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CITTA’ DI TRENTO: PATTINI, PROMOSSA UN’OPERAZIONE DI ASCOLTO (DOCUMENTO)

Scritto da
15.49 - sabato 11 marzo 2017

(Fonte: Alberto Pattini) – Le profonde trasformazioni in atto in tutti gli ambiti – politico, sociale, economico – giungono a toccare in profondità la cultura e i valori che permeano la nostra società. Le città si trovano in prima linea ad affrontare per prime le nuove urgenze diventando i collettori di nuovi bisogni. Anche Trento vive questa pressione e responsabilità.

C’è un continuo ‘inedito’ a cui dare risposte e per tale ragione è necessaria una seria e partecipata riflessione su come reagire, quali presupposti mettere in atto attraverso un insieme coordinato di azioni che tocchino ogni ambito: la cultura, la socialità, l’economia e lo stesso tessuto urbano. I presupposti su cui fondare un progetto serio di rilancio della Città e della sua identità non possono essere improvvisati, dettati dall’urgenza, nemmeno affidati a modelli e prassi consolidate superate dalla stessa realtà.

Oggi l’Amministrazione comunale ha bisogno di aggregare nuove energie per creare spazi e occasioni di riflessione. Un’azione promossa a livello consiliare può in tale senso accogliere ed elaborare insieme domande che, se lasciate a se stesse, potrebbero generare disorientamento e disaffezione nei cittadini e in chi si sta adoperando per rendere accogliente e viva la Città.

Il gruppo del Patt in Consiglio comunale a Trento ha promosso un’operazione di ascolto e di confronto per coinvolgere, all’interno di appositi tavoli di lavoro, tutte quelle persone che, grazie alla propria esperienza, al loro bagaglio di competenze e alla loro conoscenza del tessuto economico-sociale e culturale della città, sono in grado di conferire autorevolezza alle proposte che da questi gruppi di lavoro potranno svilupparsi. Un cambio di prospettiva, dunque, nell’affrontare i problemi e le nuove sfide che attendono la città di Trento in grado di costituire un vero e proprio ‘cambio di marcia’ che possa tradursi in linee di indirizzo e progetti concreti da sottoporre all’esame di Giunta e Consiglio comunale.

All’interno di questo progetto, consapevole della valenza sociale, educativa ed economica che la cultura ricopre nella nostra società, mi sono adoperato ad attivare in primis uno dei tavoli di lavoro, quello dedicato alla Cultura, per affrontarne le problematiche raccogliendo le opportunità che questo settore può offrire alla nostra città.  Il presente documento offre una sintesi del lavoro del Tavolo culturale, proponendo alcune proposte in forma di indirizzi a supporto dell’azione dell’Amministrazione comunale di Trento.

 

Il Capogruppo e coordinatore
Alberto Pattini

 

 

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Documento elaborato da:
dott.ssa Emanuela Rossini

Coordinatore
Alberto Pattini

ottobre 2016 – febbraio 2017

INDICE

INQUADRAMENTO GENERALE    6

GLI INDIRIZZI     9
Focus 1 – Competenze culturali per il governo della città     9
Focus 2 – Costruire identità urbana     10
Focus 3 – Trento capitale della cultura per il territorio    13
Focus 4 – Valorizzazione delle professionalità: pubblico-privato    14

INQUADRAMENTO GENERALE

L’approccio all’individuazione degli indirizzi tematici per costituire un vero e proprio cambio di marcia della città di Trento, illustrato qui a fianco, è composto dai seguenti elementi chiave: (i) visione e strategia, (ii) Trento cambia marcia: indirizzi tematici, (iii) azioni coordinate dall’Amministrazione comunale e dagli enti collegati coerentemente ai primi due punti.

La visione e la strategia del settore che promuovono il concetto della città del benEssere, a sua volta, si basano su tre pilastri di orientamento, ovvero: le politiche europee di “Europa Creativa”; il Piano di politica culturale Trento 2012-2020; nonché il documento del Tavolo di lavoro Trentino 2020: Istruzione e Cultura.

