(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Trasparenza negata e sacrifici inutili: il caso della circonvallazione ferroviaria di Trento
Se Trento fosse casa nostra, permetteremmo a qualcuno di demolire le stanze senza spiegare cosa sta facendo? Accetteremmo che si buttassero giù pareti, si sgomberassero intere aree senza sapere se il progetto finale sia utile o realizzabile? È ciò che sta accadendo con la circonvallazione ferroviaria di Trento, un’opera dalle mille ombre e dai costi umani ed economici devastanti.
Espropri e demolizioni: il sacrificio di una città
Hanno abbattuto edifici, mandato via famiglie e anziani, svuotato case e attività commerciali, lasciando ora un pezzo di città abbandonato. Il tutto con esborso di denaro pubblico, mentre non si aveva ancora la certezza della fattibilità dell’opera. Un’operazione giustificata come “necessaria”, ma che oggi, alla vigilia delle elezioni comunali, appare sempre più incerta. Ora si discute di non scavare nemmeno nelle aree già svuotate, un controsenso che dimostra la mancanza di pianificazione e rispetto per i cittadini.
Trasparenza cercasi
Da anni i comitati di cittadini denunciano la mancanza di trasparenza e dialogo e del perché siamo arrivati a questo punto. Non si tratta solo di un problema tecnico: è una questione etica. I cittadini hanno diritto a sapere cosa accade nel loro territorio, soprattutto quando si sacrificano spazi e risorse pubbliche(un’opera non pagata più con i fondi del PNRR ma con le tasse degli italiani). Ogni volta che abbiamo chiesto spiegazioni, l’amministrazione ci ha trattati come disturbatori, se non come veri e propri “terroristi”. Eppure, le nostre previsioni si sono rivelate corrette.
Un’opera inutile?
La circonvallazione ferroviaria di Trento è stata presentata con grandi annunci, rendering accattivanti e promesse di efficienza. Ma dietro ai proclami, il progetto scricchiola. Ora si discute di limitare gli scavi a sud per evitare di affrontare i problemi a nord: inquinamento, tempi incerti, aree sequestrate. Nel frattempo, i costi continuano a lievitare, e la città paga il prezzo di un’opera che potrebbe non vedere mai la luce nella forma promessa.
Una politica di annunci e scarsa pianificazione
Questa vicenda mostra l’incapacità delle istituzioni di pensare a lungo termine e di ascoltare i cittadini. L’amministrazione si è concentrata sugli annunci, ma i fatti raccontano un’altra storia: proclami disattesi, disagi per le persone e un futuro sempre più incerto.
E ora?
Alla vigilia delle elezioni comunali, il Comune sembra fare marcia indietro su alcune scelte, cercando di minimizzare l’impatto di un’opera che appare sempre più insostenibile. Ma questa “retromarcia” non può cancellare anni di disagi e bugie. La città merita risposte chiare e oneste, non altri annunci vuoti.
La Rete dei Cittadini: uniti per la trasparenza e la giustizia
Come rete di cittadini, continueremo a vigilare, a chiedere chiarezza e a difendere i diritti di chi vive e lavora a Trento. Questa città è casa nostra, e non accetteremo più che venga trattata come un cantiere senza regole e senza rispetto.
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Associazione Rete dei Cittadini di Trento