News immediate,
non mediate!
Categoria news:
OPINIONEWS TN-AA

UIL – TRENTINO * “CONFERENZA PROVINCIALE EDILIZIA ABITATIVA”: ALOTTI, « EMERGENZA DA AFFRONTARE, IL PROBLEMA IGNORATO DALLA PAT INTERESSA ANCHE GLI IMPRENDITORI »

Scritto da
18.18 - mercoledì 16 novembre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
///

Casa in affitto: una grande emergenza da affrontare. Un tema tornato prepotentemente alla ribalta anche in Trentino è quello della “casa”: quella in affitto soprattutto. E la Uil ed il Sindacato trentino aprono una “vertenza casa”, cercando di scuotere l’immobilismo della Giunta e dell’Assessore Segnana, anche su questo versante.

 

 

Oggi peraltro la questione diventa emergenza per diversi motivi: quello principe è dato dal costo degli affitti privati del capoluogo trentino, che come risulta da una indagine della UIL Nazionale, ammonta per 100 mq a 700 euro e rappresenta in media più del 25% di un bilancio familiare, senza contare le spese condominiali e quella del riscaldamento, letteralmente impazzita nel 2022.
Ma dobbiamo parlare anche della grande difficoltà a trovare un appartamento, nonostante la presenza in Trentino di migliaia di appartamenti sfitti (+ di 1.200 pubblici, case ITEA), e delle centinaia di richieste di sfratti, soprattutto per morosità, schizzate negli ultimi 2 anni, a causa della crisi economica, della riduzione dei redditi e delle pensioni, falcidiate dall’inflazione e dal fenomeno della cassa integrazione Covid, sopportata da migliaia di famiglie della nostra provincia.

Il problema ignorato dalla Giunta comincia ad interessare anche gli imprenditori, soprattutto quelli che non trovano da assumere lavoratori stagionali, magari pure stranieri, nel turismo, nell’agricoltura e nella manifattura. Vedono “snobbate” le loro offerte di impiego, spesso proprio per l’assenza di una offerta idonea di alloggio per i lavoratori e le loro famiglie, nelle zone ad alta intensità abitativa, turistica ed a vocazione universitaria.

Per cui Trento, Rovereto e la “busa del Garda” dove conviene al proprietario di un alloggio rispondere a quelle domande, meno impegnative e più redditizie, piuttosto che a quelle del classico contratto d’affitto residenziale. Il fenomeno era conosciuto già anni fa, più per lavoratrici e lavoratori occupate nel comparto del pubblico impiego e dei servizi (banche, poste, servizi sanitari e statali) che già allora, a stento, solo acquistando casa, magari col mutuo o pagando canoni a fior di quattrini, risolvevano il problema.

La Uil ed il Sindacato chiedono da anni, a questa Giunta, ma già alle precedenti, di diverso segno politico, provvedimenti concreti sia a breve scadenza, per tamponare la situazione congiunturale data dal surriscaldamento di inflazione e costo dell’energia, che a medio lungo termine, riguardo al modello di edilizia pubblica sociale e residenziale provinciale. Un modello da cambiare, per mettere a disposizione di una società diversa da quella di vent’anni fa, abitazioni e modalità di residenza di tutt’altra specie e concezione.

Nei prossimi giorni si terrà finalmente, seppur con un ritardo di qualche anno, organizzata dall’Assessorato alle politiche sociali, la “Conferenza provinciale per l’edilizia abitativa”. Ci auguriamo di avere qualche dato della situazione dell’abitare in Trentino, visto che le ultime informazioni, parziali in quanto riferite solo all’edilizia pubblica, risalgono al Bilancio Sociale ITEA del 2020 e di poter rappresentare le esigenze e le proposte che le parti sociali raccolgono da tempo nella società civile e fra le famiglie che necessitano e vivono in alloggi in affitto da privati o nel pubblico.

La prima esigenza sarebbe quella di rielaborare una nuova Legge sull’edilizia pubblica, verificata l’inadeguatezza della cosiddetta Legge Dalmaso, la L.15 del 2005 e stendere un programma decennale o almeno quinquennale di manutenzione e ristrutturazione degli alloggi di risulta, la cui mancata manutenzione, a tuttoggi, ha prodotto la stragrande parte dei circa 1200 alloggi sfitti della Società Itea. Una legge che prevedeva la presenza degli enti locali (Comunità di valle) nel CdA della SpA ITEA.

Ciò per avere maggiore sinergia e polso della situazione reale del mercato abitativo, vista anche la gestione degli appartamenti comunali (150 solo a Trento) da parte della Società per Azioni pubblica. Sinergia che non è quindi possibile, come è assente il raccordo coi Comuni riguardo alla legge provinciale che regola l’imposta comunale sulla casa, l’IMIS, che non prevede una penalizzazione fiscale, a differenza di quella statale, per le abitazioni sfitte, private o perché no, pubbliche.