 

 

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Nello specifico:
Europa Creativa1 è il programma quadro europeo dedicato al settore culturale e creativo per il periodo 2014-2020. Il programma si prefigge due obiettivi generali: (i) promuovere e salvaguardare la diversità linguistica e culturale europea; (ii) rafforzare la competitività del settore culturale e creativo e mette a disposizione € 1,46 miliardi nell’arco di sette anni. Il programma sostiene progetti di cooperazione transnazionale tra organizzazioni culturali e creative; le reti che aiutano i settori culturali e creativi a operare a livello transnazionale e a rafforzare la loro competitività; le piattaforme di operatori culturali che promuovono gli artisti emergenti, ecc.

Piano di politica culturale Trento 2012-20202 è un documento programmatico del Comune di Trento, elaborato nel corso degli anni 2012 e 2013, che aggiorna il precedente piano del 2003 dotandosi di un nuovo orizzonte del 2020, in sintonia sia con i mutamenti di scenario nelle politiche culturali contemporanee, sia del “respiro” della città, intesa come organismo dinamico e cangiante. Attraverso i dodici incontri pubblici con gli stakeholder che fanno cultura a Trento sono state formulate le linee di guida da seguire nelle scelte di programmazione della cultura nel sistema sociale della città. Tali linee guida sono state accompagnate da una riflessione anche su dimensioni più operative di politica culturale applicata.

Trentino 2020: tavolo provinciale istruzione e cultura3 è un progetto coordinato dal Gruppo consiliare del Patt nell’ambito dell’iniziativa Autonomia in Progress avviata a luglio 2015, che ha coinvolto esperti del settore, esponenti della politica e delle categorie sociali ed economiche, nonché semplici cittadini, attuando cosi un modello partecipativo per far emergere nuove idee bottom up e creando così le fondamenta per il rafforzamento della relativa visione politica. Il lavoro svolto ha portato ad una pubblicazione del manifesto di idee per la cultura e l’istruzione articolato in: (i) obiettivi strategici, i quali, a loro volta, vengono affrontati attraverso (ii) le relative sfide coraggiose, intese come elementi di aspirazione che agiscono su valori comuni, creando in questo modo l’ingaggio del territorio, e (iii) la proposta di soluzioni, ponendo sempre al centro dell’attenzione i bisogni dell’individuo e della società. Sulla base di queste indicazioni sono stati delineati gli indirizzi tematici dell’iniziativa Trento, cambia marcia per il rilancio della città attraverso le sue politiche culturali.

 

GLI INDIRIZZI
Di seguito vengono identificati i focus tematici principali per il settore culturale della città di Trento con l’articolazione di elementi puntuali per il rafforzamento della visione di politica culturale dell’Amministrazione comunale. Si tratta di un livello che si situa tra le strategie e le iniziative progettuali concrete, affinché il Comune capoluogo possa individuare strumenti organizzativi e modalità di partecipazione nuove per attuare azioni di politica culturale capaci di produrre effetti concreti, in termini di valorizzazione integrata del capitale culturale che offre Trento, integrazione sociale e benessere, crescita per il tessuto economico locale in linea con le vocazioni della città e del territorio.

 

 

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Focus 1 – Competenze culturali per il governo della città
L’identità della città evolve sotto la pressione di fenomeni diversi, che non sono solo di natura culturale ma urbanistica, di utilizzo del suolo pubblico, di valorizzazioni commerciali, di andamento del mercato immobiliare e legati a pressione sociale. Diciamo che tutto ciò che va a modificare lo ‘spazio urbano’ – sia fisicamente sia a livello di immaginario – trasforma le relazioni sociali e quindi le identità dei luoghi. Sfratti, affitti elevati in centro, chiusura di piccoli negozi ed apertura di nuovi grandi magazzini hanno come effetto a breve termine quello di modificare le attività economiche dell’area, diradare o intensificare la mobilità e il traffico, cambiare i legami e le relazioni sociali che avvengono in quei luoghi. Lentamente, a lungo termine, queste scelte hanno come esito quello di cambiare la percezione dei luoghi.

Oggetto delle politiche culturali oggi dovrebbe essere quello di comprendere, accompagnare e anticipare le trasformazioni della città. Solo così la cultura può ‘servire’.
Le politiche culturali cittadine oggi si devono occupare del cambiamento. Diventare politiche del cambiamento. Per fare questo vanno presi in esame e seguiti attentamente i segnali di quelle trasformazioni spesso ‘invisibili’ e lente che cambieranno la vita e le abitudini di chi vi abita. Come?

