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UIL * SCUOLA INFANZIA – REPLICA A FUGATTI: ALOTTI, « “LUGLIO COL BENE CHE TI VOGLIO“, QUANDO UNA SCELTA SBAGLIATA CONTINUA AD AFFASCINARE »

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14.23 - mercoledì 21 dicembre 2022

Luglio col bene che Ti voglio. Quando una scelta sbagliata continua populisticamente ad affascinare. Con stupore, qualche giorno fa, abbiamo ascoltato il Presidente Fugatti ribadire la volontà di continuare il prolungamento del calendario scolastico per la Scuola dell’Infanzia. Malgrado i numerosi riscontri rispetto ad una misura che si è dimostrata tanto inefficace quanto pesantemente antieconomica, il Presidente della Provincia sembra intestardito nel volere perseverare nell’errore. Diabolicum, avrebbero detto i Latini!

In questa sede proviamo a sottoporre all’attenzione dei lettori, vista la noncuranza del decisore politico, alcuni dati incontrovertibili su ciò che è accaduto nelle Scuole: dalla effettiva frequenza dei bambini durante il mese di luglio, alla necessaria conseguente presenza del personale scolastico a tutti i livelli, ai costi che le Scuole hanno dovuto sostenere. A tal proposito, quanto ai costi, dobbiamo far riferimento alle dichiarazioni dei Presidenti delle Scuole equiparate, perché la grande Mamma di piazza Dante non si è fatta scrupolo nello sprecare risorse nelle scuole provinciali, magari cercando di risparmiare riducendo i diritti contrattuali delle lavoratrici e dei lavoratori che vi operano.

Molte le testimonianze, in negativo, dei Presidenti delle scuole equiparate: scuole che giorno per giorno debbono fare drammaticamente i conti, per mantenere in equilibrio i propri bilanci. La stessa Federazione ha provato in tutti i modi a ragionare sulla funzione e la specificità culturale della scuola dell’infanzia. Ma come testimonia la cultura popolare, “non c’è più sordo di chi non vuol sentire.”

Dopo 10 mesi di scuola dell’infanzia, le insegnanti si sono ritrovate a svolgere il proprio lavoro con piccoli gruppi di bambini e bambine stanchi di ritmi e tempi scolastici strutturati, in palese difficoltà ad adeguarsi ancora alle regole consuete della giornata scolastica. Bambini e bambine che spesso chiedevano la presenza dei genitori, la possibilità di tornare a casa presto. Alcuni talmente esausti da addormentarsi prima di consumare il pasto.

Insegnanti che si sono trovate, impegnate più in attività da assistenti e intrattenitrici, a lavorare ogni giorno con gruppi di bambini diversi: altro che sezioni e gruppi classe stabili. Il tutto a riprova che a luglio non è la Scuola ad essere aperta: è altro.
Forse il Presidente non sa che la scuola è scuola solo se ci sono tutti i bambini, se sono pianificate le attività didattiche, se i bambini frequentano stabilmente rafforzando relazione e socializzazione tra pari. L’estensione del calendario scolastico, quindi, porta con sé l’impoverimento valoriale della funzione della scuola e del ruolo dell’insegnante: dall’apprendimento all’accudimento; dalla TV alla Scuola on demand.

All’inefficacia della misura, come dicevamo, si accompagna la pesante antieconomicità. I dati faticosamente raccolti nel 2021 ci dicono che la frequenza per il mese di luglio è stata richiesta da 5.946 famiglie su 13.700 iscritti alla scuola dell’infanzia. Se sommiamo le giornate di presenza, arriviamo e a numeri estremamente esigui di bambini che hanno concretamente utilizzato il “servizio estivo”.

Cosa chiediamo al decisore politico, davanti ad un fallimento annunciato prima, comprovato poi. Appare necessario potenziare i servizi conciliativi in modo capillare sul territorio trentino e proporli a costi accessibili, anche al fine di sostenere le famiglie. Servizi conciliativi che offrano a bambini e ragazzi un ventaglio di proposte e iniziative ricreative in grado di ampliare il loro patrimonio esperienziale come previsto dalle politiche europee per l’infanzia.

Si apra un confronto serio, onesto, approfondito con tutte le parti in gioco: dal Dipartimento istruzione, ai Responsabili delle scuole equiparate, alle organizzazioni sindacali. La UIL è pronta a farsi parte propositiva per individuare soluzioni possibili che accolgano le istanze delle famiglie, ma che non snaturino la Scuola, che rispettino il personale scolastico e le diverse professioni in campo.
Prendere atto delle difficoltà e cambiare strada è operazione per bene che solo una Politica con la “P” maiuscola è in grado di fare.

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Walter Alotti

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