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CGIL CISL UIL – TRENTINO * PROGETTONE ED INTERVENTO 19: « NON È CERTO LA GIUNTA PROVINCIALE CHE PUÒ DETERMINARNE A PRIORI LA CAPIENZA »

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15.11 - venerdì 18 gennaio 2019

Su Progettone e Intervento 19 l’assessore non può decidere da solo. Sindacati: se la crisi occupazionale è superata ben vengano revisioni degli strumenti, ma su base condivisa. Non ci stiamo a smantellare il welfare trentino.

“Il Progettone, nella sua parte standard, quella cioè che accompagna i lavoratori disoccupati anziani alla pensione, è stato costruito come strumento legato ai cicli dell’economia. E’ ovvio che se l’economia va bene ci saranno meno disoccupati e dunque meno persone che entrano in questa misura. Non è certo la giunta provinciale che può determinarne a priori la capienza.

Tranne che l’intento non sia quello di smantellare uno strumento efficace di politica attiva del lavoro, un unicum trentino che in quasi trent’anni ha contribuito in modo importante all’inclusione e alla tenuta sociale. E’ il caso di chiarire, inoltre, che l’Intervento 19 è una misura per soggetti deboli, persone con disagio sociale, psichico o fisico che difficilmente troverebbero spazio nel mercato del lavoro ordinario”.

I sindacati non nascondono la propria preoccupazione per le ultime dichiarazioni dell’assessore Achille Spinelli su Progettone e Intervento 19. Il titolare delle deleghe sull’economia ha infatti annunciato alla stampa l’intenzione di ridurre le risorse per finanziare queste misure.

A stupire è il contenuto, ma anche il metodo scelto dall’assessore. “E’ la prima volta in tanti anni che un esponente istituzionale fa dichiarazioni così delicate direttamente agli organi di stampa – dicono i tre segretari di Cgil Cisl Uil del Trentino, Franco Ianeselli Lorenzo Pomini e Walter Alotti insieme ai segretari delle categorie che seguono il comparto Maurizio Zabbeni (Flai), Fulvio Bastiani (Fai Cisl) e Fulvio Giaimo (Uila-Uil) – bypassando ogni confronto con le parti sociali.

In questo modo si dimostra di non avere rispetto per quel metodo concertativo che ha permesso al nostro territorio di costruire, istituzioni e parti sociali insieme, un welfare innovativo che non ha eguali nel resto d’Italia”. Senza dimenticare che è la stessa legge provinciale sul lavoro che sancisce che gli orientamenti di politiche del lavoro si condividono con le parti sociali.

I sindacati insistono anche nel ribadire che le parti sociali non si sono mai sottratte ad un confronto né a revisioni del Progettone. “Non abbiamo mai pensato il Progettone come un totem immodificabile – rivendicano -. Lo abbiamo dimostrato anche tre anni fa quando abbiamo deciso di rinnovare un contratto difficile per i lavoratori, ma che avrebbe permesso di dare risposte ad un maggior numero di ingressi in questa misura. Se la crisi economica si esaurirà, e non ne abbiamo certezza, è ovvio che ci saranno meno disoccupati e dunque siamo pronti a confrontarci su altre misure di politiche attive.

Non accettiamo che però ciò avvenga a colpi di dichiarazioni alla stampa”. E aggiungono: “Sarebbe opportuno che sulla questione prenda posizione anche la Federazione della Cooperazione”.

Nel merito è opportuno anche chiarire che Progettone e Intervento 19 sono misure destinate a target diversi. Solo il Progettone standard si rivolge ai disoccupati anziani ormai vicini alla pensione, otto anni dalla maturazione del requisito pensionistico. Sono in genere persone espulse dal mercato del lavoro a seguito di importanti crisi aziendali.

A questo si aggiunge il Progettone stagionale a cui si accede per requisiti anagrafici ed Icef e l’Intervento 19 rivolto a persone disagiate. In entrambi questi casi sono lunghe le liste d’attesa per accedere alla misura. L’anno scorso solo il 56 per cento degli aventi diritto è entrato nell’Intervento 19, poco meno del 50 per cento degli aventi diritto ha avuto accesso al Progettone stagionale.

“Dunque se ci sono risparmi di risorse allora la giunta si può aprire una riflessione sulla platea dei beneficiari e sul contratto di lavoro. A giugno scade il contratto e servono risorse per garantire il rinnovo di un accordo dignitoso che recuperi quando lasciato sul campo tre anni fa”, insistono i rappresentanti dei lavoratori.

Infine un ultimo chiarimento sul requisito legato alla residenza: oggi per accedere al Progettone standard sono necessari molti anni di contribuzione. Ne consegue che un vincolo intelligente e non discriminatorio e, probabilmente contrario al diritto come quello dei dieci anni di residenza, è già stato inserito con l’accordo delle parti sociali.

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