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BRUNO DORIGATTI * TRENTINO: « DAL MAGMA DENSO SOLO DI INCERTEZZE E IMPROVVISAZIONI, L’AUTONOMIA SPECIALE ESCE GRAVEMENTE UMILIATA E RIDOTTA ORMAI AD UN SIMULACRO DI SÉ STESSA »

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12.18 - sabato 21 novembre 2020

Ormai da tempo, sia alcune autorevoli voci della società e dell’economia del nostro territorio, sia le più sensibili attenzioni delle forze di opposizione e sindacali, indicano nell’assenza di una qualunque dimensione programmatoria di lunga deriva il nodo principale di una crisi che sta decolorando il senso stesso della nostra specialità autonomistica.

I mutati contesti nei quali stiamo faticosamente cercando di trovare una nuova rotta, generati dapprima dai rapidi processi di globalizzazione e poi dall’inattesa pandemia in atto, sono la riprova dell’urgenza strategica della programmazione, cioè di un agire razionale in grado di cogliere gli obiettivi di sviluppo economico e sociale che una determinata politica deve sempre sapersi dare e di metterli a regime.

Nonostante qualche tentativo del passato, va preso atto che in questa legislatura sono venute sempre meno quelle azioni chiare e coerenti e quelle idee capaci di indicare una nitida direzione di marcia, mentre tutto è apparso lasciato in balia degli eventi e del loro autonomo dispiegarsi, in una confusione generatrice, a sua volta, di smarrimento e disagio.

E’ per tali ragioni che l’intera società trentina pare avvertire oggi come impellente la necessità di investire sulla scelta della programmaticità della politica, nella consapevolezza della sua capacità di mettere al centro della discussione e dell’azione di governo quelle questioni che sole sono in grado di delineare grandi opzioni e di predisporre decisioni cruciali per il domani.

Mai come in questi mesi di difficoltà, l’ antitesi fra gestione vischiosa e stagnante dell’emergenza ed il bisogno di prospettive lunghe di governo del cambiamento si sono andate delineando sullo scenario della politica provinciale. Ciò nonostante pare che ci si affidi solo a miracolistiche, quanto sterili, invenzioni che non innovano l’agire di governo e le identità ormai logore delle forze politiche di maggioranza, concentrate principalmente ad omologare ogni problema nel pericoloso vortice della continua ricerca dell’applauso immediato.

Così, la stessa autonomia ne soffre quotidianamente perché, depauperata del suo ruolo progettuale e laboratoriale e ridotta a mero strumento di erogazione finanziaria a fini elettorali, pare ormai incapace di misurarsi sulle grandi problematiche contingenti, a partire dal rinnovo della concessione autostradale, per approdare alla frattura sempre più evidente ed impoverente con Bolzano.

Perfino l’attività dell’Assemblea legislativa denuncia lo stato grave della situazione in essere, dove una giustificata sfiducia delle opposizioni nei riguardi dei vertici istituzionali, incapaci di incorporare tutti gli apporti che dalla mediazione parlamentare scaturiscono, pregiudica qualsiasi forma di dialettica interna che, sul lungo periodo, può indurre un lento quanto inesorabile declino delle opposizioni, rese impotenti dall’assenza di qualsiasi carattere costruttivo e programmatico delle proposte di governo sulle quali misurarsi. In questo senso va anche l’analisi sul prossimo bilancio di previsione della Provincia, bilancio che non può ridursi ancora una volta ad essere mero strumento contabile, ma deve indicare la rotta che si intende imprimere al Trentino del domani, perché questo è il dovere della politica.

Su questo scenario infine, si staglia la costante interpretazione di parte del “principio di maggioranza”, che è senza dubbio il nocciolo della democrazia politica, ma che non può essere il fine della stessa e tanto meno riassumerne i valori, in una esclusiva dimensione favorevole appunto alla maggioranza.

Da questo magma denso solo di incertezze e improvvisazioni, l’autonomia speciale trentina esce gravemente umiliata e ridotta ormai ad un simulacro di sé stessa; un malato al quale non servono formule alchemiche, quanto piuttosto onestà intellettuale, impegno costante, riconoscimento dei propri limiti, valorizzazione delle risorse locali a prescindere dalla loro collocazione politica e spinta verso idee nuove, anziché verso fedeltà di convenienza.

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Bruno Dorigatti

Già Presidente del Consiglio della Provincia autonoma di Trento

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