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SMI TRENTINO * AMBULATORIO LISIGNAGO: « SOLIDARIETÀ AI 500 ABITANTI, INTERLOCUTORE INDICATO È L’ASSESSORE SEGNANA »

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17.58 - venerdì 5 maggio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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In riferimento a quanto leggiamo oggi sui quotidiani locali riguardante la situazione di Lisignago e dell’interrogazione della Consigliera Dalpalù che tira in ballo i sindacati della medicina generale, riteniamo che l’Assessore Segnana sia la miglior interlocutrice per comprendere la situazione attuale e del passato recente.

Il sindacato medici italiani, maggioranza della medicina generale in Trentino, sta dialogando positivamente con l’Attuale Azienda sanitaria e con la Provincia, in riferimento alle criticità causate da programmazione errata nelle Giunte precedenti, seppur avvisate in tempi non sospetti, dal sottoscritto, che saremo andati incontro a tale difficoltà di reperimento dei medici sul territorio. (Le tabelle Enpam davano le criticità già dieci anni fa!)

L’attuazione degli ultimi provvedimenti, nazionali e provinciali, nonché del Pnrr, e DM 77 vengono incontro a tali criticità, pur essendo i medici di medicina generale liberi professionisti convenzionati. Nel senso che possono andare dove vogliono, purché mantengano, per almeno un’ora al giorno, la sede principale dove hanno vinto il loro concorso pubblico.

Siamo solidali con i 500 abitanti di Lisignago, come di tutti i restanti Comuni del Trentino. La nostra Organizzazione sindacale sta ancora attendendo, però, che il Consorzio dei Comuni, insieme agli altri componenti, da designare al tavolo provinciale specifico, con noi e l’Assessore, discutano della necessità di agevolare i medici di medicina generale per gli spazi adeguati alle loro attività lavorative; a difesa e a vantaggio dei cittadini, in maniera del tutto gratuita, date le ingenti spese che stanno avendo con energia, benzina per effettuare i trasferimenti, luce, gas e pulizia dei locali.

Fino ad allora, i Gruppi di medicina integrati, costituitisi volontariamente per aumentare gli orari di ambulatorio a disposizione delle popolazioni delle valli come delle città, possono altresì volontariamente scegliere se stare in un unica sede o aprire una sede principale e altre sedi periferiche. Essi hanno investito risorse proprie per ammodernizzare gli stessi studi, in attesa che la Provincia ci dia in dote gratuita gli strumenti previsti da un Decreto Ministeriale e da un protocollo aziendale non ancora attuati in tali termini. Non possono essere ora additati a causa della chiusura di un ambulatorio periferico della Valle di Cembra. Per tale ragione la nuova figura di Gruppo integrato può essere modulata in diverse configurazioni e quindi può essere idonea a gestire sedi secondarie, purché siano attrattive per i medici stessi che ne fanno parte.

Per quanto riguarda il nostro contratto di lavoro, i medici incaricati stanno sopperendo egregiamente alla difficoltà di reperire titolari di lungo corso in Valle di Cembra e, laddove mancano, abbiamo come Sindacato concordato con APSS e Assessorato i giusti correttivi. Ricordiamo che, nonostante FdI, a livello ministeriale, abbia già da tempo dichiarato che predilige ambulatori di prossimità piuttosto che Case della Salute, nella realtà non vediamo alcuna miglioria economica per i nostri medici in tali ambulatori.E detta tutta, con l’aria che tira, è dura pensare che un medico tenga aperto, a proprie spese, 3-4 ambulatori, quando non più tardi di 27 anni fa quegli stessi ambulatori li coprivavamo facilmente grazie alla gratuiticità messa a disposizione dai Comuni come Lisignago.

 

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Dr.Nicola Paoli

Sindacato Medici Italiani

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