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CENTRO SOCIALE BRUNO: BORGA, LA PAT HA MAI EFFETTUATO CONTROLLI DI LEGITTIMITA?

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14.28 - mercoledì 8 febbraio 2017

(Fonte: Rodolfo Borga) – Lo scorso mese di gennaio il signor S.B. dichiarava stentoreo alla stampa: “Il Bruno continua ad andare avanti”. Continuava il signor B.: “Si vuole colpire la nostra esperienza, ma crediamo ci siano problemi ben più importanti da risolvere” (quando non si vuol fare qualcosa, c’è sempre qualcosa di più importante da fare – n.d.i.). Incuriositi dall’appassionata invettiva – che prima facie sembrava essere determinata da alte e nobili ragioni di carattere ideale (libertà di pensiero e di espressione, rivoluzione, sia pure in comodato, contro i poteri forti, promozione di alti momenti culturali e quant’altro) – ho letto con attenzione l’articolo.

Se non altro perché a più riprese ho avuto modo di occuparmi del centro sociale, con particolare riferimento alla liceità delle attività che l’associazione Commons (cioè il Bruno) svolge all’interno dell’immobile che il popolo trentino (per il tramite di Patrimonio del Trentino spa) ha graziosamente concesso in comodato gratuito ai nostri rivoluzionari stanziati a Piedicastello.
Confesso la delusione nell’apprendere le reali motivazioni dell’appassionato intervento del signor B., il quale lamenta, a quanto è dato comprendere, che il Centro sociale sia tenuto all’osservanza di alcune norme, il cui adempimento pare essere necessario per organizzare e svolgere determinate attività d’intrattenimento.

Dunque, nessuna lesione della libertà di pensiero, nessuna persecuzione, nessun rigurgito reazionario ad opera del potere ed in danno del popolo, ma l’arrogante pretesa di non rispettare le regole dettate per tutti coloro che organizzano determinati eventi: dalle Pro Loco ai circoli anziani e pensionati, dai gruppi degli Alpini alle associazioni più diverse, per non parlare ovviamente di coloro che determinati intrattenimenti promuovono per fini di lucro. Essendomi, come sopra rilevato, a più riprese occupato delle questione, sono in grado, sulla base delle risposte ufficiali che, sia pure a fatica, la Provincia mi ha infine fornito, quali siano le norme che tanto danno fastidio ai nostri rivoluzionari in comodato.

 

Eccole di seguito:

1) l’attività di somministrazione di alimenti e bevande, sia essa aperta o non aperta al pubblico, (mense aziendali, circoli privati, etc … ) è sottoposta a Scia da presentare al Comune (un tempo autorizzazione);

2) l’attività di spettacolo e trattenimento è disciplinata dal T.u.l.p.s., che prevede il rilascio di due distinte autorizzazioni:

2.a) la licenza di agibilità, finalizzata ad accertare la sussistenza dei requisiti di sicurezza della struttura nella quale vengono effettuati gli spettacoli, che è subordinata (salvo alcuni limitati casi in cui può operare l’autocertificazione) ad un formale sopralluogo/parere della Commissione provinciale di vigilanza;

2.b) la licenza di esercizio, finalizzata a consentire l’effettuazione di spettacoli, è subordinata all’accertamento della licenza sopra indicata, dei requisiti soggettivi dell’organizzatore e dei presupposti in materia d’inquinamento acustico;

3) sono inoltre prescritti i requisiti in materia di diritti d’autore, di competenza della Siae, e di prevenzione incendi, di competenza del Servizio antincendi e protezione civile (le attività soggette ai controlli di prevenzione sono quelle di spettacolo e trattenimento, sia a carattere pubblico che privato, che si svolgono in locali di capienza superiore a 100 persone ovvero di superficie lorda in pianta al chiuso superiore a 200 mq;

4) la licenza di esercizio è necessaria anche per i circoli privati, quando sia da escludere il carattere privato della rappresentazione o del trattenimento.

 

 

Secondo quanto risulta dalla documentazione ufficiale (Comune di Trento e Provincia) in possesso dell’interrogante:

a) alla data del 13.5.2015 il Comune di Trento “non ha mai rilasciato al centro sociale alcuna autorizzazione/licenza ai sensi della L.P. n. 9/2000”;

b) alla stessa data non è stata depositata presso il Comune di Trento alcuna Scia per le attività previste e disciplinate dalla L.p. 9/2000 da parte dei gestori del Centro Sociale Bruno, né tantomeno da parte dell’Associazione Commons;

c) soltanto in data 9.10.2015 il Presidente dell’associazione Commons ha presentato domanda di approvazione del progetto ai sensi dell’art. 143 del Regolamento di attuazione del T.u.l.p.s. per ospitare conferenze, presentazione di libri, proiezioni, assemblee, piccoli concerti e trattenimenti;

d) alla data del 16 marzo 2016 l’autorizzazione di cui all’art. 68 del T.u.l.p.s.. non era stata ancora rilasciata;

e) soltanto in data 29 luglio 2015 è stata presentata al Comune di Trento l’obbligatoria segnalazione certificata d’inizio attività;

f) alla data del 18 marzo 2016 l’associazione Commons non aveva presentato alcuna richiesta in materia di prevenzione incendi;

g) alla data del 21 novembre 2016 l’associazione Commons non aveva attivato alcun procedimento di prevenzione incendi di cui al Dpr 151/11.

 

 

Nel frattempo, come noto, sono proseguite le attività all’interno dell’immobile concesso in comodato da Patrimonio del Trentino spa all’associazione Commons. Da ultimo, stando a quanto pubblicizzato sul sito del Centro Sociale Bruno, un gran veglione di Capodanno (va da sé resistente) e, più recentemente, proprio oggi, una bella serata con cena (va da sé vegana) e d.j.

Il contratto di comodato 8.8.2013 stipulato da Patrimonio del Trentino spa con l’associazione Commons con riguardo alla p.ed. 3497 C.C. Trento prevede che qualora il comodato sia esercitato dal comodatario in difformità a leggi o regolamenti, il contratto potrà essere risolto (art. 2), ferma restando la facoltà del comodante di recedere in ogni momento dal contratto a sui insindacabile giudizio (art. 3).

 

Quanto sopra premesso, il sottoscritto consigliere

interroga il Presidente della Provincia al fine di sapere

a) se l’attività svolta all’interno dell’immobile concesso da Patrimonio del Trentino spa dall’associazione Commons si ritiene rispondere alla prescrizioni previste dalla normativa vigente, con particolare, ma non esclusivo, riferimento a quella in materia di prevenzione incendi (che alla data del 21 novembre scorso risulta essere non ancora applicata);

b) se ad oggi le prescrizioni di cui normativa vigente in tema di spettacoli e trattenimenti, con particolare, ma non esclusivo, riferimento a quella in materia di prevenzione antincendi, sono state adempiute dall’associazione Commons;

c) se la Provincia ha mai effettuato controlli circa la legittimità, ai sensi della normativa sopra richiamata, delle attività svolte dall’associazione Commons nell’immobile di Piedicastello;

d) in ipotesi di risposta positiva, quando le verifiche sono state eseguite e quale è stato il loro esito.

A norma di regolamento si richiede risposta scritta.

 

 

 

 

 

In allegato l’interrogazione contenuta nel comunicato stampa:

 

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