Un primo aspetto che il Tavolo ha voluto affrontare è quello di suggerire un metodo di lavoro maggiormente interdisciplinare all’interno dell’Amministrazione Comunale, al fine di evitare che scelte strategiche per la città vengano affrontate solo con scopi economici, o commerciali,  o comunque da un punto di vista solo ‘settoriale’. Così come, in questi ultimi dieci anni, il settore cultura in Trentino si è attrezzato per diventare a tutti gli effetti un settore economico (dotandosi di competenze al suo interno altre rispetto a quelle artistiche), così oggi anche agli altri settori si chiede di cercare le soluzioni ai problemi integrando la cultura tra i propri strumenti a disposizione.

Raccomandazioni
La raccomandazione che offriamo all’Amministrazione Comunale è quella di impiegare le competenze culturali al servizio del governo della città. La cultura dovrebbe poter offrirsi di più come terreno su cui discutere delle ricadute che scelte di altro tipo (urbanistico, commerciale, etc) possono avere sulla vita sociale della città, mettendo in campo modalità e anche competenze ad hoc che sappiano consigliare e prevedere le trasformazioni. Per tale ragione anche nei Comitati tecnici per le grandi scelte (es. PRG di Trento e altri) dovrebbero poter sedere per lavorare insieme anche persone autorevoli in ambito culturale: esperti in cultura del paesaggio per armonizzare lo spazio urbano, in progettazione culturale per integrare le funzioni della città e costruire identità urbana, storici sulla memoria urbana, artisti visivi ed esteti per integrare il concetto di bellezza, compositori per dare maggior attenzione all’inquinamento acustico, etc.

 

 

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Focus 2 – Costruire identità urbana
Sul territorio comunale risiedono le principali istituzioni culturali provinciali (Centro Servizi Culturali S. Chiara, Teatro Sociale, Muse, Fondazione Museo Storico, Castello del Buonconsiglio, Galleria Civica, centri di ricerca e Università, tra i principali) con una propria offerta culturale, molto varia, di qualità, lungo tutto l’arco dell’anno. L’offerta culturale di Trento è quindi svincolata dalla politica culturale della città.

Manca un collettore di senso a tutto ciò che, in ambito di offerta culturale, accade in città e che la modifica nella sua identità. La città di Trento si trova a funzionare da scenario e non da centro di un’ azione coordinata volta alla rappresentazione culturale della popolazione urbana. Un’anomalia per una città capoluogo.

Tale situazione ha da sempre generato un po’ di scoordinamento, debolezza e aleatorietà delle politiche culturali della città, pur con persone valide che ne hanno gestito e guidato il settore. Questo perché, per motivi strutturali legati ai ruoli Comune-Provincia in materia culturale, come accennato sopra, la città non è il ‘riferimento’ per la propria progettualità culturale, non può funzionare da collettore di senso e di narrazioni, rispetto a ‘che cosa sta diventando Trento’.

L’esito è che la città non si distingue. Manca una politica culturale che sappia veicolare l’identità della città e del territorio, ovvero con quegli elementi distintivi (paesaggio, tradizioni, stile di vita legato alla montagna, ai confini geografici, alla storia) legati al proprio genius loci.

Trento è una città che per certi versi è molto spersonalizzante. Questo anche per l’effetto che la globalizzazione ha avuto su tutte le città europee: negozi in franchising, grandi centri commerciali, piatti pronti e così via, … hanno generato in questi ultimi 15 anni molta omologazione, a spese di un genius loci della città che rimane ‘nascosto’ e rischia di venire tradito o di scomparire. Lo sviluppo della città siede su due ‘falde’ che si aprono a forbice: da un lato, Trento sta aumentando la sua efficienza con servizi ‘smart’ (in grado di ‘liberare’ il tempo delle persone da incombenze che si possono svolgere in via telematica), dall’altro si sta assistendo a un lento affievolirsi di quei legami di Quartiere determinati da attività economiche di piccoli negozi e da servizi diffusi che rischiano di scomparire, da relazioni virtuali che sostituiscono quelle reali. La sfida a cui rispondere è che più ‘connessione’ non deve voler dire meno ‘vicinanza’.

