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ANTICORRUZIONE: GIANMOENA, COMUNI TRENTINO IMPEGNÀTI A PREVENIRE ILLEGALITÀ

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00.53 - sabato 5 agosto 2017

(Fonte: Ufficio stampa Consorzio comuni del Trentino) –  In queste ore, in cui emergono notizie relative a presunte inadempienze degli Enti locali riguardo alla redazione e pubblicazione del Piano Triennale per la prevenzione della corruzione e della trasparenza, ritengo doveroso proporre alcune riflessioni in merito.

Le censure operate, di cui ho avuto parziale conoscenza, riguardano diversi aspetti e meritano distinte considerazioni, pur in assenza, da parte mia, di elementi oggettivi sufficienti a confutare le inadempienze evidenziate.

Il Consorzio dei Comuni Trentini, posso assicurare, ha organizzato momenti di formazione che hanno suscitato grande interesse e partecipazione da parte degli operatori degli Enti locali, a riprova del fatto che, in Trentino, Comuni e Comunità si sono impegnati, con serietà, a rispettare le disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione ed illegalità.

Ritengo quindi poco verosimile che solo pochi Enti, in Trentino, abbiano correttamente adempiuto alle disposizioni di legge, proprio in considerazione dell’impegno mostrato e della comprovata serietà e responsabilità di Amministratori e Dipendenti comunali.

Mi trovo d’accordo sul fatto che anche in Trentino non bisogna abbassare la guardia, anche se la realtà che conosco, non presenta fenomeni così evidenti di illegalità diffusa. Ciò non significa che l’attenzione alla legalità debba essere presa sottogamba e che il rispetto delle regole poste a tutela della legalità non meriti una quotidiana attenzione.

In un contesto, come quello trentino, fatto di piccole municipalità, giova ricordare la previsione normativa riferita ai comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti, che attribuisce ad essi la possibilità di aggregarsi per definire, in comune, tramite accordi, il piano triennale per la prevenzione della corruzione, secondo le indicazioni contenute nel piano nazionale.

Tale disposizione evidenzia, a parer mio una particolare attenzione del legislatore nel considerare le difficoltà dei piccoli comuni ad effettuare analisi particolarmente complesse, che non possono forse nemmeno essere differenziate su scala comunale e punta a far analizzare i contesti, prescindendo dalla loro dimensione, per trovare misure efficaci per la prevenzione dei fenomeni corruttivi all’interno dei diversi processi.

L’Anac afferma, infatti, che “L’obiettivo ultimo è che tutta l’attività svolta venga analizzata, in particolare attraverso la mappatura dei processi, al fine di identificare le aree che, in ragione della natura e delle peculiarità dell’attività stessa, risultano particolarmente esposte a rischi corruttivi”.

In questo modo, l’analisi del contesto esterno di riferimento, può forse essere operata considerando una realtà più ampia di quella del singolo Ente locale, fermo restando che nel contesto interno (che ritengo gli Enti abbiano opportunamente analizzato) vanno calati i diversi processi e le misure anticorruzione previste nei piani.

Sono certo che Anac saprà correttamente interpretare il proprio ruolo, valutando le diverse situazioni nazionali, tra cui anche quella trentina.

 

 

Il presidente

Paride Gianmoena

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