(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Ma davvero Tonina incontrerà i Primari e i Direttori ospedalieri per capire con loro come mettere fine alle violenze in corsia e negli ambulatori? La montagna sta partorendo l’ennesimo topolino. L’attuale situazione è drammaticamente attuale e rappresentativa di una grave regressione sociale e culturale del nostro Trentino.
In questi ultimi giorni abbiamo assistito ad una sequela infinita di aggressioni fisiche a medici e sanitari, da ultimo quelli accaduti a Napoli, Cagliari, Bolzano e susseguenti a Trento. Ma nel sottobosco crescono le minacce verbali, psicologiche, e non solo, ai nostri professionisti che non trovano soluzione.La carenza dei medici in Trentino, e l’immissione in ruolo di giovani non avvezzi alle difficoltà, ha aggravato le condizioni del loro lavoro.
Contemporaneamente ha generato enormi disagi ai pazienti che trovano soluzione solo sui privati. Chi non può permettersi il privato, si accanisce sul medico malcapitato di turno.”Non c’è tempo da perdere”, caro Tonina, lo dicono i medici da molto prima di Lei! E, più che un accordo di collaborazione con le Forze di polizia e ringraziare il Questore per avere messo un posto fisso in due Ospedali Provinciali sui sette presenti in Trentino, e in nessuna delle 20 postazioni di guardia medica, diciamo a Ferro che attivi una opportuna formazione/informazione di educazione civica, rivolta ai cittadini e agli utenti trentini, che riproponga la cultura del limite!
Vadano Tonina e Ferro negli ambulatori di montagna, nelle sedi isolate di guardia medica, nei sobborghi di Trento e Rovereto, in ambulatori comunali malmessi e privi anche dei bagni per i nostri professionisti ,laddove maggiormente ci sono sacche di popolazione insoddisfatta dei servizi.
Pochi servizi che ricevono per anziani, fragili, non autosufficienti,”cittadini che hanno fatto la storia e l’Autonomia del Trentino”.Vadano a parlare ai giovani medici, ai medici convenzionati, a quelli precari.Facciano sentire la loro vicinanza a costoro piuttosto che nei salotti dei Primari e dei Direttori.Scommettano sull’aumento delle retribuzioni dei propri dirigenti che fanno notti, fine settimane e reperibilità, piuttosto che sui gettonisti che i fine settimana e le notti le passano con le proprie famiglie.
Perché è anche sul lavoro dei nostri medici che è nata la Costituzione italiana e l’art.32.Parte di una realtà, perché solo in parte è realtà. Attualmente non c’è reparto o studio convenzionato dove il medico trentino si senta al sicuro.Le aggressioni che stanno minando la nostra locale coesione sociale sono il sintomo, nelle diverse forme, di una mancata fiducia del cittadino verso le istituzioni, verso la sanità pubblica, verso i professionisti, dimenticando che i medici sono lavoratori, non datori di lavoro!
Muoiono cadendo dai tralicci come accoltellati alla schiena o violentate negli ambulatori di periferia.Cosi accade che mentre a Roma, Schillaci invita intorno ad un tavolo operativo i sindacati ,sia della convenzionata che della dirigenza medica, qui assistiamo ai soliti giri e incontri di vertice.Intanto, da una indagine appena effettuata da Smi Trentino fra i propri iscritti ,su un campione di 100 medici trentini, sia di famiglia, che di guardia, che ospedalieri, si evidenzia che ben 68 di loro hanno subito minacce verbali, psicologiche, violenze fisiche e alle proprie autovetture; e alcuni hanno dovuto ricorrere anche ai carabinieri e alla querela in Procura.
E poi ci chiedete come mai i medici non vengono in Trentino?Dall’indagine ne esce un quadro desolante, con un contesto rivendicativo e intimidatorio per cui ad ogni richiesta non soddisfatta, in Trentino corrisponde immediatamente una minaccia, con lettere unilaterali scritte all’Ufficio Rapporto con il Pubblico o all’Ordine dei Medici Chirurghi.
Oppure lettere sui quotidiani piuttosto che la pubblicazione sui social, di giudizi sgradevole, per non dire di peggio, che va a colpire il malcapitato medico, fuori dal contesto generale.Che viene preso di mira fino all’ostracismo o alle querele seriali.E in questi social noi siamo impossibilitati a rispondere anche per problemi di segreto professionale!Abbiamo più volte chiesto ad Apss, che vengano applicate le misure contenute nella Legge 81/2008 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro in capo al datore di lavoro ,e la raccomandazione 8 del 2007 per prevenire gli atti di violenza contro operatori sanitari, invano.
Gridano vendetta i tre contratti firmati da Apss con i sindacati della medicina generale dal 2021 al 2024, laddove si era garantito che ogni sede di guardia medica avesse una videocamera e una pulsantiera con cui avvisare le forze dell’Ordine di eventuali aggressioni o l’inserimento delle sedi di guardia all’interno delle Case di Comunità, le AFT e gli Ospedali di valle.Nulla di tutto ciò è stato fatto. Perché un pezzo di carta si muova bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.
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Dottor Nicola Paoli
Smi Trentino