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BANKITALIA * MANOVRA ECONOMICA 2023-2025: « PAGAMENTI IN CONTANTE, A RISCHIO CONTRASTO CON PNRR E LA LOTTA ALL’EVASIONE »

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10.38 - lunedì 5 dicembre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Signor Presidente, Onorevoli Deputati, Onorevoli Senatori, ringrazio le Commissioni quinta della Camera e quinta del Senato per avere invitato la Banca d’Italia a svolgere le proprie considerazioni nell’ambito delle audizioni sulla manovra di bilancio.
Richiamerò solo brevemente le principali novità sulla situazione congiunturale, che in larghissima misura confermano le valutazioni fornite a inizio novembre nella Memoria sull’esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2022 (NADEF).

Come osservato nella Memoria, le ripercussioni economiche del conflitto in Ucraina si sono fino ad ora manifestate soprattutto sul mercato internazionale delle materie prime, i cui prezzi hanno subito rialzi e oscillazioni di entità eccezionale. Il prezzo del gas in particolare ha registrato una brusca impennata, raggiungendo un picco di 340 euro per megawattora nel corso dell’estate. Da allora, anche grazie al conseguimento degli obiettivi di stoccaggio da parte dei principali paesi europei, si è notevolmente ridimensionato, continuando a scendere anche nel mese di novembre. Tuttavia il suo livello rimane elevato, intorno a 140 euro, sette volte quello osservato all’inizio del 2021.

La crescita dei prezzi delle materie prime ha determinato un deciso innalzamento dell’inflazione globale, che secondo il Fondo Monetario Internazionale raggiungerebbe il 9 per cento quest’anno. Questi andamenti, insieme all’aumento dell’incertezza determinato dal conflitto, si sono riflessi in un significativo deterioramento delle prospettive di crescita. Nelle sue più recenti valutazioni, il Fondo stima che il prodotto mondiale decelererebbe il prossimo anno al 2,7 per cento (dal 3,2 del 2022). Il rallentamento sarebbe più marcato nell’area dell’euro, per la quale il Fondo e l’OCSE stimano una crescita pari allo 0,5 per cento nel 2023; la stima della Commissione europea è di appena lo 0,3 per cento.

In questo difficile contesto la congiuntura nel Paese ha mostrato per il momento una sostanziale tenuta. Il PIL nel terzo trimestre dell’anno è aumentato dello 0,5 per cento, sostenuto soprattutto dall’aumento, superiore alle attese, dei consumi di servizi e beni durevoli e dall’andamento ancora molto favorevole degli investimenti in beni strumentali. Gli indicatori più recenti puntano però a un indebolimento dell’attività per il trimestre in corso, in cui è proseguito il rialzo dell’inflazione che, nella definizione armonizzata, ha toccato un picco del 12,6 per cento a ottobre, mantenendosi su valori simili a novembre.

 

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