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COMMISSIONE EUROPEA * EIGHTH REPORT ON ECONOMIC -SOCIAL – TERRITORIAL COHESION: « IN ITALIA AL PRIMO POSTO LA PROVINCIA DI BOLZANO (0,63) / LA PROVINCIA DI TRENTO A – 0.12 » (REPORT)

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18.39 - lunedì 10 ottobre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Il 9 febbraio la Commissione ha pubblicato l’ottava relazione sulla coesione, presentando un primo quadro dell’impatto della pandemia di coronavirus a livello regionale. Mostra anche tendenze sia positive che negative nelle regioni, nelle città e nelle zone rurali dell’UE.
La relazione valuta la coesione economica, sociale e territoriale nell’UE. Mostra che le regioni meno sviluppate stanno recuperando terreno, ma che molte regioni in transizione sono rimaste bloccate in una trappola dello sviluppo. Inoltre, il crescente divario di innovazione renderà più difficile recuperare il ritardo per entrambi i tipi di regione. A livello dell’UE, i tassi di occupazione sono ora più elevati rispetto a prima della crisi economica del 2008, ma le disparità regionali sono ancora al di sopra del livello pre-crisi. Il cambiamento demografico interesserà tutte le regioni nei prossimi decenni. Le regioni dovranno adattarsi a una forza lavoro e un corpo studentesco in diminuzione e a una popolazione in crescita di età pari o superiore a 65 anni.

Il risanamento fiscale dopo la crisi del 2008 ha ridotto gli investimenti pubblici e non ha ancora recuperato i livelli pre-crisi. Di conseguenza, il finanziamento della politica di coesione è diventato sempre più importante, passando dall’equivalente del 34% al 51% degli investimenti pubblici tra il periodo 2007-2013 e il periodo 2014-2020.

La relazione sottolinea che le transizioni verde e digitale saranno fattori chiave della crescita dell’UE, ma sostiene che, senza un’azione politica adeguata, potrebbero emergere nuove disparità economiche, sociali e territoriali. Avvia una riflessione su come la politica di coesione dovrebbe evolversi per rispondere a queste sfide.

 

 

 

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The Commission published the 8th Cohesion Report on 9 February, presenting a first picture of the impact of the coronavirus pandemic at the regional level. It also shows both positive and negative trends in EU regions, cities and rural areas.
The Report assesses economic, social and territorial cohesion in the EU. It shows that less developed regions have been catching up, but that many transition regions have been stuck in a development trap. Furthermore, the growing innovation divide will make it harder for both types of region to catch up. At the EU level, employment rates are now higher than before the economic crisis in 2008, but regional disparities are still above their pre-crisis level. Demographic change will affect all regions in the coming decades. Regions will have to adjust to a shrinking labour force and student body and a growing population that is aged 65 and over.

Fiscal consolidation after the crisis in 2008 reduced public investment and has not yet regained its pre-crisis levels. As a result, cohesion policy funding has become ever more important, growing from the equivalent of 34% to 51% of public investment between the 2007-2013 and the 2014-2020 periods.

The report highlights that the green and digital transitions will be key drivers of EU growth, but argues that, without appropriate policy action, new economic, social and territorial disparities may appear. It launches a reflection on how cohesion policy should evolve to respond to these challenges.

 

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20ª Settimana europea delle regioni e delle città – La politica di coesione fa davvero la differenza

Oggi, durante la conferenza stampa per il lancio della 20ª edizione della Settimana europea delle regioni e delle città, la Commissaria per la Coesione e le riforme Elisa Ferreira e il Presidente del Comitato delle regioni Vasco Alves Cordeiro hanno ricordato l’importanza della risposta di emergenza della politica di coesione alle crisi interconnesse che l’Europa si è trovata ad affrontare e ne hanno sottolineato la centralità per il futuro quale elemento chiave del modello di crescita europeo.

Elisa Ferreira, Commissaria per la Coesione e le riforme, ha dichiarato: “La politica di coesione è il collante che tiene unita l’Europa: è il principale strumento europeo d’investimento e ha raggiunto 500 miliardi di €. La coesione ha agito da vigile del fuoco nell’emergenza COVID-19 ed è nuovamente in prima linea nel far fronte alle conseguenze sociali ed economiche dell’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina. Svolgerà un ruolo centrale nell’affrontare la crisi energetica, sostenendo le PMI e le famiglie vulnerabili e permettendo agli Stati membri di ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili e di sviluppare fonti di energia rinnovabile. La coesione sta gettando le basi per la prosperità a lungo termine dell’Europa.”

