(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –
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Autorità, Signori Partecipanti, Signore, Signori, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia continua ad avere pesanti ripercussioni sull’economia mondiale e a mettere in discussione l’integrazione economica e finanziaria internazionale e l’assetto multilaterale emerso dopo la fine della Guerra fredda. Il ritorno a una situazione di tensioni e divisioni tra blocchi contrapposti di paesi rappresenta un pericolo concreto per uno sviluppo sostenibile e bilanciato di tutte le economie. Insieme con la condanna della violazione eclatante della sovranità e dell’integrità territoriale di una nazione libera è vitale perseguire con forza, nonostante tutto, la cooperazione internazionale, anche in campo economico e finanziario, e ricercare un dialogo che accolga diversità di valori tra paesi e culture, sulla base del rispetto dei principi fondamentali della convivenza pacifica.
Nell’affrontare le conseguenze della guerra in Ucraina, così come nell’uscita dalla pandemia, l’economia italiana ha mostrato una confortante capacità di reazione. I processi di ristrutturazione aziendale degli ultimi dieci anni, ancorché incompleti e differenziati tra settori e territori, hanno reso più solido il tessuto produttivo. L’accelerazione dell’accumulazione di capitale, il miglioramento della produttività dopo un lungo periodo di ristagno, il recupero della competitività internazionale sono segnali incoraggianti che vanno rafforzati, superando quei ritardi e quelle debolezze di fondo che ancora impediscono alla nostra economia di dispiegare appieno le proprie potenzialità. Dalla qualità degli interventi con cui saranno affrontate le sfide del cambiamento climatico e della transizione digitale, dal proseguimento degli sforzi di riforma avviati, dipende la nostra capacità di tornare a condizioni strutturali di sviluppo meno incerte e più equilibrate.