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ZENI (PD) – INTERROGAZIONE * AGRICOLTURA TRENTINA: « ESISTE UN PIANO EMERGENZIALE PER FARE FRONTE ALLA CRISI DELLA ZOOTECNIA? »

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15.17 - martedì 22 novembre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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AGRICOLTURA DI MONTAGNA IN EMERGENZA

Il Consigliere del PD Luca Zeni chiede se esiste un piano emergenziale per far fronte alla crisi della zootecnia più in generale dell’agricoltura trentina. L’insufficienza delle politiche agricole provinciali è ormai sotto gli occhi di tutti. Il settore zootecnico soprattutto sta attraversando una crisi che sembra sempre più irreversibile e che ha già prodotto la chiusura di ben ventidue stalle, anche di grosse dimensioni, nonché la sospensione di alcune peculiarità della filiera lattiero-casearia come il “Trentingrana”.

La situazione è sempre più drammatica, mentre manca una seria programmazione ed un “piano emergenziale”, utili a far fronte ai rischi incombenti su tutto il settore zootecnico ed agricolo in generale. A questo proposito il Consigliere del PD Luca Zeni ha depositato oggi una specifica interrogazione per sapere quali provvedimenti ha fin qui adottato la Giunta provinciale per fronteggiare l’emergenza; se esiste un “piano” per affrontare i nodi più complessi della crisi; quali sono le priorità di spesa per il settore agricolo e quali interventi si prevedono per il sostengo dell’agricoltura di montagna, posto che la Giunta provinciale ha sempre fatto delle periferie e della montagna stessa il vessillo delle proprie politiche.

 

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Interrogazione n.

MANCA UN PIANO EMERGENZIALE PER L’AGRICOLTURA DI MONTAGNA

L’insufficienza delle politiche agrarie della Provincia – più volte denunciata, peraltros enza esito alcuno, dalle forze politiche di opposizione e dagli ope-ratori del settore – si sta disvelando in tutta la sua evidenza, proprio attraver-so la crisi che investe l’intera filiera agricola trentina e, in special modo, il delicato settore zootecnico e lattiero-caseario, sempre più soffocati dall’insostenibilità economica del produrre nelle attuali condizioni.

Da tempo le Organizzazioni professionali, i singoli imprenditori agricoli e le molte sensibilità che ruotano attorno a tali tematiche hanno evidenziato, anche al di là dei diversi posizionamenti politici ed ideologici, la necessità di una reale ed intelligente ripresa della programmazione come metodo di go-verno, davanti alla vastità dei problemi che investono la produzione agricola trentina.

Su di un terreno già fragile per note cause endemiche e che penalizzano da sempre l’agricoltura di montagna, si innestano adesso gli esiti di una crisi economica mondiale e della guerra che fanno schizzare in alto i prezzi delle materie prime e dei prodotti indispensabili alle aziende zootecniche di mon-tagna, portando così l’intero sistema dell’allevamento e della produzione lat-tiero-casearia ben oltre i livelli di allarme. Nonostante i ripetuti segnali che già nei decorsi anni ponevano in rilievo la drammaticità della situazione, la Giunta provinciale ha sempre preferito distogliere lo sguardo, orientando il finanziamento di sostegno, ad esempio, verso il settore frutticolo, ad esem-pio attraverso sostanziose contribuzioni pubbliche, anche discutibili, per l’acquisto dei “carri-ponte”, lasciando, al contempo, languire il settore zoo-tecnico spinto così verso un crescente scivolamento progressivo dentro la crisi.

Ventidue stalle chiuse negli ultimi mesi a causa della siccità e dei costi spo-positati dell’energia sono la cartina al tornasole di questa mancanza di pro-grammazione politica e di individuazione delle urgenze e delle priorità. Al-cune aziende a dimensione familiare ed altre di ben più grandi proporzioni, hanno definitivamente cessato la produzione, generando una ricaduta nega-tiva sull’intero comparto, al punto che “Latte Trento” è stata costretta a so-spendere addirittura la produzione di “Trentingrana”, mentre la Coop. “Arbo-rea” di Roverè della Luna ha annunciato il licenziamento di oltre un terzo dei suoi lavoratori, ovvero 35 dipendenti su 75 totali e i costi medi gneerali di produzione sono aumentati del 60%, rispetto all’anno precedente. Un quadro del tutto sconfortante insomma, a fronte del quale la Giunta provinciale sembra del tutto incapace di reagire, se non con sporadici interventi o vuote promesse.

Ciò che in realtà manca quindi, è proprio un serio disegno di politica agri-cola e di programmazione a breve e medio periodo. Serve cioè un “piano emergenziale” in grado di affrontare le questioni dell’immediato, ma anche di prevedere gli scenari possibili della prossima estate, con una ipotetica nuova ondata di alte temperature e di siccità, perché altrimenti, nel volgere di poco tempo, l’intero sistema agricolo trentino entrerà in una fase di irreversi-bile sofferenza.

Forse un più stretto collegamento con Bruxelles; un maggiore dialogo con il competente Ministero e, soprattutto, una chiara priorità della spesa pubbli-ca possono essere basi utili alla costruzione di un vero “piano di aiuti e di sostegno”, volto a salvare il salvabile, anziché orientare l’intervento finanzia-rio provinciale solo laddove conviene politicamente o dove la portata dei problemi è molto più contenuta e quindi più visibile diventa l’effetto dell’intervento pubblico.

Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

– quali provvedimenti e con quali investimenti ha fin qui adottato e realizzato la Giunta provinciale, per il sostegno all’agricoltura di montagna e soprattutto al settore zootecnico, posto che fra i componenti del governo provinciale si trovano anche esperti del settore;

– se esiste un “piano emergenziale” della Provincia, atto ad affrontare, con gli strumenti della programmazione, i nodi più complessi della crisi che sta investendo l’intera filiera agricola provinciale e quella zootecnica in partico-lare;

– quali sono le priorità della spesa pubblica nel settore agricolo dentro il prossimo bilancio provinciale;

– quali interventi si prevedono per le aziende agricole di montagna, posto che la Giunta provinciale ha sempre rassicurato circa la sua volontà di sostenere le periferie e le loro economie, anche per evitare lo spopolamento, già peral-tro in atto, della montagna trentina.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

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avv. Luca Zeni

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