Una raccomandazione è quella di valorizzare la capacità progettuale diffusa nel tessuto sociale e il potenziale che offre l’arte per ricreare connessione con i luoghi, le loro memorie, generando nuove appartenenze che devono però essere vissute e provenire dal basso, dalle persone che vi abitano. Per far sì che la cultura diventi un vero driver di crescita e di benessere per le persone è urgente porre maggior attenzione alla formazione delle competenze culturali nel pubblico.

Le politiche culturali cittadine dovrebbero occuparsi maggiormente di salvaguardare, incrementare e comunicare gli sforzi artistici e culturali di tutta la popolazione, dal centro storico alle periferie. La cultura in tal senso diventerebbe così, in modo più incisivo, la risposta a quell’effetto di straniamento che gli effetti della globalizzazione stanno generando, dove le persone non si sentono più ‘a casa’, ma anche dove nuove persone cercano ‘casa’, come le nuove generazioni o chi si trasferisce per lavoro o per vivere a Trento.

Un filone delle politiche culturali cittadine e, in collaborazione con la Provincia, anche quelle gestiste dagli Enti funzionali risiedenti sullo spazio comunale, dovrebbe occuparsi di iniziative di alta qualità focalizzate sulla vocazione del territorio urbano e relative alla vita dei quartieri delle comunità, che abbiano una rilevanza per l’intera città, che ne celebrino un’identità cittadina comune (pur sempre plurale e in continua evoluzione).

L’Amministrazione dovrebbe poter disporre di un Centro di azione che, coordinato con tutti gli altri soggetti (Istituzioni culturali provinciali, operatori culturali privati, associazioni culturali), abbia questo obiettivo: ‘celebrare’ un’identità comune della città e le identità dei luoghi, seguendone la loro evoluzione, recuperando le tradizioni e le identità dei luoghi in modo innovativo, senza avere un atteggiamento troppo nostalgico o folcloristico.

Il recupero delle tradizioni comporta una conoscenza e uno studio della nostra storia e del nostro patrimonio che deve essere allargato a tutte le arti, dalla pittura alla scultura, dal design all’architettura. In questo senso, dobbiamo orientarci verso artisti in grado di rappresentare e testimoniare, attraverso le loro opere, la storia del territorio, seppure da un punto di vista nuovo, contemporaneo. Artisti in grado di sperimentare e rielaborare la storia e il passato, recuperando materiali e manualità antiche, per poi declinarli in un progetto artistico che dialoghi con il contemporaneo.

Nonostante l’ampia offerta culturale, oggi è necessario tornare a lavorare su una educazione culturale’ dei trentini. L’obiettivo da porsi per l’Amministrazione comunale in ambito delle politiche culturali dovrebbe essere di portare i trentini ad essere i primi ambasciatori del proprio capitale culturale, anche attraverso un coinvolgimento diretto nella salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale.

È necessario attivare la consapevolezza e i bisogni culturali delle persone, facendo sempre più interagire la cultura con altri settori. Sempre di più il teatro, la letteratura, la musica, l’arte visiva, etc. diventano strumenti di rieducazione e terapia in ambito sociale. L’Amministrazione comunale dovrebbe promuovere maggiormente questo indirizzo, facendo emergere nella comunicazione i benefici che la cultura porta.

 

 

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Focus 3 – Trento capitale della cultura per il territorio
Trento oggi esercita la propria funzione come capoluogo offrendosi al territorio nelle sue funzioni istituzionali, di servizi, unitamente ad un’offerta culturale di altissimo livello, che, tuttavia, ancora non viene declinata per il proprio territorio.  In particolare Trento, come capitale della cultura, della memoria storica e dell’innovazione dei linguaggi, dovrebbe svolgere maggiormente un ruolo di attrattore per il territorio, per i suoi abitanti e non solo per un turista generico. Si tende infatti a considerare il turismo un fenomeno ‘economico’, anziché ‘culturale’. Questo disincentiva le relazioni culturali tra abitanti e turista e porta ad orientare tutti i servizi solo sul verso dell’ ‘acquisto e del commercio’ o della cultura come se fosse un prodotto e non un’esperienza collegata al luogo e ai suoi abitanti.

Come conseguenza, il potenziale che Trento offre come capitale della cultura non viene colto dagli abitanti del territorio trentino (quanti vengono a visitare la città storica? Quanto stimolo offre Trento ai Trentini veramente per accrescere i propri bisogni culturali?) e questo atteggiamento si estende spesso, purtroppo, anche ai residenti. La conseguenza è che spesso molte iniziative vengono percepite solo per ‘i turisti’, creando quella frattura tra i due mondi, generando disaffezione o indifferenza verso i servizi e verso l’offerta.

