(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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“Estendere ai vitigni resistenti la possibilità di produrre vino DOC, colmando così il ritardo della normativa italiana rispetto a quella di Francia e Germania che già da tempo concedono questa possibilità.”
Così il senatore trentino Pietro Patton, aprendo i lavori del convegno in Senato “Vitigni Resistenti”, dove sono intervenuti Marco Stefanini, Presidente PIWI Italia; Yuri Zambon, VCR – Vivai Coop. Rauscedo (PN); Vincenzo Betalli, CIVIT – Consorzio Innovazione Vite (TN); Riccardo Velasco, Vicepresidente PIWI Italia. Ha concluso il Presidente della Commissione Agricoltura del Senato, sen. Luca De Carlo.
“In Senato – ha detto Patton – c’è una mia proposta di legge e ci sono tante altre iniziative in merito. Parliamo di vitigni resistenti alle malattie fungine, che nella viticoltura europea sono talmente invasive da impiegare il 60% dei fungicidi utilizzati nell’intero comparto agricolo. La riduzione dei trattamenti fitosanitari riduce non solo i costi per i viticoltori, ma tutela l’ambiente e va incontro a un mercato del vino dove cresce la fascia del biologico e dei prodotti a poco o nullo ricorso alla chimica.
Questi vitigni sono poi molto interessanti per le cosiddette zone difficili, ossia dove i vigneti poco meccanizzabili o si tratta di zone particolarmente sensibili dal punto di vista ambientale.
Tuttavia solo in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige i consorzi di tutela hanno autorizzato l’introduzione delle suddette varietà di vite nei disciplinari di produzione dei vini a indicazione geografica protetta (IGP), mentre la normativa italiana non ne consente l’uso per la produzione di vini DOC.
E questo mentre all’estero se ne fa ampiamente ricorso, inclusa la produzione di Champagne in Francia.
Occorre fare presto, se non vogliamo che la filiera italiana del vino non perda quest’importante importante dal punto di vista ambientale, economico e della propria competitività.”