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SMI TRENTINO * «I MEDICI IN FORMAZIONE CHIEDONO CHIAREZZA ALLA PROVINCIA SU RUOLO UNICO E SCUOLA DI TRENTO»

Scritto da
17.21 - martedì 15 aprile 2025

Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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In primis togliamo dall’imbarazzo del silenzio la Provincia e APSS, in riferimento alla lettera scritta alla Stampa da giovani formandi della attuale Scuola specifica in Medicina generale di Trento.

Al momento non esiste alcun tipo di trattativa specifica al tavolo della negoziazione provinciale riguardante la posizione dei futuri medici a ruolo unico; né è pensabile lo possa fare la Provincia, sostituendosi al Governo nazionale o ad un sindacato — qui di minoranza — che a Roma ha creato questo sconquasso.

L’avvio delle trattative provinciali è avvenuto in forte ritardo sui tempi del bando di concorso di domani, e nei pochi incontri (per scelta provinciale) non si è toccato ancora i dettagli del ruolo unico, bensì gli “aspetti generali dell’articolo 1” della bozza provinciale. Pertanto, non si comprende il riferimento alle H16 o H12 che il rappresentante trentino della FIMMG ha dichiarato oggi alla stampa locale, e a quale tipo di trattativa faccia riferimento, visto che qui le trattative sono ad un punto quasi morto, per non dire morto economicamente.

SMI attualmente è concentrato a trovare soluzioni fattibili con la parte pubblica nei confronti di alcuni propri iscritti che sono o sono stati anche formandi della stessa Scuola, prima che gli stessi adiscano le vie legali presso il Giudice del Lavoro di Trento. E più in generale, SMI in questo momento si è concentrato sul rendere attuabili le proposte fatte per lettera dai giovani allo stesso nostro sindacato, tenendo presente però che la Legge italiana non può essere in alcun modo scavalcata a livello locale, essendo l’accordo della medicina generale vincolato a quanto deciso a Roma e a Bruxelles, in riferimento al Pnrr Missione 6.

L’attuale modello attuativo dell’ACN dell’anno scorso, che impone ai MMG l’obbligo di svolgere 38 ore settimanali di attività sia di scelta che oraria dal 1 gennaio di quest’anno — voluto fortemente dal sindacato FIMMG che oggi si rinnega a Trento — prefigurerebbe, a sentire i giovani, carichi di lavoro e condizioni di lavoro poco appetibili. Questa situazione degrada a tal punto la nostra professionalità, da comprimerne l’autonomia di tutti noi, ponendoci in una condizione, soprattutto nelle donne medico, molto peggiore di quella dei lavoratori dipendenti. Tenendo presente che i veterani non trovano supplenti giovani che li sostituiscano quando sono ammalati o sfiniti dal lavoro di 60 ore settimanali.

Ma SMI si domanda anche come sia stato affrontato questo cambio radicale di modalità lavorativa all’interno della Scuola di formazione specifica di medicina generale a Trento, visto che la stessa sarebbe preposta a formare questi nuovi medici, esplicitando tutta la normativa attinente al medico a ruolo unico in attuazione dal 1 gennaio 2025. Troviamo quindi singolare la presa di posizione di alcuni docenti o consiglieri ordinistici della FIMMG, consapevoli dei limiti normativi attuali. Da quanto si legge dai quotidiani locali, sembrerebbe infatti che soprattutto i giovani del 1° anno non abbiano ancora piena contezza di quanto hanno scelto come percorso formativo, compreso il vincolo, accettato, della borsa di studio attualmente disponibile sia dal Ministero che dalla Provincia autonoma di Trento. Né si comprende cosa abbia capito la Scuola stessa e cosa stia insegnando…

Chiediamo quindi, come SMI, la garanzia di un’assistenza qualitativamente elevata per i nostri cittadini ma anche per i nostri medici. La libertà nella gestione degli orari, che più volte abbiamo evidenziato come SMI Trentino, consente infatti un migliore rapporto fiduciario con i pazienti più complessi, anche a domicilio, e previene situazioni di competizione e inappropriatezze cliniche e prescrittive tra ruoli diversi, pericolose. Lo stesso dicasi per la ridefinizione chiara e distinta degli ambiti di attività, con pacchetti di 38 ore — graditi ai nostri iscritti — che si possano scorporare in virtù di un accordo provinciale che tenga conto delle molteplici nostre attività, di cui è garante il sindacato di maggioranza provinciale SMI.

Non solo per i giovani ma anche per i 450 “veterani”. Altrimenti si rischierà uno scontro che SMI non vuole, ma che ci vedrà gioco forza protagonisti a difesa dei nostri iscritti. Tutti. Con profondo rispetto delle istituzioni attuali e piena consapevolezza del valore imprescindibile del nostro ruolo.

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dr. Nicola Paoli
Ufficio stampa SMI Trentino

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