(Fonte: Cna-Shv) – “È sul credito alle piccole imprese che dobbiamo ancora insistere, altrimenti l’economia ed il nostro Paese non crescono.” Così Claudio Corrarati analizzando i recenti dati forniti da Cna Nazionale . “La piccola impresa, infatti, dà lavoro al 60 per cento degli occupati e produce il 40 per cento del valore aggiunto nazionale. Ma ottiene ancora solo il 20 per cento del credito. Uno scarto paradossale che frena la crescita e l’irrobustimento delle piccole imprese e, soprattutto, la ripresa economica del Paese”.
“Dalla fine dello scorso anno si registra un recupero del credito alle imprese con oltre venti addetti – prosegue Corrarati – permane negativa, invece, la dinamica di quelle con meno di venti dipendenti. Gli interventi della Bce si sono riverberati, di fatto, solo sulle imprese di maggiori dimensioni”. “È ben chiaro che i numeri testimoniano che i piccoli non possono essere accusati dei problemi sofferti dal sistema bancario – ribadisce il presidente di Cna Trentino Alto Adige – perché le sofferenze relative ai prestiti fino a 125mila euro rappresentano solo l’11,3 per cento del totale, anche se riferite all’81,7 per cento della clientela. Le sofferenze causate dai prestiti superiori al milione di euro, viceversa, sono oltre il 61 per cento complessivo, generate soltanto dal 2,6 per cento della clientela, cioè dalla grande industria e dalla grande distribuzione commerciale”.
“È evidente, ma continuiamo a ribadirlo, come sia necessario uno sforzo, un grande impegno, sia da parte delle Banche nazionali, ma anche e soprattutto da parte delle Banche locali, che conoscono molto bene il territorio ed il tessuto su cui si basa la nostra economia. Come associazioni di categoria mettiamo a disposizione il nostro ruolo di tramite tra banche ed imprese, per ricostruire un rapporto più sano, che tuteli particolarmente le imprese più piccole. La nostra conoscenza diretta delle imprese costituisce un elemento fondamentale, utile a circoscrivere eventuali rischi.” “Si vada dunque al di là dei numeri e dei tecnicismo – conclude Corrarati – e si ritorni a credere nelle idee e nelle capacità delle nostre aziende.”
