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AMBROSI ( FDI) * AUTISMO: « INCLUSIONE SOCIALE, NECESSARIO PENSARE AD UN PROGETTO DI VITA CHE COMPRENDA SCUOLA – SPORT – INSERIMENTO LAVORATIVO »

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17.34 - martedì 5 aprile 2022

AUTISMO: QUANDO LA CONOSCENZA SCACCIA I PREGIUDIZI E AIUTA L’INCLUSIONE SOCIALE.

“L’autismo è parte di questo mondo, non è un mondo a parte”, proprio per questo dobbiamo lavorare affinché il benessere della persona affetta da autismo sia garantito a 360 gradi.

Credo che questa frase sia davvero un eccellente punto di partenza.

Tutti i giorni tantissime persone vivono a stretto contatto con chi soffre di questo disturbo. Con loro ho parlato, li ho ascoltati, mi sono confrontata e oggi vi racconto una delle tante storie di vita di una famiglia trentina che vive questa realtà.

Avete mai sentito parlare della comunicazione aumentativa alternativa in sigla la C.A.A.? Mi sono recata a conoscere un esempio di inclusione sociale, un progetto che Michele, un ragazzo autistico, sta portando avanti con l’aiuto del suo assistente Federico, che lo segue a scuola e nell’alternanza scuola lavoro. Un progetto in collaborazione tra l’istituto alberghiero di Rovereto e i VVF di Trento.

Devo dire che l’esperienza è stata per me incredibile, emozionante e davvero mi sono resa conto di quanto ancora dobbiamo fare in questo settore.

Il fatto che inizialmente alcuni docenti fossero timorosi non mi ha nemmeno colpita più di tanto. Michele era difatti il primo ragazzo con quella disabilità e il suo arrivo ha segnato una svolta per quell’istituto. Inizialmente non è stato semplice, ma dopo aver condiviso spazi, lavori e ruoli non ci sono stati solo dei miglioramenti da parte di Michele, ma soprattutto una crescita umana di studenti e insegnanti.

Ecco che un primo grande passo che anche noi in Trentino possiamo e dobbiamo fare è quello della conoscenza dell’autismo. La conoscenza caccia via i pregiudizi e aiuta l’inclusione sociale, è questa una delle chiavi del tutto.

In questa battaglia non servono tanto e solo le pur importanti iniziative simboliche, ma soprattutto mettere in atto azioni più concrete e costruttive e muovere dei passi ascoltando maggiormente le famiglie, coinvolgendole e indirizzandole ai giusti esperti. Soprattutto, queste famiglie, non lasciarle MAI sole.

Per esempio nella scuola di Michele in occasione del 2 aprile viene fatto il menù in Comunicazione aumentativa alternativa, così che i futuri cuochi o camerieri che usciranno dalla scuola avranno la giusta sensibilità e saranno preparati se nel futuro lavoro potranno incontrare una famiglia con una persona affetta da autismo. Ne potranno riconoscere ed esaudire le richieste. Sembra poco, sembrano piccoli passi, ma è proprio attraverso di essi che via via potremo migliorare e fare l’interesse delle ragazze e dei ragazzi.

E’ chiaro che un altro passo importante per la consapevolezza sull’autismo è la sensibilizzazione. Ma in che modo?

Ad esempio attraverso la comunicazione che nel linguaggio delle persone autistiche è quasi esclusivamente visiva! Un tipo di comunicazione che può essere sia in forma digitale per esempio mediante un tablet, sia in modo ancora più semplice in forma cartacea come per esempio un menu o attraverso le apposite segnaletiche nei parchi, al cinema, sui mezzi di trasporto ecc, al fine di rendere più autonoma possibile la routine quotidiana delle persone con autismo.

Alla fine, mi sono presa un impegno! E l’ho promesso a Michele e ai ragazzi come lui e alle loro famiglie: mi impegno a coinvolgere esperti, enti e associazioni interessati per proporre e sollecitare provvedimenti idonei ad aiutare le famiglie con persone affette da autismo a carico.

Oggi più che mai anche nel nostro Trentino è necessario lavorare di più sulla formazione di persone preparate che insegnino ai ragazzi come vivere nella quotidianità al pari di tutti gli altri ed è necessario investire di più sulla formazione di queste figure.

Bene, anzi benissimo la scuola fino a che i ragazzi sono piccoli, ma le difficoltà nell’ inclusione le riscontriamo soprattutto successivamente, alle superiori, perché manca la cultura, la conoscenza e talvolta la sensibilità. Gli studenti non sanno cosa sia la disabilità psichica e su questo andrebbero preparati.

E poi lo sport, che svolge un ruolo fondamentale perché può fare tantissimo. I ragazzi non vanno tenuti sotto una campana di vetro o rinchiusi quando hanno 20 anni in un centro o in una Rsa. È necessario pensare ad un progetto di vita che comprenda scuola, sport e inserimento lavorativo. Chi vive quotidianamente queste realtà non va lasciato solo o nello sconforto che spesso sembra prendere il sopravvento. Non mollare mai, andare avanti anche quando lo scoramento sembra prendere il sopravvento. L’autismo non sparisce mai, quello che si sa è ancora poco, una goccia nel mare…

Quando parlo di conoscenza che scaccia i pregiudizi penso, soprattutto, al superamento del paradigma puramente assistenzialista. Dare mezzi a queste persone, fornire loro strumenti!

Ad esempio, a chi dice che dotarli gratuitamente di tablet sarebbe “un costo” rispondo che “costo” è la parola sbagliata. La parola giusta è “investimento”!

Investiamo oggi per un miglioramento personale e globale futuro perché senza dubbio garantiamo una vita indipendente e a favore di una visione inclusiva per il diversamente abile come persona e perciò risorsa per tutta la società.

Solo così, con nuovi equilibri culturali oltre che lavorativi ed umani, sapremo fare in modo che “nessuno resti indietro”.

Tutti infine dovremmo convergere nella medesima direzione, in particolare noi rappresentanti delle istituzioni, anche nel rispetto della lungimiranza e del buon governo che siamo chiamati a rispettare e con cui siamo stati chiamati ad operare, potendo così parlare di autonomia vera, quella con la maiuscola che nobilita la collettività

Perché, davvero, l’autismo è parte di questo mondo.

E sta a noi non esserne fuori, dal mondo: e anzi sapere vederlo, e apprezzarlo, per intero.

 

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Consigliera Alessia Ambrosi

Gruppo consiliare Fratelli d’Italia

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