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ATTACCO ORSO VALLE LAGHI: FUGATTI, CONTINUA DANNO PER ALLEVATORI E CITTADINI

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12.46 - mercoledì 12 aprile 2017

(Fonte: Maurizio Fugatti) – Attacco dell’orso in valle dei laghi. La storia continua a danno degli allevatori e dei cittadini. Dopo mesi di silenzio dovuti probabilmente alla fase del letargo, l’attacco del plantigrado non si è fatto attendere al momento del risveglio.

Vittime in Valle dei Laghi, a poche centinaia di metri dall’abitato di Vigo Cavedine, sei pecore ed una capretta sulle quali la furia e la fame dell’animale si sono manifestate in modo violento mentre la restante parte del gregge sembra essere dispersa. Comprensibile la rabbia e il rammarico degli allevatori che proprio nella zona avrebbero voluto condurre la loro attività. Ora il timore di un nuovo attacco è grande considerato anche che, stante le parole del Sindaco, nessun allarme sarebbe stato inviato sul cellulare circa la sua presenza.

Ciò che lascia basiti in questa vicenda è anche la richiesta fatta all’allevatore di provvedere allo spostamento delle pecore vista la vicinanza dell’attività all’abitato. Come se la colpa di quanto accaduto non debba essere riconducibile alla presenza dell’orso ma a quella del gregge!

L’Assessore Dallapiccola e la Provincia autonoma di Trento sostengono però la necessità e l’importanza del progetto, fattore di promozione del territorio. Ebbene considerato che nel “Rapporto orso 2016”, tra gli obiettivi elencati, vi è anche quello di favorire la permanenza dei pastori e delle greggi/mandrie sugli alpeggi, riteniamo opportuna una modifica delle scelte finora adottate.

Infatti oggi non sussistono le condizioni per la sua presenza visto lo sviluppo turistico, urbanistico e agricolo che ha interessato il Trentino e che ha toccato quote prima destinate soltanto a flora e fauna. Dalla lettura del documento poc’anzi menzionato si evince che nell’intero anno e su tutti gli alpeggi seguiti sono stati accertati complessivamente solo 6 attacchi al bestiame protetto, che hanno provocato la perdita complessiva, accertata, di 20 capi ovini, vale a dire lo 0,14% dei capi monticati e protetti; un’incidenza contenuta e proprio nelle aree più frequentate dall’orso.

Come negli anni scorsi si conferma, dunque, che il corretto utilizzo delle misure di prevenzione (recinzioni elettriche e cani da guardianìa), la presenza e la professionalità dei pastori, nonché l’attività di consulenza e supporto da parte dei referenti zootecnici, permettono la minimizzazione dei danni.

Nel 2016 è stata stimata la presenza di 6-11 nuove cucciolate, per un totale di 11-18 cuccioli… il numero minimo certo di animali giovani e adulti considerati presenti nel 2016 è pari a 38, dei quali 19 maschi, 18 femmine e 1 indeterminato.
A fine 2016 la struttura della quota dei soggetti accertati (cuccioli esclusi) è dunque così composta: 22 adulti (58% – 9 maschi e 13 femmine) e 16 giovani (42% – 10 maschi, 5 femmine e 1 indeterminato).

Considerando come possibile la presenza degli individui non rilevati geneticamente nel solo ultimo anno (10), il numero di giovani e adulti stimato nel 2016 va da 38 a 48 esemplari.

La stima della popolazione complessiva, prendendo necessariamente in considerazione anche la quota dei cuccioli 2016 (11-18 come riportato sopra), è dunque definita in un range più ampio di 49 – 66 esemplari. Con l’assunto di considerare trascurabili nel corso dell’anno gli eventuali eventi di dispersione da e verso il Trentino occidentale, il migliore modello di stima della consistenza dei soggetti giovani e adulti (sempre dunque al netto dei cuccioli nati nel 2016) fornisce un valore di 42 orsi, con un intervallo di confidenza della stima che va da 38 a 55.

35 dei 38 orsi rilevati nel 2016 lo sono stati sul territorio trentino. Tre maschi adulti sono stati rilevati solo fuori provincia: M29 in Lombardia, M4 in Friuli V.G. e M19 in Veneto. Tre degli orsi

presenti in Trentino hanno gravitato anche in province/regioni limitrofe, in particolare in provincia
di Bolzano (M22) e in Lombardia (M18 e M31).

Nel 2016 sono state inoltrate al Servizio Foreste e fauna 185 denunce di presunti danni da orso.Sono pervenute al Servizio 136 richieste di indennizzo. Nei rimanenti casi, o le richieste di indennizzo erano cumulative per più denunce di danno o non è stato richiesto l’indennizzo per i seguenti motivi:
• in 5 casi, pur trattandosi di danni da orso, gli utenti non hanno utilizzato l’opera di prevenzione finanziata dalla Pat;

• in 14 casi, pur trattandosi di danni da orso, gli utenti non hanno richiesto l’indennizzo per motivi diversi (ad es. lo scarso rilievo economico del danno);

• in 12 casi la causa del danno non era rilevabile o è stato accertato che lo stesso non era attribuibile a predatore selvatico orso…Sono stati complessivamente liquidati 73.394,23 € per danni da orso bruno, di cui 31.472,84 € per patrimoni apistici (foto n. 6), 21.793,09 € per patrimoni agricoli, 19.633,30 € per patrimoni zootecnici (foto n. 7) e 495,00 € per altri danni.
Nel corso del 2016 sono state presentate al Servizio Foreste e fauna 136 richieste per misure di prevenzione (recinti elettrici e cani da guardianìa), volte alla protezione dei patrimoni zootecnici (bovini, equini, ovini e caprini) e apistici.

