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ASUC: DEGASPERI, L’ARTE DI DIRE UNA COSA E FARE IL CONTRARIO

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16.51 - domenica 19 febbraio 2017

(Fonte: Filippo Degasperi) – «Sabato a Trento si è tenuta l’assemblea provinciale delle Asuc. Una riunione di grande interesse per il valore economico e sociale che questi enti ricoprono e alla quale mi è spiaciuto non poter partecipare perché avevo già accettato l’invito ad un altro evento altrettanto importante. Ciò premesso, devo dire di essere rimasto esterrefatto leggendo i resoconti della riunione riportati dalla stampa. A quanto pare eminenti esponenti della maggioranza provinciale, fra cui lo stesso assessore Daldoss sarebbero andati a magnificare le amministrazioni separate di uso civico, riempiendosi la bocca di elogi per la loro funzione.

Uno stravolgimento completo della realtà, squarciato solo da certi avvertimenti piazzati fra le righe dei discorsi con i richiami a “fare squadra” con quella Provincia e quei Comuni che zitti zitti cercano di isolare gli usi civici, controllarli e laddove possibile devitalizzarli.
Delle personalità politiche i cui discorsi sono stati riportati ieri dalla stampa solo una, De Godenz, può dire di aver fatto qualcosa per venire incontro alle Asuc nella vicenda del porfido. Tutti gli altri o sono stati zitti o hanno attivamente operato per espropriare le Asuc e togliere loro diritto di parola.

Ebbene sabato questi signori sono andati ad elogiare le Asuc, a promettere le solite prebende in cambio di acquiescenza e qualcuno ha avuto addirittura il coraggio di dire che almeno le Asuc saranno rappresentate da un membro in commissione canoni, sorvolando allegramente sul fatto che ciò è stato possibile soprattutto grazie al tanto vituperato ostruzionismo del M5s. Non parliamo poi degli altri emendamenti da noi proposti e rigettati, primo fra tutti quello che suggeriva di lasciare che fosse il libero mercato a stabilire il valore dei canoni massimizzando il beneficio per le comunità proprietarie delle cave, cassato brutalmente ad evidente testimonianza che al di là delle parole al miele quando i nodi vengono al pettine i signori della maggioranza sanno benissimo da che parte stare. Un po’ come ai tempi della tanto celebrata annessione del Principato vescovile di Trento all’Austria, quando, come prima cosa gli usi civici furono ferocemente soppressi quali “illecite combriccole di popolo”».

 

 

 

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