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CALDO: COLDIRETTI, IL 2017 È STATO IL SECONDO ANNO PIÙ CALDO DEL PIANETA

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20.33 - sabato 19 agosto 2017

(Fonte: Ufficio stampa Coldiretti) – Il 2017 è stato fino ad ora il secondo anno piu’ caldo del pianeta con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,90 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo.

E’ quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti gli ultimi dati relativi ai primi sette mesi della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che registra le temperature mondiali dal 1880.

Un risultato determinato dal fatto che – sottolinea la Coldiretti – dall’inizio dell’anno ogni mese si è classificato sul podio del piu’ caldo da 138 anni.

Il 2017 – continua la Coldiretti – si è aperto infatti con il mese di gennaio che si è classificato a livello globale come il terzo piu’ caldo dall’inizio delle rilevazioni con febbraio, marzo, aprile, maggio e liuglio che si sono invece classificati tutti al secondo posto mentre giugno è al terzo posto.

Si tratta della conferma della tendenza al surriscaldamento del pianeta dopo che nel ventunesimo le temperature annuali – rileva la Coldiretti – hanno fatto segnare per ben cinque volte il record (2005, 2010, 2014 e 2015 e 2016 che è tuttora l’anno piu’ caldo di semrpe)

Le anomalie – sottolinea la Coldiretti – sono evidenti anche in Italia dove la temperatura nel mese di luglio 2017 è stata superiore di ben 1,2 gradi la media di riferimento che lo colloca nella top ten dei piu’ caldi mai registrati in Italia dal 1800 in cui sono anche cadute il 42% di precipitazioni in meno.

E il mese di giugno – precisa la Coldiretti – è stato il secondo piu’ caldo dal 1800 con ben il 53% di pioggia in meno secondo una analisi della Coldiretti sulla base delle rilevazioni Isac Cnr dai quali emerge anche che il 2015 è stato l’anno più bollente della storia da 217 anni ma nella classifica degli anni piu’ caldi in Italia ci sono nell’ordine il 2014, il 2003, il 2016, il 2007, il 2012, 2001, poi il 1994, 2009, 2011 e il 2000.

Se nel 2017 – afferma la Coldiretti – si contano nelle campagne italiane circa 2 miliardi di perdite provocate alle coltivazioni e agli allevamenti, tra siccita’, incendi e violenti temporali che si sono abbattuti a macchia di leopardo lungo la Penisola, sul piano strutturale si registra una evidente tendenza al surriscaldamento che ha cambiato la distribuzione delle coltivazioni e le loro caratteristiche.

Si è verificato nel tempo – sottolinea la Coldiretti – un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture come l’olivo che è arrivato alle Alpi.

E’ infatti in provincia di Sondrio, oltre il 46esimo parallelo, l’ultima frontiera nord dell’olio d’oliva italiano. Nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserva e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee.

Il vino italiano – continua la Coldiretti – è aumentato di un grado negli ultimi 30 anni, ma il caldo ha cambiato anche la distribuzione sul territorio dei vigneti che tendono ad espandersi verso l’alto con la presenza della vite a quasi 1200 metri di altezza come nel comune di Morgex e di La Salle, in provincia di Aosta, dove dai vitigni piu’ alti d’Europa si producono le uve per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop.

L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare “si tratta però di una sfida per tutti che può essere vinta solo se si afferma un nuovo modello di sviluppo più attento alla gestione delle risorse naturali e con stili di vita più rispettosi dell’ambiente nei consumi, a partire dalla tavola.

 

 

 

 

Foto: archivio Coldiretti

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