Vertici Apss, stipendi aumentati. «Riconoscimento comprensibile se esteso a medici, infermieri e a tutto il personale del comparto».
«Prendiamo atto dell’aumento degli stipendi per il Direttore Generale e gli altri membri del consiglio di direzione dell’Apss trentina che costeranno alle casse pubbliche, a quanto si apprende, 340.000 in più per il quinquennio 22-27, oltre ai premi.
Si tratta di una scelta che può essere letta alla luce dell’evidente, accresciuta, complessità in cui versa il sistema sanitario provinciale e delle obiettive difficoltà in cui si trova e si troverà a operare il nuovo consiglio, in un servizio messo a durissima prova dal dramma pandemico, dall’assenza ormai emergenziale di personale medico, infermieristico, operatori socio sanitari e delle altre professioni sanitarie, tecniche, amministrative, dal mettere a terra la preannunciata riforma sanitaria. E dunque nessuna polemica».
Queste le parole del Segretario Generale della Fp Cgil del Trentino Luigi Diaspro che commenta la notizia dell’aumento dei costi per i vertici dell’Apss trentini appena insediati.
«Ci pare tuttavia altrettanto ragionevole, se non doveroso e necessario, riconoscere che quelle stesse complessità e difficoltà – che mettono a rischio la tenuta e la qualità del nostro servizio sanitario provinciale – sussistono anche per i circa 8.000 dipendenti dell’Apss che, a fronte di una grave e generalizzata carenza di personale in quasi tutte le categorie professionali, continuano ad assicurare con generosità il diritto alla salute dei trentini, a costo di grandi sforzi e sacrifici anche personali. Ci aspettiamo dunque coerenza dalla giunta provinciale, cui per queste ragioni abbiamo chiesto uno sforzo doveroso per consentire una chiusura tempestiva del contratto di lavoro per il triennio 19/21 di questo personale. Occorre inoltre garantire le risorse per le fasce economiche per tutti gli aventi diritto e per l’estensione dell’indennità “Covid”, quest’ultima con il ripristino dei 15 milioni di euro stanziati in Legge di Bilancio e poi ridotti a 10 milioni con successiva delibera.
Così come – conclude il Segretario – occorre dare certezza delle risorse per le specialità infermieristiche, Oss e pronto soccorso – come previsto a livello nazionale – e procedere sollecitamente con lo stanziamento degli arretrati per il triennio 19/21».