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AGRICOLTURA DI MONTAGNA: MELINDA, PROGETTO BIOLOGICO PER 300 ETTARI IN 5 ANNI

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17.54 - giovedì 2 marzo 2017

E’ stato presentato ieri alla Cocea di Segno di Predaia (Tn) il Piano di intervento riguardante le colture biologiche dei produttori del Consorzio, durante l’”Assemblea dei 300” – incontro che riunisce periodicamente tutti i consiglieri delle 16 Cooperative associate.

Il Piano è stato illustrato dal Direttore Generale di Melinda Paolo Gerevini. Sono intervenuti anche Michele Odorizzi, Presidente Melinda; Massimiliano Gremes, Responsabile Qualità; Alessandro Dalpiaz, Direttore Apot; Michele Dallapiccola, Assessore all’agricoltura, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca della PAT; Federico Barbi, Direttore Commerciale.

Il Direttore Gerevini ha presentato nel dettaglio il Piano Bio introducendo le motivazioni per le quali Melinda crede necessario ampliare oggi la propria offerta nel biologico. Prima di tutto renderà ancora più solido il percorso intrapreso da anni in direzione di una sempre maggiore sostenibilità delle coltivazioni. L’iniziativa giova alla reputazione del marchio Melinda e rappresenta una possibilità per i soci di differenziare le coltivazioni. Non ultimo, la scelta di conversione al biologico rappresenta un’opportunità commerciale perché il Consorzio riuscirebbe in questo modo a garantire forniture costanti ai clienti.

Oggi la produzione di Melinda Bio è di circa 2.500 tonnellate, su circa 80 ettari coltivati. Il piano prevede in 5 anni di raggiungere una superficie coltivata con metodo Bio di 300 ettari (+370%) per una produzione di mele stimata in 14.000 t. Tale produzione consentirà a Melinda di essere presente in maniera costante sul mercato e di lavorare il prodotto in massima sicurezza – è prevista infatti una sala di confezionamento dedicata.

Ma quale è la strada per realizzare il “Piano Bio”? Il progetto di Melinda prevede la produzione di varietà adatte alla coltura biologica e richieste dal consumatore “bio” e che possibilmente abbiano caratteristiche di resistenza e quindi adatte ad una “facile” gestione agronomica.
E’ previsto un sostegno alla diffusione di Distretti o Isole BIO o comunque superfici sufficientemente grandi che garantiscano sicurezza alle produzioni biologiche.

Sarà organizzato un adeguato servizio di assistenza tecnica alle nuove superfici, con aumento delle unità lavoro dedicate, un eventuale team tecnico Bio con un responsabile e soprattutto promuovendo formazione specifica ai produttori soci. Saranno inoltre coinvolti capillarmente tutti i possibili interessati al progetto, compresi gli amministratori locali. La fattibilità del piano sarà garantita da un’adeguata copertura economica a sostegno dei soci intenzionati ad aderirvi.

Durante l’incontro di ieri si è parlato anche dell’opportunità offerta in ambito bio dalle varietà resistenti, come Galant e Isaaq – per le quali Consorzio Melinda si è garantito le piante per il futuro – che necessitano di meno trattamenti essendo naturalmente resistenti a determinate patologie come la ticchiolatura. In quest’ottica, nella conversione al biologico, è previsto l’inserimento delle piante resistenti in particolare nelle cosiddette aree sensibili come edifici pubblici, parchi o abitazioni.
(segue)

Dopo il Direttore Gerevini e il Presidente Odorizzi, sono intervenuti anche Alessandro Dalpiaz, direttore di Apot, che ha illustrato i risultati raggiunti nel corso degli ultimi anni in termini di sostenibilità dalla frutticoltura trentina. In conclusione l’Assessore Dallapiccola si è focalizzato sulle misure approvate dalla giunta provinciale in merito all’utilizzo sostenibile dei fitofarmaci: con le norme adottate sono state introdotte una serie di regole che rispetto a quanto stabilito a livello nazionale prevedono un ulteriore supplemento di responsabilità da parte di tutti.

Sono stati disciplinati ulteriormente i dettagli che regolamentano i rapporti fra gli agricoltori e la cittadinanza. L’assessore ha infine rassicurato i presenti sull’impegno pubblico a sostegno delle produzioni bio trentine. Positivo e ottimista il commento sul Progetto Bio di Michele Odorizzi, Presidente del Consorzio Melinda: ”Melinda, da sempre impegnata in una coltivazione attenta al rispetto ambientale ed ai rapporti fra popolazione e sistema agricolo crede fortemente in uno sviluppo che sia sempre più sostenibile. Il Piano Bio e l’inserimento delle varietà resistenti nell’assetto varietale della valle sono esempi concreti di tale orientamento”.

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About

Il Consorzio Melinda è formato da oltre 4.000 famiglie di frutticoltori riunite in 16 cooperative che coltivano globalmente circa 6.700 ettari di meleti nella Val di Non e Val di Sole in Trentino. La produzione media annua di mele Melinda è di oltre 400.000 tonnellate, circa il 20% della produzione italiana.
La ricetta che rende uniche le mele Melinda è tutta naturale: uno degli ambienti più adatti al mondo per la coltivazione del melo, grazie ad una altitudine ideale compresa tra 400 e 1000 metri sul livello del mare, una perfetta esposizione al sole, le caratteristiche del suolo e l’abbondanza d’acqua proveniente dai ghiacciai del trentino, unita alla passione, professionalità e dedizione quotidiana delle famiglie che qui vivono e lavorano.
Dalla raccolta alla distribuzione, Melinda è impegnata da sempre in un virtuoso percorso di sostenibilità con attenzione costante per l’innovazione e la ricerca.
Rispetta da sempre i più severi standard nazionali e internazionali di certificazione ed ha raggiunto per prima un traguardo unico al mondo: le celle ipogee per la frigo-conservazione delle mele. Un grande impianto scavato nelle grotte sotterranee della Val di Non per conservare le mele Melinda preservando l’amato paesaggio trentino. Un esempio di sostenibilità che permette di ottenere numerosi vantaggi come il risparmio energetico e idrico con minori emissioni di CO2 nel rispetto dell’ambiente.

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