(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –
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Al fine di tutelare i cittadini di Gardolo non autosufficienti, non deambulabili autonomamente, affetti da patologie invalidanti, nonché i grandi anziani, corre l’obbligo precisare, in risposta al Comunicato stampa del Comune di Trento di ieri quanto segue:
1) Prendiamo per buone le dichiarazioni del Presidente del Cal, dott.Gianmoena, che dichiara che “non c’è sindaco che non voglia questo servizio essenziale ai propri cittadini” anche se non cita espressamente i medici di famiglia. Il Comitato provinciale della medicina generale lo sta ancora aspettando al tavolo, previsto su tale argomento dal 2007.
2) Ringraziamo sia l’Assessore Stefania Segnana sia il Direttore del Distretto di Trento APSS, dr.ssa Chiara Francesca Marangon, che si sono spese a convincere un gruppo di quattro medici di medicina integrata, di Trento città, ad accettare l’apertura di un ambulatorio secondario a Gardolo, dotato anche di personale di studio assunto mediante Cooperativa di servizi dallo stesso Gruppo integrato, a proprie spese, secondo contratto provinciale; pronti a coprire Gardolo ed i suoi 450 cittadini rimasti senza iscrizione medica
3) Confutiamo in toto il comunicato del Comune di Trento sul punto della Legge riguardante i medici di famiglia che ivi lavorano, tutt’ora sia gratuitamente (ambulatorio comunale di Sardagna/Bondone; ambulatorio comunale di Vallarsa) sia in affitto , non come liberi professionisti, ma come medici senza fine di lucro convenzionati addetti a pubblico servizio.
La Legge provinciale 23 luglio 2010, n.16, corretta e aggiornata all’art.41, comma 7 bis, sia dal Centro sinistra (Giunta Rossi) che dal Centrodestra (Giunta Fugatti) e dalla stessa Stefania Segnana migliorata nell’accordo ultimo sulla medicina generale, in Piazza Dante, nel 2021, esplicita espressamente: “Per l’erogazione di servizi sanitari e socio sanitari… gli enti locali e i loro enti strumentali… possono mettere a disposizione di soggetti che non perseguono finalità lucrative e che erogano detti servizi…nonché per le medicine di gruppo integrate definite dall’accordo collettivo provinciale dei medici di medicina generale… immobili di loro proprietà e le relative attrezzature per lo svolgimento di servizi sanitari e socio sanitari sulla base di convenzioni e anche a titolo gratuito…”.
Questa Legge, autorizzata anche dalla Corte dei Conti, è tutt’ora in vigore ed applicabile, come già avvenuto in altre parti del Trentino. Pertanto, nonostante il Comunicato stampa del Comune di Trento non rilevi quanto previsto per Legge provinciale, pur “potendo” il Sindaco e la sua Giunta venire incontro alla popolazione di Gardolo, ad oggi questo non è attuato. Ne prendiamo atto a futura memoria.
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Dr. Nicola Paoli
Commissario Sindacato Medici Italiani – Trentino