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AMBROSI (FDI – TRENTINO) – MOZIONE * BOLLETTE: « AUMENTI CARBURANTE E COSTO MATERIE PRIME, SERVE AGIRE SULL’ASSEGNO UNICO PROVINCIALE PER AIUTARE LE FAMIGLIE TRENTINE »

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14.10 - venerdì 29 ottobre 2021

Aumenti record del carburante e costo materie prime – Ambrosi (FdI): “Serve agire sull’Assegno Unico Provinciale per aiutare le famiglie trentine”.

L’economia italiana è alle prese con uno straordinario aumento del costo dell’energia dovuto sia all’aumento dei prezzi delle materie prime, come gas e combustibili derivanti dal petrolio (per cui non ci si aspetta alcuna inversione del trend, con le previsioni che parlano addirittura di possibili ulteriori aumenti nel periodo natalizio), sia dell’aumento dei costi per le aziende che producono energia.

Dopo una fase di rallentamento dovuta alla pandemia, la ripresa delle attività produttive ha determinato un rapido aumento della domanda per le materie prime, generando quello che in termini economici è definito uno “shock di domanda”. Per tentare di dare una risposta di fronte al rischio di aumento delle bollette per le famiglie italiane, il Governo è intervenuto con il D.L. 27 settembre 2021, n. 130 predisponendo lo stanziamento di oltre 3 miliardi di euro destinati al contenimento della bolletta per famiglie e microimprese. A questo si è aggiunta una riduzione al 5% dell’Iva per le bollette gas. Secondo le stime dell’ARERA il decreto avrà l’effetto di limitare, per il prossimo trimestre per una famiglia tipo con servizio in tutela, l’aumento dell’energia ad un +29,8% per la bolletta dell’elettricità e ad un +14,4% per la bolletta del gas.

Va tuttavia considerato come il costo della vita in Trentino – Alto Adige da anni sia più elevato rispetto al resto d’Italia. Come rilevato nello scorso luglio da Ispat e Astat infatti, gli aumenti maggiori sui prezzi al consumo negli ultimi dodici mesi nel capoluogo della nostra Provincia si sono registrati in un ambito fondamentale come quello della casa: i costi di gestione delle abitazioni sono aumentati del 10,9% (+7,9% in Italia), trainati dalle bollette di acqua, elettricità, riscaldamento. Rilevante anche il +5,4% dei trasporti (+5,2 a livello nazionale). E’ rimasta pressoché invariata invece la spesa alimentare (+0,2% contro lo 0,1% nazionale).

Per questo motivi questa mattina ho depositato una proposta di mozione che vuole impegnare la Giunta provinciale a valutare la possibilità di intervenire sulla quota A dell’Assegno Unico Provinciale (misure a contrasto della povertà) per cercare di ridurre l’impatto relativo ai già annunciati rincari delle bollette sulla vita delle famiglie trentine.

*
Cons. Alessia Ambrosi
Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia

 

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Trento, 29 ottobre 2021
Consiglio della Provincia Autonoma di Trento Gruppo consiliare Fratelli d’Italia
Ill.mo
Walter Kaswalder Presidente del Consiglio Provinciale SEDE
PROPOSTA DI MOZIONE N.
ADEGUAMENTO DELL’ASSEGNO UNICO PROVINCIALE PER FRONTEGGIARE L’AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA

 

Considerato che,
l’economia mondiale, ed italiana nel caso specifico, è alle prese con uno straordinario aumento del costo dell’energia dovuto sia all’aumento dei prezzi delle materie prime, come gas e combustibili derivanti dal petrolio (per cui non ci si aspetta alcuna inversione del trend, con le previsioni che parlano addirittura di possibili ulteriori aumenti nel periodo natalizio), sia all’aumento dei costi per le aziende che producono energia. Dopo una fase di rallentamento dovuto alla pandemia, la ripresa delle attività produttive ha determinato un rapido aumento della domanda per le materie prime, generando quello che in termini economici è definito uno “shock di domanda”. Questi problemi hanno interessato anche le materie prime con cui si produce la maggior parte dell’energia in Europa: il prezzo del petrolio è aumentato del 200 % dalla primavera del 2020, e quello del gas naturale del 30 % solo nel secondo trimestre del 2021.

 

Visto che,
in Italia il gas naturale è impiegato per produrre circa il 40 per cento dell’energia elettrica, un marcato aumento del suo prezzo si riflette sul costo dell’elettricità. Un ulteriore fattore da considerare è il sensibile aumento dei prezzi dei permessi per emettere anidride carbonica, che le aziende si scambiano attraverso l’Emission trading system europeo. Il sistema esiste da oltre 15 anni e ha l’obiettivo di ridurre la produzione di gas inquinanti, tra le principali cause del riscaldamento globale. Periodicamente la quantità di permessi viene ridotta, proprio per incentivare il passaggio a produzioni più sostenibili, e di conseguenza il loro prezzo aumenta. Gli aumenti da inizio anno hanno avuto ripercussioni sulle società che producono energia da combustibili fossili, che a loro volta scaricano poi parte dei costi nella bolletta.

 

Posto che,
con il Decreto Legge 27 settembre 2021, n. 130, recante “Misure urgenti per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale” il Governo ha predisposto lo stanziamento di oltre 3 miliardi di euro destinati al contenimento della bolletta per famiglie e microimprese, allocando 2,5 miliardi di euro all’azzeramento degli oneri generali di sistema per il prossimo trimestre e 500 milioni circa al potenziamento dei bonus. A questo si è aggiunta una riduzione al 5% dell’IVA per le bollette gas. Secondo stime dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) il decreto d’urgenza avrà l’effetto di limitare, per il prossimo trimestre per una famiglia tipo con servizio in tutela, l’aumento dell’energia ad un +29,8% per la bolletta dell’elettricità e ad un + 14,4% per la bolletta del gas.