Di queste, 117 sono state evase dagli Uffici Distrettuali Forestali (UDF) attraverso la fornitura in comodato d’uso gratuito; 83 erano destinate ai patrimoni apistici, 34 a quelli zootecnici (foto n. 8). La spesa complessiva ammonta a circa 60.000,00 €. Le rimanenti 19 richieste sono state evase dal Settore Grandi Carnivori (10 accolte, 3 respinte, 4 revocate e 2 ritirate dai richiedenti) tramite lo strumento del finanziamento in conto capitale.

La quota finanziata ammonta a circa 8.100,00 €
Dal 2016, un ulteriore strumento per la concessione di misure di prevenzione attraverso la forma del finanziamento è il Piano di Sviluppo Rurale (PSR), tramite la Misura 442 “Recinzioni tradizionali in legno, risanamento di recinzioni in pietra, prevenzioni di danni da lupo e orso” (foto n. 9). Utilizzando questo strumento sono state finanziate 4 recinzioni (tot. 2.200 m circa di recinzione in legno o in pietra, con elettrificazione) a difesa di lupo e orso per corrispettivi 87.000 € finanziati (73.000 € per le recinzioni e 12.000,00 € per l’elettrificazione) che saranno ultimate nel corso del 2017.
Si sono registrati falsi attacchi da parte dell’orso in tre occasioni:

• il 13 giugno in un bosco denso con radure, nei pressi del monte Soprasasso (Cadine – Trento), lungo
la strada militare – due orsi avvistati, uno dei quali di maggiori dimensioni;

• il 12 luglio in un bosco di faggio in località Pian dei Vigoi (monte Bondone – Trento) – orsa accompagnata da due-tre cuccioloni nati nel 2015; le indagini genetiche hanno reso possibile attribuire l’episodio alla femmina KJ2;

• il 24 settembre in un bosco di abete rosso, lungo una strada forestale, in loc. Sasso Magno (Caldes) – un’orsa accompagnata da almeno due cuccioli.

Nonostante la positività con cui la situazione viene dipinta all’interno del rapporto 2016, la realtà dei fatti sarebbe totalmente diversa se vista con gli occhi di allevatori e molti cittadini delle Valli. I numeri e le statistiche non servono a nulla se il clima di terrore e paura prevalgono; climi di certo non fomentati da chi richiede maggiore sicurezza per la popolazione ma dagli episodi che costantemente avvengono a danno dell’alpeggio e del bestiame. Inutile parlare di turismo e di tutela dei pastori e delle bestie se poi i risultati sono come quelli di Vigo Cavedine!

Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente della Provincia per sapere:
1. Se l’esemplare che ha attaccato il gregge a Vigo Cavedine sia noto al Servizio provinciale;

2. Se corrisponde al vero la richiesta rivolta all’allevatore di provvedere allo spostamento del gregge e chi l’abbia compiuta;

3. Se l’allevatore si vedrà quanto meno rimborsare i danni subiti;

4. Se l’assenza di segnale sui dispositivi, così come avrebbe dichiarato il Sindaco, sia da attribuire al fatto che l’esemplare fosse sprovvisto di radio collare oppure ad un malfunzionamento del sistema elaborato dalla Provincia;

5. Quanto ha investito la Provincia per il rinnovo del sito istituzionale sull’orso e i grandi carnivori;

6. Se nel corso del 2017 siano previsti incontri informativi sul territorio e Tavoli per la Comunicazione;

7. Ad oggi quanti cartelli sulle regole da seguire in caso di avvistamento o incontro con il plantigrado sono stati affissi, in quali zone e quale l’importo;

8. Se siano in corso dei monitoraggi sull’orso e in quali zone;

9. Se nel corso del 2017 si provvederà alla messa in funzione di nuovi e ulteriori radio collari;

10. Considerato che nel Rapporto 2016 si conferma la tendenza, evidenziata dai dati 2015, di massima attività dell’orso nelle ore prossime all’alba (3.00-6.00), con picchi secondari verso il tramonto/crepuscolo e durante le prime ore di buio (18.00-23.00)…mostrando una netta complementarità e scarsa sovrapposizione delle due curve e che i risultati dell’analisi di “contattabilità” (parametro che indica la facilità con cui gli animali sono rilevati e che può variare per motivi comportamentali e/o ambientali) evidenziano anche per il 2016 un effetto positivo della distanza dai centri abitati e un effetto negativo del passaggio turistico-pedonale, se non si ritiene un campanello dall’allarme, indipendentemente dall’orario, l’avvicinamento dell’orso alle abitazioni e gli attacchi alle persone avvenuti in passato.

 

A norma di Regolamento, si chiede risposta scritta.

 

 

 

 

In allegato l’interrogazione contenuta nel comunicato stampa:

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Foto: archivio Pat

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