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ASSEMBLEA ANTISPECISTA * CINGHIALI: « REPLICA ALLE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE DI COLDIRETTI TRENTINO, BARBACOVI O È IGNORANTE OPPURE IN MALAFEDE »

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11.22 - giovedì 8 luglio 2021

Assemblea Antispecista, promotrice insieme al Centro sociale Bruno della campagna StopCasteller, replica alle dichiarazioni rilasciate dal presidente di Coldiretti Trentino – oggi in piazza per chiedere l’approvazione di una legge che consenta la cattura e l’abbattimento del cinghiale – smentendo la teoria secondo la quale gli abbattimenti sarebbero la soluzione per la cosiddetta “emergenza cinghiali”.

«La caccia», dichiarano gli attivisti, «lungi dall’avere una funzione di “riequilibrio faunistico” è causa diretta della proliferazione del cinghiale e quindi anche dei danni causati all’agricoltura e degli incidenti stradali. Per cui il presidente di Coldiretti Barbacovi e il direttore Enzo Bottos o sono ignoranti oppure sono in malafede».

«Studi pluriennali fatti da esperti (1) , associazioni che da anni cercano di fare informazione in merito, come la Lega per l’abolizione della caccia (2), e anche lo scienziato Andrea Mazzatenta, docente alla Facoltà di medicina veterinaria dell’Università di Teramo, hanno spiegato molto chiaramente perché la caccia con il fucile e le mute di cani rappresentano proprio ciò che non si deve fare se si vuole controllare la specie».

«Questo animale – ha dichiarato il professor Mazzatenta ai giornali – è organizzato in una società matriarcale: ogni famiglia è comandata da una femmina, la “matrona” o matriarca, madre di tutti i componenti (tranne i maschi maturi, che vengono allontanati dal gruppo). La matrona emette un feromone che blocca l’estro delle altre femmine: lei è l’unica che si riproduce, ma è anche quella che è più a rischio per la caccia, perché negli spostamenti mette al sicuro i piccoli e tutti i componenti del gruppo e finisce per esporsi di più ai colpi dei cacciatori. Se viene uccisa, però, il blocco scompare e tutte le altre femmine vanno in estro. Risultato: se prima la matrona aveva 5-6 cuccioli, poi le sorelle finiscono per formare gruppi di 50 esemplari» (3).

«Questo significa che dopo aver creato il danno il cacciatore si propone come solutore del problema dei danni causati all’agricoltura dalla fauna selvatica», spiegano gli attivisti di Assemblea Antispecista.

«La seconda leva che viene sfruttata da Coldiretti è quella della sicurezza. Peccato che gli incidenti si verificano principalmente sulle strade vicine a zone interessate dalla caccia e per nulla o quasi su quelle che toccano le oasi dove la caccia è vietata».

«Infine è importante ricordare che quello che ruota attorno alla caccia al cinghiale e un vero e proprio business mascherato, con tanto di rivendite di cuccioli online, allevamenti e immissioni illegali in natura proprio da parte dei cacciatori che, secondo Coldiretti, dovrebbero risolvere il problema».
«La soluzione non sono quindi gli abbattimenti ma le recinzioni elettrificate (4), e lasciare i cinghiali in pace facendo affidamento alla natura e ai predatori naturali del cinghiale: lupi, volpi e poiane, a patto che non siano cacciati anche loro».

(1) Toïgo C., S. Servanty, J.-M. Gaillard, S. Brandt & E. Baubet 2008. Disentangling natural from hunting mortality in an intensively hunted wild boar population. J. Wildlife Management 72 (7): 1532-1539; Servanty S., J.-M. Gaillard, C. Toïgo, S. Brandt & E. Baubet 2009. Pulsed resources and climate-induced variation in the reproductive traits of wild boar under high hunting pressure. J. Animal ecology 78 (6): 1278-1290.

(2) https://www.emergenzacinghiali.org/

(3) https://www.lastampa.it/la-zampa/altri-animali/2019/06/15/news/invasioni-di-cinghiali-l-esperto-ecco-perche-con-la-caccia-peggiorera-la-situazione-1.36541332

(4) In Slovenia le recinzioni elettriche per proteggere il mais dai cinghiali hanno avuto un’efficacia del 100%. In Texas e Francia di oltre il 60%

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