Raccomandazioni.
I turisti come noi, noi come turisti. Ovvero, considerare i Trentini come propri turisti e i turisti come ‘residenti’. Ciò significa portare ad una sempre maggior autenticità e qualità nelle proposte, dove turisti e residenti vivano insieme le esperienze. Aprire ad iniziative di accoglienza e incontro, tra turisti e residenti.

Per raggiungere questo obiettivo bisogna lavorare a livello culturale, degli atteggiamenti, e in primis questo andrebbe colto e fatto proprio dalla politica e dalle istituzioni comunali.

Occorre valorizzare il servizio delle guide turistiche che dovrebbero essere sempre presenti in città, ed essere proposto ai suoi abitanti. Andrebbe rivista la loro formazione. Nell’era della narrazione e del digital storytelling la formazione delle Guide turistiche dovrebbe puntare maggiormente su nuove conoscenze, legate anche alla città dell’oggi. La visita guidata deve essere esperienza emozionale ed interazione con la città.

Coinvolgere gli esercenti pubblici come avamposto, promotori dei luoghi della cultura del Trentino.
Non solo gastronomia e commercio nelle strade di Trento.
Proposte di progettualità artistiche valorizzanti, es. Torino propone da diversi anni “Luci d’Artista”, in occasione delle festività natalizie, realizzate da artisti contemporanei. L’arte e la cultura dunque possono essere strumenti del processo di comunicazione e brandizzazione della Città.

L’Amministrazione comunale dovrebbe poter far emergere maggiormente itinerari e percorsi nella Trento culturale, attraverso Settimane della Cultura speciali (vedasi Merano con le settimane musicali), aperte per tutti i Trentini del territorio, dove poter scoprire la città e la storia comune di questa terra. La nostra raccomandazione è quella di trasformare il patrimonio culturale di Trento in capitale culturale dei Trentini.
Lavorare maggiormente sulla co-progettazione e progettualità europee per collegare Trento ad altre realtà urbane dalle dimensioni simili.

 

 

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Focus 4 – Valorizzazione delle professionalità: pubblico-privato
Oggi il ruolo del privato diventa imprescindibile e Trento ha già iniziato ad avviarsi su questa strada attraverso le politiche dei Beni Comuni. In ambito delle politiche culturali, per creare vera responsabilità e capillare presidio è necessario dare maggior impulso alla collaborazione tra pubblico e privato.
Raccomandazioni.

È necessario valorizzare gli artisti trentini in una logica di apertura internazionale, attraverso bandi che sappiano collocarli al centro di grandi eventi. La Galleria Civica come il Mart, ma anche i soggetti privati e le associazioni artistiche potrebbero istituire un appuntamento annuale o biennale che dialoghi maggiormente con il nostro territorio mettendo a confronto il lavoro di artisti locali con artisti internazionali di più ampio respiro. Le grandi istituzioni (Muse, Mart, Museo degli usi e costumi) potrebbero diventare di più una casa di relazioni artistiche per il territorio, sia per artisti, sia per la cultura materiale.

A volte queste istituzioni hanno una pressione che le spinge ad un consumismo “mordi e fuggi”, perdendo di vista una funzione di rappresentazione dell’identità culturale del territorio, delle sue vocazioni, delle sue pratiche artistiche. Tutto ciò, tra l’altro, se oggetto di cura e di attenzione, trova grande interesse anche in chi viene a visitare il nostro territorio. Ogni territorio lascia ‘tracce’ e quando si viaggia si cercano questi segni per comprenderne l’anima più profonda.

Promuovere maggiormente esperienze inter-generazioni di artisti e operatori per fare sintesi tra identità e innovazione.
Ogni iniziativa culturale dovrebbe prevedere bandi ad hoc per collaborazioni pubblico-privato. Il pubblico si faccia capofila per fundraising per la cultura e apra un polo di coordinamento insieme al privato per iniziative e idee sulla Città.
L’Amministrazione comunale nell’ambito delle politiche culturali dovrebbe poter offrire supporti abilitanti e trasversali ai progetti: tecnologie/piattaforme, coordinamento, comunicazione.

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