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BLOCCO PARTO OSPEDALE ROVERETO: DEGASPERI, ZENI GIOCA A NASCONDINO?

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11.20 - lunedì 17 aprile 2017

(Fonte: Filippo Degasperi) – Il 25 gennaio 2017 depositavo l’interrogazione n. 3989 relativa alle vicende del nuovo Blocco parto dell’ospedale di Rovereto.
I quesiti erano puntuali e circoscritti.

Al punto 2 per esempio chiedevo conto delle motivazioni dell’esplosione dei costi (più che raddoppiati, da 1.960.000 a 2.409.759,94), chiedevo copia delle richieste di modifica del progetto originale delle ditte esecutrici e delle autorizzazioni aziendali.

Al punto 4 chiedevo quali fossero stati i criteri alla base della scelta dei vincitori del bando di gara, la composizione della commissione e copia del verbale di aggiudicazione.
Al punto 5 infine chiedevo spiegazioni sulle ragioni del ritardo nella conclusione dei lavori (quasi un anno e mezzo rispetto al termine previsto).
La risposta dell’assessore Zeni lascia di stucco.

Quanto al punto 2 e al punto 4 fa semplice richiamo di una serie di atti amministrativi che non sono pubblici e non sono reperibili se non con una richiesta di accesso agli atti con i tempi biblici dell’APSS (la richiesta delle convenzioni in essere tra Cri e 118 depositata il 23 marzo è ancora in attesa). Nessuno dei documenti richiesti è stato fornito.

Le spiegazioni del ritardo invece sono lapalissiane: “variazioni organizzative” e “imprevisti di natura tecnica”. Posto che non era nei pensieri dello scrivente l’idea che qualcuno avesse dormito nel cantiere o si fossero perse le chiavi dello stesso, che l’ampio sforamento dei termini dipendesse da ragioni organizzative o tecniche poteva essere dato per scontato.

L’interrogazione serviva proprio a fare chiarezza su quali fossero state queste variazioni organizzative e questi imprevisti.

Le risposte lasciano intendere che al responsabile della Sanità trentina piaccia giocare a nascondino. Potrei anche starci (presenteremo subito una nuova interrogazione per avere quanto secretato) se non fosse che un tale modo di assolvere a un obbligo preciso rasenta la presa in giro nei confronti dei cittadini che, pagando per il Blocco parto e per l’indennità dell’assessore, a domande precise si attendono risposte.

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