Considerato che,
durante una recente seduta della Commissione industria del Senato, il presidente di ARERA ha evidenziato la concreta possibilità di un “ulteriore e significativo aumento” per le bollette di gas e luce a causa, in particolare, del rincaro delle quotazioni del gas naturale, che “sono circa doppie di quelle utilizzate per lo scorso aggiornamento”. Tali quotazioni rivelano che per i mesi invernali il prezzo dell’energia elettrica sarebbe superiore ai 200 euro per megawatt/ora, mentre solamente a partire da aprile del prossimo anno i prezzi potrebbero scendere attorno ai 100 euro per megawatt/ora. Si tratta dunque di un quadro allarmante che presenta rischi soprattutto per le famiglie a reddito basso o medio/basso, già provate dalle conseguenze della pandemia, ed in particolare per quella fascia di popolazione definita in “condizione di povertà energetica” che non si può permettere sistemi di riscaldamento adeguati (in Italia si stima sia quasi il 9 per cento delle famiglie, 2,3 milioni di individui). Nel caso di un inverno particolarmente rigido, per queste persone il problema potrebbe essere quindi ancora più sentito a causa dei maggiori consumi e del conseguente aumento della domanda. Come evidenzia un recente rapporto dell’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica, la condizione di povertà energetica è determinata da una combinazione di molti fattori collegati tra loro, come il basso reddito, gli alti costi energetici e le strutture abitative non efficienti, per esempio con impianti obsoleti.

 

Posto che,
in Provincia di Trento, lo strumento principale di sostegno alle famiglie e ai singoli in difficoltà è l’Assegno unico provinciale (AUP). L’Assegno unico è lo strumento a carattere universalistico con cui la PaT intende perseguire obiettivi di equità, semplificazione amministrativa e razionalizzazione degli interventi: viene infatti individuato un unico indicatore in ingresso, omogeneo e trasparente, quello dell’ICEF, ma con soglie diverse a seconda dell’obiettivo. Tramite l’Assegno unico, le famiglie, con una sola domanda, possono accedere ad un beneficio che ha assorbito una serie di contributi diversi (assegno regionale al nucleo familiare, reddito di garanzia, contributo famiglie numerose, assegno integrativo invalidi e detrazione dell’addizionale regionale all’Irpef per famiglie con figli), abrogati dall’introduzione dell’AUP e basati su misure molto diverse di valutazione economica.

 

Visto che,
l’AUP, introdotto nel 2018, si articola in:
• Quota A – “Misure a contrasto della povertà”: quota “universalistica di sostegno al reddito”, finalizzata a garantire una condizione economica sufficiente a soddisfare i bisogni generali della vita dei nuclei familiari;
• Quota B: quota diretta a sostenere il “soddisfacimento di bisogni particolari della vita”;
• Quota C, a sostegno della “natalità”.

 

Considerato che,
con deliberazione della Giunta provinciale n. 424 del 19 marzo 2021 (Approvazione della disciplina di attuazione dell’Assegno unico provinciale di cui all’articolo 28, comma 4, della legge provinciale 29 dicembre 2016, n. 20 (Legge di stabilità provinciale 2017) per il periodo 1° luglio 2021 – 30 giugno 2022), la PaT ha approvato la disciplina dell’Assegno unico, disponendo la non cumulabilità tra la quota A) dell’Assegno unico e il reddito di cittadinanza. La disciplina si applica alle domande di Assegno unico provinciale presentate per il periodo 1° luglio 2021 – 30 giugno 2022. Nell’allegato alla deliberazione n. 424/2021, punto 6.2.2 (Calcolo della stima della spesa per i consumi), tra le voci di spesa considerate per calcolare i “consumi di base” vi è anche l’energia elettrica (mancano le voci inerenti altre “materie prime energetiche”, come ad esempio il gas o il petrolio). In particolare, per quanto riguarda l’energia elettrica, la stima dei consumi considera una percentuale del 50% rispetto al costo indicato nella tabella dei consumi familiari elaborata dal Servizio Statistica della Provincia Autonoma di Trento.

 

Visto che,
dalle considerazioni che precedono, risulta quindi di fondamentale importanza che la Giunta provinciale si attivi al fine di aumentare il peso del costo delle materie prime energetiche nella determinazione dell’AUP, in modo da compensare i rincari alle bollette già annunciati per i mesi a venire.

Valutato inoltre che,
la più volte paventata riforma catastale ad opera del Governo italiano conduce al rischio di un ulteriore aumento delle tasse ai danni delle famiglie trentine. Rivalutare le vecchie rendite catastali ai valori di mercato e passare dai vani ai metri quadri significa, sulla carta, far salire l’Imu sulle seconde case e gonfiare il valore dell’Isee, spingendo tante famiglie fuori dalla soglia per bonus e aiuti sociali. Secondo una prima simulazione, parrebbe che – a seguito della sopracitata riforma – si possa assistere ad aumenti del 128% per estimi e Imu, nonché ad una quadruplicazione dell’Isee.

Tutto ciò premesso,
il Consiglio della Provincia autonoma di Trento impegna la Giunta provinciale

a valutare la possibilità di aumentare la percentuale, attualmente del 50%, inserita alla voce energia elettrica per stimare la spesa per i consumi di base, aumentando in maniera corrispondente l’importo della quota A (misure a contrasto della povertà) dell’assegno unico provinciale.

 

Cons. Alessia Ambrosi

Cons. Claudio Cia

Cons. Katia Rossato

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