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COMUNI TRENTO – ROVERETO – PERGINE VALSUGANA – ARCO – LAVIS * LETTERA AD ASSESSORE PAT BISESTI: « FASCIA 0-6, SIA RICONOSCIUTO IL RUOLO DELLE MUNCIPALITÀ NEL SISTEMA EDUCATIVO »

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16.00 - venerdì 17 marzo 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Fascia 0-6: Trento, Rovereto, Pergine Valsugana, Arco e Lavis scrivono all’Assessore Bisesti. I cinque comuni inviano una nota alla Provincia per chiedere che sia riconosciuto il ruolo delle muncipalità nel dibattito sul sistema educativo rivolto ai più piccoli. “Con questa nota intendiamo focalizzare l’attenzione su alcuni concetti per noi fondamentali che rappresentano i presupposti su cui deve poggiare una programmazione e progettazione dell’offerta educativa attenta ai bisogni reali dei cittadini e allo stesso tempo lungimirante, che sappia leggere e interpretare i cambiamenti sociali in atto, individuando soluzioni assieme ai diversi portatori di interesse. Principi e concetti che dovranno essere perseguiti e preservati a prescindere dal momento attuale e dal destino che potranno avere le proposte attualmente sul tavolo, intorno alle quali si è acceso un dibattito che si è progressivamente polarizzato sino a trasformare, a volte, gli interventi in sterili monologhi”. Così inizia la lettera che Elisa Bozzarelli, Giulia Robol, Elisa Bortolamedi, Alessandro Betta e Caterina Pasolini, in rappresentanza dei Comuni di Trento, Rovereto, Pergine Valsugana, Arco e Lavis, hanno inviato all’Assessore Mirko Bisesti, chiedono che nel dibattito in corso sull’offerta educativa in Provincia di Trento siano ascoltati tutti gli attori coinvolti.

”In primo luogo – continua la nota – va ribadito il ruolo del Comune in questo settore, quale istituzione che ha fra i compiti basilari lo sviluppo civile della comunità di riferimento e fra i propri obiettivi principali quello di garantire, in particolare, la crescita dei propri cittadini più piccoli. Nell’ambito di una governance che spetta alla Provincia, in capo al Comune è riconosciuta la titolarità e la gestione di servizi socio-educativi 0-3 nonché la programmazione del sistema dei servizi sul proprio territorio, mentre per i servizi 3-6 le competenze e funzioni comunali sono diverse a seconda della tipologia di scuola dell’infanzia presente sul territorio (equiparata o provinciale) ma, ciò nondimeno, imprescindibili per garantire l’erogazione ai nostri piccoli cittadini di servizi educativi qualitativamente elevati. Aggiungiamo a tutto ciò le iniziative atte a sostenere e promuovere anche le politiche familiari, al cui sviluppo i Comuni trentini negli ultimi anni hanno attivamente partecipato, e l’impegno profuso a costruire comunità sempre più educanti”.

Una richiesta che coinvolge dunque tutti coloro che a vario titolo si occupano sul territorio della Fascia 0-6: i Comuni chiedono in particolare che siano rispettati alcuni principi ritenuti imprescindibili: “La bussola è rappresentata senza dubbio dalla tutela dei diritti dei bambini e delle famiglie. Tutela intesa sia nel significato di protezione che di promozione dei diritti. Bisogna quindi avere ben chiaro che nell’ambito dei servizi 0-6 serve garantire pari opportunità educative ad un numero sempre maggiore di bambini per tutelare il diritto di tutti di poter sviluppare le loro potenzialità, occorre quindi investire specie nei servizi 0-3 favorendone anche l’accessibilità, Occorre essere consapevoli che l’efficacia dell’azione educativa nella fascia 0-6 va incrementata, come ci insegna la ricerca pedagogica più avanzata, garantendo le identità dei servizi attuali 0-3 e 3-6 all’interno però di un perimetro condiviso di principi e pratiche educative nonché di intenzionalità educative comuni coerenti con le tappe di sviluppo del bambino, che non sminuiscono ma anzi esaltano i due livelli di servizio. Bisogna offrire servizi di qualità, erogati da adulti preparati, motivati e riconosciuti nella loro funzione educativa. Occorre, inoltre, tener conto che i contesti familiari sono molteplici, che il ruolo dei genitori e dei nonni in seno ad essi è mutato, che è crescente la domanda di conciliazione vita privata e lavoro, anche da parte dei professionisti dell’educazione. Altro tema quello della denatalità, che deve essere affrontata , in un territorio Come quello trentino, orograficamente difficile, che va però preservato con un’offerta di servizi educativi territoriali innovativi ed economicamente sostenibili. Infine La gestione amministrativa dei servizi, quindi anche di quelli educativi, è estremamente complessa e richiede competenze e professionalità affinate, costantemente aggiornate”.

 

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