Sarebbe anche il tempo di mettere mano almeno al Regolamento di assegnazione degli alloggi pubblici e soprattutto di adeguare i limiti ICEF per la permanenza nell’alloggio ITEA, in gran parte fermi da 15 anni che, a causa dell’inflazione, sono diventati penalizzanti rispetto al tempo in cui sono stati fissati. L’altra leva a medio termine, che ha dato risposte ad un migliaio di famiglie trentine ed è scaduta dal 2018 è il decollo, il convenzionamento, la riedizione di un Fondo di Housing Sociale, per alloggi da destinare a chi è troppo abbiente per ottenere un rilascio di alloggi a canone sociale pubblico e non abbastanza ricco per ottenere un mutuo dal sistema creditizio.

Che si utilizzi la SGR di Finint o Euregio +, ma si proceda !… si stanno rilasciando gli ultimi appartamenti del precedente Fondo e serviranno comunque degli anni per attivarne uno nuovo e costruire nuovi insediamenti o ristrutturare immobili non utilizzati, abbandonati, con questo importante strumento. Di complessi edilizi in rovina a disposizione a Trento ce ne sono una quindicina: dall’ex Ostello di via Manzoni alla “Nave” di S. PIO X, all’ex ENPAS in centro ad altri edifici dismessi da trasformare in alloggi a canone sociale.

Ci sono poi le operazioni immobiliari pubbliche mai terminate, come le fantomatiche “palafitte” di S. Bortolomeo, la cui chiusura, ridimensionata, è attesa ormai da due decenni, sempre posticipata, per colpa del Comune, di Itea, della Provincia…..comunque uno spreco dio denaro e di tempo per cui nessuno pagherà… anzi pagano le famiglie in lista d’attesa di assegnazione da anni.
Riguardo all’emergenza “boom” delle spese di riscaldamento, la UIL propone una soluzione diversificata per i condomini privati, quelli pubblici e quelli dove le due diverse tipologie coesistono. La provvidenza prevista a livello provinciale è poco rilevante e potrebbero piuttosto essere prese delle misure specifiche utilizzando i data-base già in possesso della Pat per le famiglie in affitto da privati o interventi di ulteriore rateizzazione per quelle assegnatarie di alloggi pubblici.

Per la prima fattispecie (in affitto da privati) si potrebbe pensare di allargare il numero dei beneficiari del “contributo per l’affitto” (attualmente fino a circa 250€ al mese) alzando la soglia Icef prevista e almeno raddoppiare l’importo minimo del contributo già in essere (da ottobre ’22 a maggio ’23), sperando poi nella normalizzazione della situazione.
L’operazione potrebbe avere un costo aggiuntivo per la Pat di circa 5/6 milioni complessivamente per le famiglie che potrebbero eventualmente beneficiarne.

Ampiamente recuperabili, queste risorse, nelle decine di milioni che la Giunta dice di aver riservato per aiutare le famiglie, e pure senza utilizzare il ragguardevole extra gettito (85 mln di euro) che nel bilancio ‘22 è già stato annunciato nei giorni scorsi e contabilizzato.
Per le famiglie assegnatarie di alloggi pubblici in ITEA potrebbe essere la stessa società provinciale a prevedere una rateizzazione “spinta” dei costi del riscaldamento degli inquilini in difficoltà, facendo garanzia a Dolomiti Energia, altra società provinciale a maggioranza pubblica, per il pagamento dilazionato nel tempo delle bollette dei tanti impianti centralizzati dei propri condomìni.
Un analogo piano di rateizzazione dilatatorio delle spese condominiali rimaste bloccate in ITEA per 4/5 anni fu impostato e realizzato nello scorso decennio e lì, si badi bene, per meri problemi di software e gestione contabile dell’Istituto, risolti solo dopo qualche anno.
Sono tutte proposte che porremo alla “Conferenza provinciale” di giovedì prossimo.

Assieme alla richiesta di istituire un “Fondo per la morosità incolpevole”, presente in tante regioni e province italiane e un “Osservatorio della situazione abitativa provinciale”, un luogo istituzionale ove si possano conoscere ed esaminare le situazioni abitative locali e proporre magari soluzioni alla politica ed alle istituzioni.

Soluzioni sicuramente percorribili, che vengono da chi conosce la realtà sociale, vivendo fianco fianco con le persone, sui posti di lavoro e nelle associazioni ed enti a cui si rivolgono i cittadini, soprattutto quelli più fragili. Ma che la politica pregiudicatamente ignora e le vuole ignorare, senza comprendere di fare danno o dispetto non a chi le propone, ma alla comunità ed alle famiglie che subiscono una situazione sociale, economica e finanziaria sempre più pesante e dolorosa.

 

*

Walter Alotti
Segretario Generale UIL del TRENTINO

 

 

Categoria news:
OPINIONEWS TN-AA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.