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ZENI (PD) – INTERROGAZIONE * TRAFFICO A22 – CHIUSURA PONTE LUEG (AUSTRIA): « AUTOBRENNERO A RISCHIO COLLASSO? PERCHÉ LA PAT NON PARTECIPA AI TAVOLI DI LAVORO? »

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09.51 - mercoledì 19 ottobre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Il Consigliere Luca Zeni chiede cosa fa Trento per evitare problemi ambientali e di traffico sull’A22 con la chiusura del ponte Lueg in Austria. Da qualche giorno sono iniziati i lavori di manutenzione del ponte autostradale Lueg, posto in territorio austriaco e subito a ridosso del Brennero e sono già cominciate le file di mezzi pesanti e leggeri, con gravi problemi di traffico, ma anche ambientali e di complessiva qualità della vita delle popolazioni che gravitano lungo l’asse autostradale nella nostra regione.

Se a Bolzano ed Innsbruck il tema viene affrontato con grande preoccupazione, posto che i lavori sul ponte potrebbero durare due anni, a Trento pare che nessuno ritenga di doversi far carico di tale rilevante questione. A tale proposito il Consigliere del PD Luca Zeni ha presentato oggi una interrogazione per sapere dalla Giunta provinciale cosa la stessa stia predisponendo nei riguardi di un problema che rischia di esplodere, soprattutto nei periodi di ferie e di vacanze, con gravi ricadute complessive anche sul Trentino. Al contempo si chiede di sapere per quale ragione la nostra Provincia non partecipa ai tavoli di lavoro già in essere con la vicina Provincia di Bolzano ed il Land Tirol e se gli strumenti del G.E.C.T. e dell’Euregio possono risultare utili in questa fase o se gli stessi rimangono fermi alle sole dimensioni folkloriche e di rappresentanza, dato che l’ autostrada del Brennero interessa tutta la realtà euroregionale.

 

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Interrogazione n.

 

IL RISCHIO DI COLLASSO DELL’ AUTOBRENNERO

 

Ormai da giorni, con l’avvio dei lavori di ristrutturazione del ponte Lueg posto sul percorso autostradale in territorio austriaco nei pressi del passo del Brennero, i problemi del traffico veicolare su quell’asse strategico si moltiplicano all’infinito. Lunghe file di mezzi pesanti e leggeri debbono infatti disporsi su di un’unica fila, dato che è agibile una sola corsia per senso di marcia, in un tratto autostradale della lunghezza di un chilometro e ottocento metri.

Evidentemente però non si tratta solo di problemi di traffico, ma anche di inquinamento e di impatto ambientale, con rischiose ricadute sulla qualità della vita e di lavoro nei territori attraversati dall’ autostrada del Brennero, con particolare riguardo all’ Alto-Adige/Südtirol, al Tirolo, ma anche al Trentino.

Come noto, il ponte in oggetto necessita di urgenti lavori di riqualificazione, per poter sopportare i milioni di autoveicoli in transito su questo viadotto e ciò comporta ovviamente ricadute non irrilevanti sull’intero sistema viabilistico di collegamento sull’asse italo-tedesco, mentre pare che il sistema “Ro.La.”  e cioè il trasporto ferroviario integrato per i mezzi pesanti, sia ancora largamente sottoutilizzato. La situazione è molto preoccupante se perfino “Asfinag GmbH”, ovvero la società pubblica che gestisce le autostrade austriache, segnala rischi di grave congestione e addirittura di blocco del traffico sulla direttrice del Brennero, proprio a causa dei lavori sul ponte Lueg, lavori che pare potrebbero prolungarsi fino a tutto l’anno 2025.

Mentre ad Innsbruck e a Bolzano il problema, pur nei limiti della situazione oggettiva e dei poteri dei due territori, viene affrontato molto seriamente, Trento non risulta particolarmente preoccupata per tale questione, forse non rendendosi conto che i problemi paventati ricadranno anche sul nostro territorio, con conseguenze imprevedibili. Già in certe circostanze annuali, coincidenti con i periodi di ferie ad esempio, assitiamo al caos che coinvolge l’autostrada A22, non per problemi di gestione della medesima, bensì per la mole del traffico che si concentra nel volgere di poche ore. Lunghe colonne, rischio di incidenti, innalzamento dei tassi di inquinamento e via dicendo sono i risultati di queste situazioni e se a tale quadro aggiungiamo la seria possibilità di caos e di blocco del traffico autostradale, va da sé che gli esiti avranno un impatto pesantissimo soprattutto nel tratto Brennero – Avio, con ricadute inimmaginabili per le popolazioni che vivono nei pressi dell’asse autostradale stesso.

Viene spontaneo chiedersi, a questo punto, a cosa serva l’organizzazione dell’ Euregio se la stessa non sembra nemmeno in grado di far sedere attorno ad un tavolo i tre territori interessati, per individare insieme possibili soluzioni, anche in un’ottica programmatoria, posto che l’ autostrada del Brennero corre, dopo Bolzano, su molti viadotti che necessitano senza dubbio di costanti manutenzioni ed i cui lavori ricadono invariabilmente sul traffico automobilistico.

Nella consapevolezza che nessuno possiede risposte miracolistiche, qualche riflessione urgente, ad esempio attorno ad un serio rilancio del sistema “Ro.La”, andrebbe pur fatta, magari rendendo più attrattiva questa soluzione, attraverso un miglioramento logistico ed offrendo alle imprese di trasporto su gomma tratte più lunghe, più rapide ed a minor costo.

 

Alla luce di tali considerazioni, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

 

– se la stessa è a conoscenza dei fatti esposti in premessa ed in caso affermativo quale ragionamento tecnico è andata sviluppando al fine di affrontare responsabilmente la situazione che si sta generando;

– quale impatto attuale ha il sistema “Ro.La” sulla complessiva massa del traffico sull’ asse del Brennero e quali sono le sue potenzialità, in un’ottica di sviluppo ulteriore del sistema stesso;

– per quale ragione il Trentino è stato fino ad ora escluso dai contatti tecnici e politici, che paiono essere in corso da mesi su tale delicata questione, fra la Provincia autonoma di Bolzano ed il Land Tirol, posto che tutte e tre le realtà territoriali risultano coinvolte dalle dimensioni di questo problema;

– se si ritengono l’ Euregio ed il G.E.C.T. ancora strumenti effettivi per costruire nuovi e  più omogenei rapporti transfrontalieri – e quindi per quale ragione gli stessi non sono stati fin qui attivati –  oppure se la loro funzione si limita ormai ai soli contatti di rappresentanza e di folklore.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

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avv. Luca Zeni

 

 

 

 

 

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