Il Presidente del Comitato europeo delle regioni Vasco Alves Cordeiro ha dichiarato: “La politica di coesione è il principale strumento di investimento a lungo termine dell’UE che rafforza la coesione economica, sociale e territoriale; ha inoltre svolto un ruolo importante per le regioni e le città nel sostenere le persone durante la pandemia e le sta aiutando ad affrontare le conseguenze della guerra mossa dalla Russia contro l’Ucraina. Come dimostra la relazione annuale del Comitato delle regioni, l’importanza della politica di coesione per le comunità locali è più forte che mai: l’83% dei rappresentanti locali e regionali la considera la politica dal maggior valore aggiunto per il proprio territorio. Questa settimana si discuterà anche il futuro della politica di coesione: per le regioni e le città, tale politica deve continuare a essere tra l’altro una pietra angolare della transizione verde e digitale.”

 

La politica di coesione promuove la convergenza

Secondo l’8ª relazione sulla coesione e il nuovo documento di lavoro sull’impatto della politica di coesione nel periodo 2014-2020, appena pubblicato, la politica di coesione ha un impatto significativo sulla crescita regionale. Grazie al suo sostegno, nel 2019 il divario del PIL dei paesi dell’Europa centrale e orientale diventati membri dopo il 2004 si è dimezzato (dal 59% al 77% della media UE). Entro il 2023 i finanziamenti della politica di coesione aumenteranno fino al 5% il PIL pro capite delle regioni meno sviluppate.

A lungo termine, grazie agli effetti di ricaduta interregionali, la politica di coesione va a beneficio anche delle regioni sviluppate. Ogni euro speso per progetti sostenuti da questa politica ha generato 2,70 € supplementari di PIL nell’UE.

Una politica in prima linea nel combattere le crisi

La politica di coesione è stata in prima linea nel combattere le crisi, come la pandemia di COVID-19 e la brutale invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Grazie all’assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa (REACT-EU), gli Stati membri hanno già programmato 45,2 miliardi di € per la ripresa dopo la pandemia e stanno avviando un’attuazione concreta sul campo.

Con l’azione di coesione a favore dei rifugiati in Europa (CARE), la Commissione ha erogato risorse aggiuntive per 10 miliardi di € per aiutare gli Stati membri ad accogliere i rifugiati ucraini. Sono previsti altri 330 milioni di € di finanziamenti nell’ambito della politica di coesione per soddisfare le esigenze dei rifugiati.

 

Un impulso alla transizione energetica

Nel periodo 2014-2020 la politica di coesione ha investito direttamente in tutta l’UE circa 27,5 miliardi di € in progetti energetici chiave e infrastrutture critiche nei settori del gas e dell’energia elettrica, come i terminali GNL in Polonia e in Grecia, i principali gasdotti, gli impianti di stoccaggio del gas e le reti elettriche dell’Europa centrale.

La politica di coesione ha investito circa 19,2 miliardi di € a sostegno di progetti di efficientamento energetico, di cui 15 miliardi per la ristrutturazione degli edifici.

Inoltre, il meccanismo per una transizione giusta contribuirà a mobilitare gli investimenti privati indispensabili per i prossimi progetti di efficientamento energetico volti a ridurre la dipendenza europea dal gas russo.

Tutti questi investimenti contribuiscono oggi ad attenuare l’impatto della crisi energetica.

 

Contesto

La politica di coesione è la principale politica di investimento dell’UE e ne rappresenta circa un terzo del bilancio. Tale politica mira a ridurre le disparità economiche, sociali e territoriali all’interno dell’UE; in tempi recenti, inoltre, la politica di coesione ha anche aiutato le regioni dell’UE ad affrontare le conseguenze delle maggiori crisi che hanno colpito l’Unione.

Dal 10 al 13 ottobre si svolgerà a Bruxelles la 20ª Settimana europea delle regioni e delle città. Oltre 15.000 partecipanti seguiranno dal vivo e online l’evento, che ospiterà più di 300 sessioni, con oltre 1.000 oratori provenienti da tutta l’UE e da paesi terzi. Nel corso della Settimana europea delle regioni saranno affrontati i temi della transizione verde, della coesione territoriale, della transizione digitale e della responsabilizzazione dei giovani.

 

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