Ospedali periferici, Cia (FdI): “Si utilizzino le sale operatorie nelle valli per garantire lo svolgimento degli interventi oncologici”. È evidente a tutti come, a seguito dell’avvento dell’emergenza Covid-19, sia la paura a condizionare la politica sanitaria nazionale e locale dettandone i tempi e le regole. Il modello organizzativo basato sul depotenziamento dei servizi sanitari nelle valli trentine, concretizzatosi negli anni attraverso il taglio dei posti letto negli ospedali periferici, rappresenta la manifestazione più evidente del tipico approccio ideologico di chi popola gli alveari del centro città e nel giro di pochi passi ha a disposizione tutto ciò di cui ha bisogno, nella totale insipienza delle difficoltà vissute da chi abita nelle nostre valli.
Attraverso il depotenziamento dei nosocomi di valle e il conseguente trasferimento di personale e servizi verso i grandi centri ospedalieri di Trento e Rovereto ci si è sempre illusi di poter risolvere le innumerevoli criticità della sanità trentina. Il Covid-19, la pandemia, ha certificato definitivamente il fallimento di questa politica. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, ad esempio, è stata ridotta all’osso l’attività delle sale operatorie, precludendole a tutti gli interventi programmati, anche quelli oncologici.
È ora che si cambi il paradigma. Iniziamo, ad esempio, ad utilizzare le sale operatorie delle valli per permettere agli specialisti e alle loro equipe di mettere a frutto temporaneamente la loro professionalità sul territorio, garantendo che siano eseguiti almeno gli interventi oncologici, quelli che non contemplano il ricorso alla rianimazione nel post-operatorio e che non richiedono l’ausilio di particolari tecnologie. Questo significherebbe indubbiamente dare una speranza e garantire una qualità della vita migliore a decine di pazienti angosciati che attendono in lista di attesa (vivendo una vera e propria emergenza nell’emergenza) i quali altrimenti, magari non moriranno a causa di un’infezione da virus SARS-CoV-2, ma sicuramente vedranno peggiorare le proprie condizioni di salute a causa dell’impossibilità di accedere alle sale operatorie nei grandi ospedali centrali.
Nella piena consapevolezza che una riorganizzazione in questa direzione non si improvvisa da un giorno all’altro, ritengo che la politica trentina debba iniziare, fin da subito, a pensarci, visto che – purtroppo – pare che il Covid-19 condizionerà ancora le nostre vite per qualche tempo. A due anni dall’inizio dell’emergenza pandemica, non possiamo permettere che questo virus continui a paralizzare la nostra sanità.
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Cons. Claudio Cia
Presidente del Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia