(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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La mamma di Andrea tramite i difensori avv. Marcello Paiar e Maura Cravotto comunica:
Volevo dirvi che la mia anima e quella dei miei familiari è devastata da un immenso dolore, non riusciamo a capacitarci e a farcene una ragione.
Il sapere che Andrea è stato in balia dell’orso mi devasta.
Andrea e Laura sono la nostra ragione di vita e per questo chiedo rispetto.
Andrea é nato e vissuto qua, amava la natura e la rispettava, il suo territorio, le sue cime, le sue traversate erano la sua vita.
Chiedo a tutte le popolazioni che vivono nei territori di montagna e alle amministrazioni di far sentire la loro voce e di non abbandonarci e di non abbassare la guardia, perché io e tutta la mia famiglia lotteremo fino alla fine per rendere giustizia al mio Andrea.
Ringrazio di cuore per averci aiutato a trovare nostro figlio tutta la macchina dei soccorsi, vigili del fuoco, Soccorso alpino e speleologico, gli operatori con i cani da ricerca e molecolari, le forze dell’ordine, i volontari che si sono attivati e l’amministrazione comunale.
Vi chiedo un’ultima cosa: non dimenticate.
Dobbiamo ridare ad Andrea la sua dignità.
Mi rivolgo con questo mio scritto alle autorità della Provincia autonoma di Trento e dello Stato attuali e pregresse perché se è successa questa tragedia, evidentemente forse non è stato fatto tutto quello che poteva essere fatto.
Eravamo a conoscenza dei fatti accaduti nel tempo ma non ci sono stati grandi interventi per garantire la sicurezza della popolazione.
Sappiate che noi siamo arrabbiati e indignati.
Il sistema ha fatto sì che Andrea diventasse la prima vittima annunciata.
Questo va ricercato in una gestione del progetto Ursus che non ha saputo adeguarsi e affrontare l’aumento degli orsi e che non ha ritenuto di agire dopo le molte aggressioni che ci sono state in questi anni.
Non è stato fatto niente.
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Franca Ghirardini
(mamma di Andrea)