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ALLEVATORI TRENTINO: COOP, OGGI E DOMANI CON GLI ANIMALI L’INCONTRO CON LA CITTA’

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16.13 - sabato 8 aprile 2017

(Fonte: Ufficio stampa Cooperazione trentina) –  Fezzi: annata serena per il latte, ma preoccupa la campagna mediatica contro il consumo di carne. In Italia consumo pro capite ai miinimi, e solo il 15% dei consumatori trentini acquista carne prodotta in Trentino (certificata e controllata). Bene la crescita dei giovani allevatori.

Baciata dal sole, la festa di primavera degli allevatori trentini segue il suo consueto rituale nella sede di via delle Bettine a Trento, dove per la dodicesima volta si danno appuntamento oggi e domani migliaia di famiglie per l’incontro della città con il mondo degli animali da allevamento.

Dalle capre ai bovini, dai conigli ai cavalli, la sede degli allevatori diventa una stalla di eccellenza, dove sono ospitati i capi migliori che partecipano ai vari concorsi in programma.

Il clima di festa quest’anno corona una annata positiva nel settore del latte, dove i prezzi, partiti malissimo (sotto i trenta centesimi a litro) ad inizio del 2016, sono via via cresciuti fino a riportare gli allevatori in “zona salvezza”.

Fa ben sperare anche la crescita – soprattutto negli ultimi anni – dei giovani allevatori, che proseguono l’attività familiare, molti dopo percorsi di studio impegnativi, oppure partono da zero.

Preoccupa invece la carne. Il punto vendita di via delle Bettine in queste due giornate è preso d’assalto. Tuttavia solo il 15% dei consumatori trentini compra carne locale. “Già i consumi in Italia sono ridotti ai minimi termini – afferma il presidente della Federazione Allevatori Mauro Fezzi – con un media che non raggiunge i venti chili all’anno pro capite, contro gli oltre cento degli Usa, ad esempio.

In Trentino c’è una filiera della carne certificata, controllata e tracciata che è un fiore all’occhiello tra le nostre produzioni tipiche. I capi vengono selezionati a partire dal seme, nascono e crescono in Trentino, sono alimentati attraverso un rigoroso disciplinare che privilegia i sottoprodotti della catena alimentare dell’uomo, naturalmente Ogm free. Ci aspetteremmo maggiore attenzione verso questa carne di qualità, tracciata e controllata”.

“I capi (soprattutto vitellone e scottona) prodotti dagli allevatori trentini – aggiunge il direttore Claudio Valorz – sono distribuiti attraverso il punto vendita della Federazione Allevatori di via delle Bettine e la rete di negozi della Cooperazione di consumo,  ammontano mediamente a duemila all’anno e nascono tutti nelle aziende degli allevatori soci”.

 

 

 

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La Federazione Provinciale Allevatori

 

Nel 2017 la Federazione Provinciale Allevatori di Trento raggiunge e festeggia una tappa di particolare significato: i primi sessant’anni di storia e di attività.

E’ stata creata nel 1957 e ha concretizzato il desiderio da più parti espresso di creare un organismo che rappresentasse, ieri come oggi, un riferimento per gli allevatori trentini.

Oggi conta circa 1200 soci, di cui settecento impegnati a tempo pieno nell’allevamento animale, e, a loro volta, posseggono 40 mila capi tra vacche da latte (ventimila), animali giovani da latte (dalla vitella di pochi giorni alla manza che non ha ancora partorito), e cinquemila capi da carne.

Inoltre, Federazione Provinciale Allevatori di Trento e Federazione Razza Bruna di Bolzano, sono i soci del Consorzio Superbrown. Il suo cuore operativo è il “Centro Alpenseme” a Toss di Ton in Valle di Non. Qui troviamo una ottantina di tori, tra giovani e provati.

Lo scorso anno il loro seme è stato esportato in 17 Paesi. Un risultato considerevole a conferma della qualità del lavoro svolto e di quanto viene prodotto.

 

 

 

 

 

Foto: da comunicato stampa

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