Nonostante la Provincia e il Cinformi si occupino ormai solamente di accoglienza, i sedicenti profughi del centro di Marco ritornano a protestare, come successo a Trento, per le loro condizioni.
“Il pocket money, i biglietti ferroviari gratuiti, i tirocini pagati dalla Provincia, le ricariche telefoniche e tutti i benefici di cui godono sembrano non essere abbastanza per coloro che vengono ospitati nelle strutture trentine a spese nostre.
E’ quindi il caso di ribadire che se queste persone, che nella maggior parte dei casi non hanno il titolo per rimanere in Trentino, non gradiscono l’accoglienza offerta loro con i nostri soldi, possono tranquillamente tornare nel loro paese di origine.
I soldi dei trentini tornino ad essere utilizzati per i trentini e non per questi arroganti che arricchiscono il business dell’immigrazione”.