordine nei confronti dello Stato che mette ancora una volta in luce la necessità di una revisione dello Statuto per utilizzare in modo autonomo i fondi statali per le emergenze. Proposta avanzata dal consigliere pentastellato che la Giunta ha però giudicato come poco più di una provocazione tanto che nella manovra non se ne trova traccia. La Nadefp, ha detto ancora, andrebbe maggiormente collegata alla manovra e si dovrebbe introdurre la valutazione di impatto ambientale del bilancio e di tutte le leggi. Il consigliere 5 Stelle, parlando degli obiettivi del Nadefp, ha ricordato che per ciò che riguarda la scuola si è dimenticato il “disastro educativo” derivato dal Covid. Il Trentino, ha ricordato ancora, registra inoltre un deficit di partecipazione politica a fronte del quale la Giunta si è sempre opposta alle proposte di allargamento dello strumento referendario e dei sistemi di coinvolgimento dei cittadini. Sul terreno economico Marini ha sottolineato che il trend degli investimenti è in calo e quindi si devono mettere assieme pubblico, privato e sistema della ricerca. Puntando sul quella biologica, un’eccellenza italiana, che vede però il Trentino arretrato e nonostante questo gap non si è colta la possibilità offerta dal referendum di settembre. Nella manovra non si affronta inoltre il problema di rendere più produttivi i giovani e dell’inserimento delle donne a fronte dell’invecchiamento della popolazione. Per l’ambiente si dovrebbe collegare il bilancio in modo più deciso ai documenti Pat sulla sostenibilità, in primo luogo per il contenimento degli sprechi energetici e lo sviluppo delle comunità energetiche. Sul tema della sicurezza si dimentica che a gennaio inizia il processo “Perfido” e, nonostante la manifesta presenza di infiltrazioni mafiose, si fanno spallucce sulla proposta del consigliere pentastellato di istituire un Osservatorio sulla criminalità organizzata. Sulle infrastrutture, ha affermato ancora Marini, la manovra punta sulle strade ma nello stesso tempo si afferma che va aumentato il trasporto pubblico. Una contraddizione evidente perché ci sono i soldi per le gallerie ma non per migliorare i trasporti pubblici. Per quanto riguarda l’obiettivo dell’accessibilità delle istituzioni ha ricordato che, quanto a digitalizzazione, i comuni trentini sono all’ultimo posto. Una questione che si inserisce nel problema del ruolo del Cal che avrebbe grandi potenzialità ma è troppo soggetto alla Pat.

Il sì ai primi dieci articoli della collegata.

Conclusa la discussione generale si è passati all’esame degli articoli del ddl collegato al bilancio 120 , approvati gli articoli dal primo al 10 con 5 sì e 4 astenuti. Tonini (Pd) ha mostrato la propria contrarietà all’articolo 3 perché modifica la legge di contabilità, un errore di metodo perché si interviene per modificare le regole mentre si è in gioco. Al punto che, ha ricordato, nella finanziaria dello Stato è vietato. Sull’articolo 5 Spinelli ha spiegato l’emendamento della Giunta, approvato, che amplia le attività di Tsm. Sull’articolo 7, che riguarda gli usi civici che potranno diventare, in base alla legge nazionale, enti esponenziali delle collettività titolari, Marini ha detto che queste associazioni andrebbero coinvolte per legge nel caso di cambiamenti normativi. Molte domande sull’articolo 8 che riguarda l’accessibilità delle delibere che non sono più disponibili nel periodo antecedente 2015 per ottemperare alle norme privacy. Ai comuni, con questa norma, verrà data la possibilità, con una convenzione, di accedere alle vecchie delibere per motivi tecnici e di lavoro. Vanessa Masè ha chiesto che la stessa convenzione venga estesa anche al Consiglio. Mentre Marini ha chiesto che vengano specificati i principi in base ai quali alcune delibere e determine non vengono pubblicate. Inoltre, andrebbero introdotti sistemi di ricerca ipertestuali.
La discussione dell’articolato della collegata continua nel pomeriggio.

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