Finanziaria Pat. Manovra vuota senza nessuna reale programmazione. I sindacati perplessi per l’assenza di contenuti della nuova legge di stabilità. “Nessuna politica dei redditi né investimenti anticongiunturali mentre la crisi è alle porte. Così si accresce il senso di incertezza che vivono famiglie e imprese. Preoccupazione per i bilanci e i servizi dei comuni”.
Se i trentini, famiglie e imprese, si attendono risposte all’emergenza carovita e contro il rischio recessione dalla prossima finanziaria provinciale, rischiano di restare delusi. La manovra illustrata stamattina alle parti sociali è sicuramente monca visto che guarda solo fin al prossimo assestamento di bilancio, rimandando ancora una volta a data da destinarsi le scelte strategiche e gli indirizzi di investimento per la crescita di cui la comunità ha bisogno adesso. A margine dell’incontro con il presidente Fugatti è questa la sensazione che resta ai sindacati. “Ad oggi la prossima manovra di bilancio è vuota – commentano i segretari provinciali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Nessuna programmazione, nessun investimento su politiche coraggiose di sviluppo, né scelte anticongiunturali che vadano nella direzione di sostenere le famiglie e le imprese alle prese con la crisi dei prezzi. Ormai è un classico di questa giunta: le leggi finanziarie sono vuote, e ogni scelta viene rimandata in fase di assestamento. E’ stato così negli ultimi 4 anni”.
La manovra avrà un valore complessivo di circa 4,7 milioni di euro, al netto di avanzi di amministrazione che per il 2022 hanno portato 300 milioni di risorse aggiuntive. “In un bilancio del tutto simile a quello dell’anno scorso che in fase di previsione pareggiava a circa 4,5 miliardi di euro, la Giunta Fugatti non inserisce nessun provvedimento che possa sostenere la crescita economica e la sua sostenibilità provando a portare il Trentino fuori dalle secche di una crisi che tutti gli indicatori danno per imminente.
In un quadro di incertezza come quello che stiamo vivendo il pubblico dovrebbe fare da elemento di stabilizzazione con la propria politica economica. In questo caso si rinuncia del tutto a questo ruolo creando ulteriore incertezza. Gli investimenti in opere pubbliche sono sempre gli stessi; nulla per spingere davvero sulla transizione ecologica e sull’energia da fonti rinnovabili né per tutelare il nostro territorio di fronte al cambiamento climatico. Nessuna misura per le famiglie contro il caro vita né per incentivare le aziende ad aprire i tavoli contrattuali per arrivare ad un aumento delle retribuzioni. Unica eccezione il bonus natalità per le famiglie che concepiranno il terzo figlio. Misura inefficace e inutile perché con la natalità in caduta libera le famiglie non fanno nemmeno il secondo figlio”. Resta dunque la consapevolezza che se non si mettono in atto strategie per innescare la domanda di beni e servizi sara’ inevitabile entrare in recessione.
Piazza Dante non stanzia un euro per il rinnovo dei contratti pubblici del triennio 2022-2024. “Se la Pat, che è il più grande datore di lavoro in Trentino, non intende rinnovare i contratti dei propri dipendenti, è difficile pensare che si possa spingere per l’avvio di tavoli contrattuali nel privato. Intanto tutti i lavoratori faticano, sia nel pubblico sia nel privato a far quadrare il bilancio familiare”.
C’è poi il capitolo enti locali. La scelta di non stanziare subito i 70 milioni di euro che servono ai comuni per chiudere i bilanci si tradurrà in un aumento della pressione tributaria e in un taglio dei servizi come asili nido, assistenza agli anziani e ai soggetti fragili. “E’ l’ennesima manovra ragionieristica. Ci saremmo aspettati maggiore coraggio e visione per l’ultimo bilancio preventivo di questa legislatura”, concludono delusi i tre segretari provinciali.