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CISL MEDICI – TRENTINO * REPLICA A PEDROTTI (OPI): « SERVIZI TERRITORIALI, IN LINEA CON LE DIRETTIVE AGENAS – MINISTERO SALUTE – APSS TRENTINO IL PERSEGUIMENTO COMUNE È PIANIFICARE – RAFFORZARE – VALORIZZARE »

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12.14 - giovedì 3 febbraio 2022

In relazione all’ennesima comunicazione a mezzo stampa del Presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche, riguardante la riorganizzazione territoriale in Trentino, dove menziona per l’ennesima volta i medici di base, e si domanda ancora chi farà che cosa senza attendere la nomina definitiva di un Direttore Generale aziendale che dovrebbe metterci la firma dell’attuazione, Cisl medici del Trentino ritiene utile dare alcune spiegazioni nel merito.

Nella riorganizzazione aziendale, in linea con le direttive Agenas, Ministero della salute, Conferenza Stato Regioni, Sisac, le Commissioni ministeriali che stanno lavorando sulle risorse del Pnrr, come nel resto d’Italia, i documenti sono stati esplicitati in tutti i territori e ripetutamente in webinair da parte dei vertici aziendali.Essi evidenziano, compresi tre contratti della medicina generale concordati nell’ultimo anno sia con l’Assessore Segnana che con il Direttore Generale f.f. dr. Ferro, il perseguimento comune della riorganizzazione attraverso la pianificazione, il rafforzamento e la valorizzazione dei servizi territoriali.

Entro febbraio 2022,e poi entro il 31 maggio, seguendo il percorso tracciato da Bruxelles,Provincia e APSS dovranno mettere in pratica una road map che prevede lo sviluppo di strutture di prossimità, i gruppi integrati della medicina generale, spoke (autori Benetollo e Ferro), all’interno delle aggregazioni funzionali territoriali(autori Speranza,Sisac, Conferenza Stato Regioni) con hub centrale nella Casa della Comunità (autore Speranza, Segnana) dove i medici di medicina generale potrebbero optare anche per la dipendenza.Tali Case, che non possono essere confuse con le Case della Salute (autore Turco e Andreolli), saranno punto di riferimento per la risposta ai bisogni di natura sanitaria, socio-sanitaria, sociale e dei Sindaci comunali per la popolazione di riferimento; verranno potenziate con le cure domiciliari ,luogo privilegiato dell’assistenza; saranno integrate tra assistenza sanitaria e sociale, promuovendo lo sviluppo di équipe multidisciplinari che si prenderanno carico della persona, con particolare attenzione alla salute mentale e alle condizioni di maggiore fragilità.

Faremmo in molti la medicina di iniziativa e di presa in carico, attraverso le reti professionali locali (autori Benetollo e Ferro), con modelli di servizi digitalizzati anche retribuiti e premianti, utili sia per l’individuazione delle persone da assistere che per la gestione dei loro percorsi (PDTA e PAI), sia per l’assistenza a domicilio (Fondi europei della Next Generation EU), sfruttando strumenti di telemedicina e telemonitoraggio, sia per l’integrazione della rete professionale che opera sul territorio (autore Segnana, Ferro) che in ospedale (autore Speranza, Segnana e Benetollo).A disposizione della Provincia autonoma Speciale di Trento, andranno qualche cosa come 60 milioni di euro, se si dimostreranno validi i progetti presentati a Roma, alcuni dei quali discussi da un Trentino in una specifica Commissione ministeriale.Ed i contratti si intersecheranno con le richieste da parte dell’Europa all’Italia.

Non ultimo, nella riorganizzazione è prevista da parte provinciale la valorizzazione della co-progettazione con gli utenti ed il lavoro di inclusione sociale che può essere partecipato e offerto ,attraverso la valorizzazione di tutte le risorse della comunità, nelle diverse forme e attraverso il coinvolgimento dei diversi attori locali ( Comuni e loro Comunità montane e di valle in primis, liberi professionisti, caregiver, pazienti, associazioni ecc.).

Troviamo quindi assai bizzarro che il Presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche non abbia scorto nella riorganizzazione aziendale, spiegata fino ad oggi a molteplici soggetti, la presenza di una UO di Direzione delle professioni sanitarie all’interno del Dipartimento di prevenzione; altre tre Unita O. di direzione professioni anche infermieristiche sia all’interno del Dipartimento Cure primarie, sia in quelli innovativi transmurali della riabilitazione e della salute mentale.Senza dilungarci su parte dell’attività dei medici di base che è stata dirottata in capo agli infermieri di comunità e ai Dipartimenti di direzione delle professioni infermieristiche, segnaliamo che neppure un medico di base è stato ancora scelto per lavorare nel Dipartimento delle Cure primarie; che APSS sta organizzando anche i Centri operativi territoriali, con gli infermieri; per non parlare poi degli Ospedali di Comunità che saranno a conduzione infermieristica; degli infermieri di comunità, che faranno parte delle reti professionali locali, degli infermieri dipendenti dei gruppi integrati che faranno parte della prossimità alle cure nei punti capillarmente previsti di tutte le valli e le periferie del Trentino.
Stride quindi, che lo stesso Presidente OPI, attraverso la sua Segreteria amministrativa, suggerisca ai suoi iscritti/e di far fare ai medici di base il certificato di esenzione da vaccinazione anticovid19.

Chi fa che cosa?Non è di pertinenza del medico di base, sottolineiamo noi, ma degli specialisti medici e della Commissione istituita dal Dipartimento Prevenzione aziendale, che si occupano egregiamente di tali casi.

 

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Dr.Nicola Paoli
Segretario generale Cisl medici del Trentino

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