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COMMERCIO DETTAGLIO: CONFESERCENTI, INVIATE AD OLIVI MODIFICHE LEGGE 17 PAT

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17.44 - mercoledì 1 marzo 2017

(Fonte: Ufficio stampa Confesercenti del Trentino) – Di seguito diamo conto delle proposte di modifica alla legge inerente alle attività del commercio al dettaglio nella Provincia di Trento inviate oggi all’assessore provinciale Alessandro Olivi, e già anticipate e condivise in un  precedente incontro tenutosi lo scorso 16 febbraio. Dopo 7 anni dalla promulgazione della legge 17 della Pat per le attività del commercio al dettaglio, nonché le novità inserite dal Governo Monti con il decreto legge 201 del 2011, secondo il nostro punto di vista la normativa avrebbe la necessità di alcuni piccoli accorgimenti, in particolare:

 

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-Chiusure delle attività, commercio in sede fissa, durante le Festività

Premessa doverosa: tra i più importanti Stati Ue nessuno pratica l’apertura totale senza limite di orari delle attività commerciali. Come Pat sarebbe opportuno trovare un nostro sistema di fare commercio, che riesca a rispondere alle nostre esigenze ed alle nostre peculiarità ma senza dimenticare di essere competitivi verso le provincie limitrofe. Va sottolineato che il comparto del commercio Trentino è costituito da micro e piccole aziende, spesso a gestione familiare. In uno scenario di questo tipo, diventa indispensabile conciliare le esigenze del mercato con quelle della famiglia. Dal nostro punto di vista sarebbe opportuno aprire un dibattito per identificare alcune festività nell’arco dell’anno dove le attività commerciali debbano rimanere chiuse. Ovviamente è necessario trovare una soluzione che possa rispondere anche alle esigenze per le zone turistiche che sono aperte soprattutto nei periodi stagionali.

Le festività che potrebbero essere prese in considerazione potrebbero essere senz’ altro il natale ed altre da definirsi zona per zona. Siamo fermamente convinti che la qualità della vita dei piccoli imprenditori del commercio, nonché dei dipendenti di settore dipenda anche dalla possibilità di dedicare qualche festività agli affetti più cari. Desideriamo altresì sottolineare che la nostra provincia autonoma è tale in virtù della sua essenza mitteleuropea. In nessuna nazione o regione con questo comune denominatore si applica l’apertura perenne del commercio, poiché il liberismo sfrenato non è mai stato un pilastro della nostra cultura.

 

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-Saldi per il settore commercio al dettaglio

Nel settore del commercio il momento dei saldi ha sempre avuto un’incidenza rilevante sia dal punto di vista di afflusso dei clienti che per quanto concerna il     fatturato. Quello dei saldi di fine stagione è sempre stato un periodo di aumento dei consumi, un occasione per l’economia locale, ma anche la possibilità per il consumatore di concludere degli ottimi acquisti.

Per l’imprenditore è sempre stato un momento di grande opportunità. A nostro avviso tale offerta negli anni ha perso la possibilità di essere veicolata attraverso una consona copertura pubblicitaria. L’indirizzo della normativa provinciale sul commercio, quando la legge 17 fu deliberata, identificava come strumento di promozione i vari Enti competenti (consorzi) diffusi sul territorio, ma negli anni è risultato scadente o in alcuni casi assente. In realtà sono riusciti a fare comunicazione massiva solo le grande catene di marchi noti a livello nazionale.

Secondo il nostro punto di vista è arrivato il momento che tale norma sia a diposizione del territorio, rendendola Trentina, ovvero limitando i saldi ai mesi invernali ed estivi. Nello specifico i saldi invernali devono iniziare verso fine inverno o inizio primavera e quelli estivi verso fine estate o inizio autunno.

 

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-Interventi di welfare anche per commercianti

E’ noto che il Trentino versa in una situazione migliore rispetto a quella nazionale, ma attraverso un’attenta lettura dei dati, il nostro tessuto economico continua ad avere una serie di difficoltà strutturali. Basti pensare al elevato tasso di disoccupazione, ai settori quali l’edilizia e l’estrattivo che non riescono a riprendersi dall’ondata di crisi che le ha travolte negli ultimi anni e nonostante la crescita di alcune aziende medio-grandi (che operano perlopiù nel mercato internazionale) appaiono oggettive le difficoltà che coinvolgono le piccole medio imprese, fulcro dell’economia locale.

Da una nostra analisi risulta che attualmente la categoria dei lavoratori autonomi, nel nostro caso i commercianti in sede fissa, non hanno diritto a nessun aiuto dal sistema di welfare attuale. Ci risulta che l’unico ammortizzatore sociale per i commercianti è l’indennizzo nel caso della rottamazione della licenza (la chiusura dell’attività per il raggiungimento dell’età pensionabile dell’imprenditore).

 

 

 

I commercianti che chiudono le attività per modifiche della circolazione della via, per problemi di salute ecc. non possono accedere a nessun ammortizzatore sociale.

 

-Questi imprenditori non possono aderire al “Progettone” perché è destinato solo ai lavoratori dipendenti.

-Non possono ottenere la disoccupazione perché non è previsto dalla norma.

-Per questo motivo nasce l’esigenza improrogabile di creare un fondo grazie al quale tutti i lavoratori autonomi possano avere la possibilità in futuro, ovviamente rispettando eventuali requisiti, di ottenere alcuni ammortizzatori sociali oggi inesistenti.

-Questa potrebbe essere la conferma della continua innovazione del nostro sistema provinciale, sempre attento ai principi fondamentali del nostro territorio e alle tematiche della solidarietà e dell’equità.

 

 

 

 

 

 

In allegato il comunicato stampa:

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