Settore vino – Ambrosi (FdI): “Ottimismo per i numeri dell’export ma incertezza per i prezzi di energia e materie prime”
Si conclude oggi l’edizione numero 54 di Vinitaly in un’atmosfera di ottimismo data dai numeri del settore vinicolo italiano e dal fortissimo interesse suscitato dalla fiera veronese, testimoniato dal boom di presenze dopo due anni di stop forzato causa Covid. Il vino italiano è infatti in ripresa, trascinato in particolare dagli ottimi numeri delle esportazioni. Le vendite oltreconfine sono cresciute nel 2021 per un valore di € 7,3 miliardi, con un incremento del 12,4% rispetto all’anno precedente, rappresentando in termini complessivi un quarto dell’export agroalimentare italiano. Oltre al mercato americano, che rimane la destinazione principale delle nostre bottiglie, crescono le esportazioni verso paesi ad alto potenziale come Cina e Giappone.
Al Vinitaly il Trentino è ben rappresentato con 70 aziende. L’ottimismo per i numeri del settore è alimentato anche da un interesse sempre maggiore verso l’enoturismo. Si registra infatti una crescente curiosità dei turisti nel visitare le nostre cantine dove vedere con i propri occhi il frutto della passione dei vignaioli ed il lavoro artigianale, riconoscendo così in prima persona i valori che contraddistinguono e che guidano quotidianamente i produttori trentini. Su scala provinciale, oltre che nazionale, è dunque importante investire sulla commercializzazione e sullo sviluppo dell’enoturismo, valorizzando il nostro patrimonio enologico, gastronomico, naturalistico e culturale. Sì, perché la sinergia tra vino e turismo rappresenta un elemento importante anche nella destagionalizzazione della nostra tradizionale offerta turistica, incrementando le potenzialità di un turismo primaverile ed autunnale.
L’ottimismo dei nostri produttori è tuttavia mitigato dall’incertezza legata alla situazione geopolitica, al costo dell’energia e quello delle materie prime. Gli effetti dell’attuale conflitto bellico tra Russia e Ucraina si riflettono infatti anche sul settore del vino, sia perché la Russia rappresenta il 12° mercato di destinazione per le esportazioni di vini italiani, sia perché il costo di alluminio e fertilizzanti sta crescendo vertiginosamente, sia perché la produzione di vetro e carta per bottiglie, etichette e cartoni per imballaggi risente dell’inflazione energetica. Da non dimenticare infine la necessità di sviluppo di una regolamentazione nazionale in favore delle nostre produzioni di qualità e a tutela delle normative europee, come quelle riguardanti le etichette allarmistiche sul vino, che non possono andare a penalizzare il nostro prezioso patrimonio enologico.
Il vino è infatti cardine delle tradizioni alimentari di molti paesi europei che ne contemplano un consumo moderato spesso associato ai pasti e legato alla convivialità. Non si tratta quindi del consumo smodato di superalcolici contro cui combattono da anni soprattutto i paesi del Nord Europa. C’è una netta distinzione tra uso ed abuso di vino, misure restrittive e allarmistiche non possono sostituirsi alle politiche di diffusione di una consapevolezza sul consumo moderato e responsabile di vino che, all’interno della dieta mediterranea e combinato con un sano stile di vita, è del tutto compatibile con una vita sana, come confermato da numerose evidenze scientifiche.
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Alessia Ambrosi
Gruppo consiliare Fratelli d’Italia