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CESCHI * “CARRIERA DOCENTI”: « MOZIONE CSE, APPROVATA CON 8 VOTI FAVOREVOLI – UNO CONTRARIO – NESSUN ASTENUTO »

Scritto da
18.08 - mercoledì 28 giugno 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Mozione Consiglio del sistema educativo Provinciale. Approvata con 8 voti favorevoli, 1 contrario e nessun astenuto nella seduta ordinaria di martedì 27 giugno 2023 1-. Esercitando le competenze attribuite dall’art. 39 comma 5 della legge provinciale 7 agosto 2006 n° 5, il Consiglio del sistema educativo ha preso in esame, in seduta ordinaria, il DDL 176 del 27 marzo 2023 sulla cosiddetta “carriera docenti” (proponente l’Assessore dott. Mirko Bisesti). La maggioranza dei Consiglieri, con voti espressi a norma di regolamento, osserva che il DDL si caratterizza, in tutta la sua articolazione, per la completa mancanza di parametri definiti sui diversi aspetti che caratterizzano il cuore stesso del progetto: contingenti, procedure concorsuali, requisiti delle varie figure di docente “esperto”, “ricercatore”, “delegato all’organizzazione”, criterî per la successiva suddivisione dei docenti vincitori di concorso presso le istituzioni provinciali sono demandati a successivi regolamenti e delibere giuntali.

La definizione dei nuovi profili di docente “esperto” e “ricercatore” si traduce, all’interno del DDL, in termini vaghi e generici (a titolo d’esempio, si parla di “specifiche competenze in ambito disciplinare”, “padronanza delle metodologie di valutazione e delle strategie didattiche”, ma non risulta chiaro chi sarebbe chiamato a definirle nello specifico e a valutarne il possesso); come vaghi e generici sono i compiti definiti dall’art. 98 bis cui continuamente si rimanda per ciascuna delle tre nuove figure di sistema introdotte. Inoltre, i compiti assegnati presuppongono attività aggiuntive alla docenza, con la sola eccezione di parziali esoneri previsti per il “delegato all’organizzazione”, che di fatto vengono retribuiti mediante compensi a prestazione. Più in generale, dalle previsioni del DDL emerge che i docenti individuati come meritevoli, in quanto dotati delle migliori competenze didattico-disciplinari, sarebbero poi destinati a funzioni burocratico-amministrative.

Trattandosi di un progetto di “carriera” limitato al solo Trentino, esso prevede significative limitazioni alla mobilità dei docenti: problemi di estrema rilevanza investirebbero, in particolare, il rapporto, inevitabilmente osmotico, tra istituti della provincia e con istituti al di fuori del Trentino. Il DDL precisa che “l’assegnazione dei compiti e degli incarichi in un’istituzione scolastica comporta un obbligo di permanenza per i tre anni successivi dalla data di assegnazione” (art. 98 bis 5 comma 6) e che i nuovi ruoli si applicano “ai docenti in servizio presso le istituzioni scolastiche del territorio provinciale, limitatamente al periodo di permanenza in servizio presso queste istituzioni”. Per conseguenza, l’unica certezza è che la mobilità intraprovinciale e interprovinciale dei docenti risulterebbe pesantemente condizionata dall’entrata in vigore di questo dispositivo. La piena garanzia del diritto alla mobilità risulta preservata, paradossalmente, soltanto previa rinuncia allo stesso percorso di carriera, annullandone in sostanza l’irreversibilità. Un sistema che affermi di investire risorse economiche e, soprattutto, umane, per arricchire la proposta formativa e implementare la qualità della didattica non può permettersi di rinunciare alle competenze conseguite dal singolo docente quando costui chiede lo spostamento da un istituto all’altro.

Sotto il profilo della sostenibilità finanziaria, le tabelle fornite a corredo del DDL attestano un taglio di 7,2 milioni di euro da raggiungere progressivamente entro il 2032, attingendo a risorse derivanti dal calo demografico, che sarebbero investiti nel progetto di “carriera” insieme alle risorse ricavate dall’abolizione della valorizzazione docenti ex art. 87 bis. Il DDL non presuppone quindi alcun investimento aggiuntivo sulla Scuola ma semmai una riduzione dell’organico docenti. Sarebbe al contrario auspicabile investire risorse in gruppi classe più piccoli nel prossimo futuro, anche a beneficio di bisogni educativi speciali e disturbi specifici di apprendimento che le statistiche rilevano in costante incremento.

Il Consiglio invita pertanto a rinviare la trattazione dei temi sottesi al disegno di legge subordinandola ad un approfondito confronto con le componenti del sistema educativo provinciale. Per il futuro, laddove si giungesse a una riproposizione, s’impone la necessità che essa sia corredata di tutti i requisiti, i criteri e i regolamenti necessarî alla sua attuazione.
Inoltre, nella prospettiva di autentico percorso di valorizzazione del merito docente – che permane certamente auspicabile – spiace constatare che il presente disegno di legge è carente anche nella mancata estensione di tale percorso a componenti essenziali del sistema educativo, come la scuola dell’infanzia e la formazione professionale, che andranno parimenti coinvolte nel confronto.

Al Consiglio, sotto il profilo metodologico e sul piano dei rapporti istituzionali, corre infine l’obbligo di rilevare il mancato coinvolgimento nelle stesse forme ufficiali (richiesta di parere obbligatorio) previste dalla legge provinciale 5/06 e ineludibili per un provvedimento di tale impatto ordinamentale; cui l’organismo intende sopperire con il presente documento.
Alla luce di quanto rappresentato il parere sul Disegno di legge n. 176 del 28 marzo 2023, allo stato attuale di definizione, non può che essere sostanzialmente negativo: l’impostazione non lascia preludere ad alcun reale miglioramento se non a rischio di pregiudicare ulteriormente i delicati equilibri del sistema scolastico.

 

 

1 Il rappresentante degli studenti ,dovendo lasciare anticipatamente la seduta, non partecipa al voto finale ma dichiara di condividere pienamente i contenuti del presente documento.

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PER IL CONSIGLIO DEL SISTEMA EDUCATIVO PROVINCIALE IL PRESIDENTE
– prof. Giovanni Ceschi –

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