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ASSEMBLEA ANTISPECISTA – SCOBI * GRANDI CARNIVORI : « IL 21/5 A TRENTO DIFFONDEREMO UNO STUDIO DI “NATURE“, CHE RIDIMENSIONA LA PERICOLOSITÀ DEGLI ORSI »

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13.33 - mercoledì 10 maggio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Orsi Trentino, Studio di Nature tradotto da attivisti StopCasteller ridimensiona pericolosità orsi e smentisce utilità di abbattimenti e trasferimenti. Il 21 maggio alle ore 14 Corteo di StopCasteller, concentramento in piazza Dante, davanti alla Provincia.

Orsi, gli attivisti della campagna StopCasteller rilanciano il corteo del 21 maggio a Trento diffondendo uno studio di Nature che ridimensiona la pericolosità degli orsi e smentisce l’utilità di abbattimenti e trasferimenti ai fini della sicurezza umana.

«Lo scenario più comune è l’incontro con una femmina con cuccioli: 47%, seguito da incontri improvvisi 20% e presenza di cani: 17%. Inoltre non c’è differenza significativa nel numero di attacchi tra paesi che rimuovono individui cosiddetti problematici, e quelli che non lo fanno. Questi dati indicano che è la situazione a generare il rischio di attacco e non il numero di orsi o la presenza dei fantomatici “orsi problematici”. Altrettanto chiaro è che si tratta di situazioni facilmente evitabili con pochi e semplici accorgimenti che la provincia non ha mai preso.»

«La giunta Fugatti ha volutamente abbandonato e rifiutato progetti di educazione alla convivenza e fa terrorismo e disinformazione per soddisfare gli interessi delle lobby. Vergognosa anche la gestione dei rifiuti: in 15 anni posizionati solo 200 cassonetti su 400 e Zanotelli ha recentemente dichiarato un ritardo di ulteriori 5 anni, sino al 2028»

«Il ruolo dei media potrebbe essere cruciale per informare gli abitanti e promuovere la convivenza tramite la conoscenza dell’orso e dei comportamenti da osservare negli ambienti interessati dalla presenza del plantigrado»

Prossima manifestazione domenica 21 maggio alle ore 14, sarà un corteo con concentramento in piazza Dante

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Uno studio internazionale pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature ridimensiona la pericolosità dei plantigradi, in contrasto con le dichiarazioni allarmistiche diffuse dalla giunta Trentina nelle scorse settimane, e smentisce l’utilità di abbattimenti e trasferimenti ai fini della sicurezza umana. L’articolo inoltre assegna ai media e alla stampa un ruolo chiave e potenzialmente positivo per il successo della convivenza uomo-orso, a patto che non vengano alimentati paure e sensazionalismi. L’articolo del 2019 è stato tradotto degli attivisti della campagna StopCasteller nell’ambito del loro impegno a favorire la convivenza fra orsi e uomo sul Territorio, fornendo prospettive globali e modelli virtuosi.

«L’articolo – spigano gli attivisti della Campagna StopCasteller – analizza gli attacchi di orsi bruni su umani a livello mondiale tra il 2000 e il 2015 e dimostra che la comunità scientifica ha un atteggiamento del tutto diverso nei confronti degli orsi rispetto alla politica locale. Con questo lavoro di traduzione contribuiamo alla corretta informazione che è la base per una convivenza pacifica.
Lo studio – continuano gli attivisti – dimostra che gli attacchi di orsi sono rari. Le persone attaccate sono quasi sempre adulte: 99%, e uomini: 88%. Infatti, gli orsi non sono predatori di umani e non sono interessati ai bambini, che del resto si trovano meno spesso nelle aree abitate dagli orsi. Gli attacchi si verificano per lo più su persone sole: 63%.
poiché i gruppi sono più rumorosi e individuabili dagli orsi i quali, per natura, evitano in ogni modo il contatto con l’essere umano».

«Lo scenario più comune è l’incontro con una femmina con cuccioli: 47%, seguito da incontri improvvisi 20% e presenza di cani: 17%. Spesso questi scenari si sovrappongono. Inoltre, non c’è differenza significativa nel numero di attacchi tra paesi che rimuovono individui cosiddetti problematici, e quelli che non lo fanno. Questi dati indicano chiaramente che è la situazione a generare il rischio di attacco e non il numero di orsi o la presenza dei fantomatici “orsi problematici”. Altrettanto chiaro è che si tratta di situazioni facilmente evitabili con pochi e semplici accorgimenti. Da una parte, serve che ci sia più attenzione alle zone dove vivono le femmine quando hanno i cuccioli al seguito, eventualmente interdicendo l’area per alcuni periodi dell’anno. Dall’altra, serve un’informazione capillare per evitare i comportamenti potenzialmente pericolosi, come tenere cani senza guinzaglio. Purtroppo, nessuno di questi semplici strumenti di prevenzione è stato adottato dalle giunte trentine che si sono susseguite da 20 anni a questa parte. La giunta Fugatti ha in effetti volutamente abbandonato e rifiutato progetti di educazione alla convivenza(1) e fa terrorismo e disinformazione per liberarsi di quello che reputa un problema (gli orsi) e porsi paladino degli interessi delle lobby dell’allevamento, del mondo agricolo e venatorio».

«Anche la gestione dei rifiuti – incalzano gli attivisti – è cruciale per evitare che gli orsi si avvicinino alle zone abitate da umani. Mentre dai dati pubblicati in una relazione ufficiale di ISPRA del 2021 (2) risulta uno scenario vergognose con solo “circa 200” cassonetti anto orso posizionati in 15 anni (di cui solo 6 in Val di Sole!) su un totale di 409 cassonetti per l’umido presenti nelle aree di maggior presenza dell’orso, senza contare i bidoni dei ristoranti. Praticamente un invito per l’orso, animale opportunista, a recarsi nei centri abitati dai cui la giunta dice di volerlo tenere lontano. Come se non bastasse è di pochi giorni fa la dichiarazione dell’assessore Zanotelli che dichiara che i cassonetti verranno completati, nelle zone di cui sopra, solo entro il 2028, con ulteriori 5 anni di ritardo».

«La paura non è quindi correlata all’effettiva pericolosità o frequenza degli attacchi ma, come evidenzia lo studio, al fatto che vengano rappresentati dai politici e dai media con più frequenza e con dettagli più cruenti rispetto ad altri animali selvatici o agli animali domestici. Il ruolo dei media potrebbe essere cruciale per informare gli abitanti e promuovere la conoscenza dell’orso e dei comportamenti da osservare negli ambienti interessati dalla presenza del plantigrado. Secondo questo studio e anche secondo noi – concludono gli attivisti – per promuovere la convivenza occorre stabilire una forte connessione e collaborazione tra ricercatori, i responsabili e gli strumenti educativi come i mass media e le scuole, per promuovere presso il vasto pubblico informazioni corrette e scientificamente fondate sull’orso. Per questo scenderemo ancora in piazza il prossimo 21 maggio per un corteo cittadino, ritrovo alle h.14.00 in Piazza Dante a Trento».

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